UNA PREVIDENZA POCO PREVIDENTE

Il 1° febbraio del 1946 l’  INPS di Sondrio spedisce una lettera, contenente una circolare, all’ Istituto collegato (così loro pensano) di Zara. Sicuramente sarà stato un unvio di routine, meccanico e senza troppo rifletterci sopra. Perché da quasi un anno la città di Zara è in mano jugoslava, militarmente occupata. Per fortuna la busta che Sondrio utilizza, di epoca fascista del 1942, ha le relative dizioni coperte da sovrastampaggi. Altrimenti essa non sarebbe mai arrivata a destinazione: gli jugoslavi respingono (e talvolta inceneriscono) tutte le missive italiane che presentano indicazioni, o che sono affrancate con francobolli, del vecchio regime.
In Italia, proprio il 1° febbraio 1946, è entrata in vigore una nuova tariffa postale, valida per tutto il territorio nazionale. Per le STAMPE essa prevede 1 lira, di primo porto, in luogo dei precedenti 40 centesimi.
Incurante (o ignorante ?) di ciò, l’ ufficio postale di Sondrio accetta quell’ affrancatura e - per inveterata abitudine – annulla il francobollo e imprime il timbro POSTE T.S. (tassa semplice) normalmente utilizzato per spedizioni dell’ IMPS non affrancate, con tassa a carico del destinatario. Così si evita a costui di pagare la tassa doppia, per una lettera senza francobolli. In questo caso però una bollatura non giustificata. Siamo comunque di fronte ad un mistero: se prima la tariffa era di 40 centesimi, perché l’ ufficio di Sondrio accetta soltanto la quota di 60 centesimi per arrivare alla lira ? Lo hanno fatto per favorire l’ INPS, in barba al regolamento postale ? Vallo a capire. Comunque ora viene il bello.
Il portalettere jugoslavo, certamente divertito, scrive al verso lettera, con matita blu: Ni postola vise (sconosciuto al postino) e riporta la lettera in ufficio. Ivi, sempre con matita blu, cancellano Zara, tracciano una freccia e in slavo scrivono “rispedire”. Onde ciò sia chiaro, rispolverano il vecchio timbro italiano, ancora giacente nel loro ufficio: AL MITTENTE.
Per ufficializzare la rispedizione, incollano il tagliando NEPOZNAZ – INCONNU (sconosciuto), vi imprimono il loro timbro ZADAR, il nuovo nome di Zara, con datario a cerchio semplice (data: 3.II.46), con caratteri romani e cirillici e rimandano la lettera a chi l’ ha spedita. Qui siamo di fronte al secondo mistero: gli jugoslavi dovevano tassare la lettera, perché il porto, comunque errato, valeva per l’ Interno e invece loro stavano all’ Estero !!
Due brevi considerazioni:
1- guardate come a quei tempi si riusciva a fare una “volata Postale” di quasi mille chilometri in pochi giorni e con soli 60 centesimi. Al giorno d’ oggi le STAMPE rimangono in giro per settimane, e si spende molto ma molto di più.
2- Con una spesa minima mi sono divertito per una intera serata. Ho rispogliato l’ Atlante geografico, un libro di storia e ho rinverdito le mie conoscenze storico culturali.
Grazie, Storia Postale !

 Ing.  E.P. Ohnmeiss