Lessico heideggeriano
(da Cioffi.., Corso di filosofia.., cit., p.726)

Presentiamo qui una spiegazione dei termini usati da Heidegger che abbiamo incontrato più di frequente nella nostra esposizione.

Autenticità/Inautenticità
Eigentlichkeit/Uneigentlichkeit
Sono le due possibilità fondamentali dell’esistenza. Etimologicamente riconducono a eigen, che vuoi dire "proprio". L’autenticità indica la scelta dell’esserci per la sua più propria possibilità (che comporta in definitiva il precorrimento della morte come la possibilità più propria, incondizionata, ineludibile e certa, e ai tempo stesso come quella possibilità che rimane permanentemente tale finché l’esserci esiste), mentre l’inautenticità indica l’esser disperso dell’esserci nell’adesione aquesta o a quella possibilità mondana, quale gli si presenta nella dimensione anonima del "si" (si dice, si fa ecc.).


Chiarita
Lichtung
Letteralmente la parola tedesca Lichrang, cui corrisponde la forma italiana arcaica "chiarìta", vuoi dire "radura", secondo un significato di "chiaro" come ‘rado": si tratta dello schiudimento di una chiusura, dell’illuminazione di una zona d’omhra Il tennine, che in Essere e tempo è introdotto in relazioneal "ci" dell’esserci, è usato da Heidegger per indicare il "chiaroscurar6 che contraddistingue la verità (vedi) e l’apertura dell’essere.


Comprendere
Verstehen
Per Dilthey designava il processo in cui, sulla base di segni sensibili che ne sono la manifestazione, conosciamo qualcosa di psichico. Heidegger ne fa un esistenziale (vedi) dell’esserci. Fondamentalmente esso designa qualcosa come un "intendersi" dell’esserci circa le proprie possibilità d’essere e dunque un conoscere pre-teorico. La "comprensione dell’essere", poi, è il tratto saliente dell’esistenza, cioè il modo di attuarsi originario dell’esserci.


Cura
Sorge
Il termine "cura" esprime la configurazione ontologica unitaria delle strutture che contraddistinguono l’essere dell’esserci, ed è pertanto unità di esistenzialitd (progetto), di fàtticità (esser-gettato), di scadimento, così come sono anche indicati formalmente da Heidegger nella formula complessiva: <avanti-a-sé-esser-già-nel (mondo) in quanto esser presso (l’ente che si incontra dentro il mondo)>.
Il termine "cura" incorpora peraltro il significato di "preoccupazione", nel senso della tensione che lega l’esserci al suo intero essere, inclusivo, come sappiamo, dell’essere del "mondo", vale a dire dell’orizzonte in cui l’esserci si rapporta agli enti utilizzabili e agli altri nelle due modalità, rispettivamente, del "prendersi cura" e dell’ "aver cura".


Esistentivo/Esistenziale
existenziell/existenzial
Designano due distinti modi in cui l’uomo si riferisce al proprio essere (cioè all’esistenza): l’uomo si rapporta in senso esistentivo all’esistenza quando si riferisce alle concrete possibilità di essere e alle alternative che essa gli pone dinanzi; si rapporta invece esistenzialmente a essa quando si pone esplicitamente il problema dell’esistenza stessa. Usato come sostantivo, "esistenziale" designa poi le strutture costitutive dell’esserci, da distinguere da quelle proprie degli enti difformi dall’esserci (le "categorie").


Esistenza
Existenz, Eksistenz
Designa l’essere dell’esserci, ossia di quell’ente che, unico fra gli enti, sì rapporta, comprendendolo, al proprio essere. Il suo impiego viene distinto dal significato ontologico tradizionale di "esistenza", relativo a qualsiasi ente che è di fatto, per il quale Heidegger adotta il termine "semplice presenza". Successivamente a Essere e tempo Heidegger accentua il valore etimologico di "esistenza" (dal latino ex-sisto, "Sto fuori") per denotare lo "star fuori" dell’uomo nella verità dell’essere.


Esserci
Dasein
Tale termine significa tradizionalmente "esistenza", "esistere". In Heidegger designa invece esclusivamente quell’ente speciale (cioè l’uomo) che è contraddistinto dal fatto di rapportarsi, mediante la comprensione, al proprio essere. Il "ci" (Da) di "esser-ci" denota questo legame ontologico, che Heidegger intende anche come "schiusura" (Erschlossenheit) d’essere. Nella produzione successiva a Essere e tempo il "ci" verrà pensato come l"’apertura" (Ofjénheit) che appartiene all’essere, in cui l’uomo è "gettato" dall’essere stesso.


Essere-nel-mondo
ln-der-Welt-sein
Indica, così come il termine "esistenza" di cui è Sinonimo, la costituzione ontologica dell’esserci umano intesa come un fenomeno unitario. L’esserci non è un soggetto chiuso in se stesso, ma è sempre immedesimato col mondo (vedi) inteso come esistenziale. L’essere-in non va inteso nel senso di un rapporto di inclusione spaziale, ma come "abitare presso...", "aver familiarità con...". Per designare la modalità in cui ogni ente diverso dall’esserci ènel mondo, Heidegger usa l’espressione "intramondano".


Mondo
WeIt
Heidegger distingue quattro accezioni del termine, di cui solo la terza e la quarta acquistano preminenza nella sua indagine:
1) "mondo" come concetto ontico (vedi) relativo alla totalità delle cose che sono semplicemente presenti;
2) "mondo" come concetto ontologico relativo a una determinata "regione" degli enti (per esempio il "mondo" della matematica);
3) il concetto "pre-ontologicamente esistentivo" dì mondo, relativo al mondo come ciò in cui l’esserci vive: per esempio il "mondo circostante", il suo "mondo personale", il "mondo pubblico". L’esserci ha sempre una comprensione del suo essere-nel-mondo, che resta pre-ontologica in quanto non èesplicita; parimenti, tale comprensione del suo essere e del mondo è esistentiva (vedi), poiché non pone tematicamente il problema dell’esistenza, ma si riferisce a essa come a un fatto;
4) "mondo" designa infine il concetto ontologico-esistenziale di "mondità", cioè la struttura dell’essere del mondo come tale, che è alla base di ognuno dei particolari mondi nel senso precedente.


Ontico/Ontologico
ontisch/ontologisch
"Ontica" è ogni considerazione dell’ente che si ferma al piano dell’ente, senza metterne in questione l’essere; "ontologica" è una considerazione che si riferisce all’essere dell’ente.


Utilizzabilità/Semplice-presenza
Zuhandenheit/Vorhandenheit
Traducono comunemente due termini tedeschi che rinviano al concetto di "mano" e che possiamo rendere rispettivamente con "essere alla mano" e essere sotto mano’. Designano le due principali modalità d’essere dell’ente che l’uomo incontra nel suo essere-nel-mondo; la prima modalità riguarda il "mezzo", la seconda (derivata dalla prima) riguarda ciò che comunemente intendiamo come "cosa " o "oggetto".


Verità
Wahrheit
E concepita da Heidegger in relazione al significato della parola greca alétheia - composta da alfa privativo e dal tema di lanthàno, "rimango nascosto" - che designava la "verità" come "non nascondimento", "disvelamento".






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