FILATELICITA' E STORIA POSTALE (La Soffitta n. 9   Ottobre '98)
 
Raccogliendo l'invito del coordinatore, ecco il mio modesto contributo, guardandomi bene, considerate le opinioni fin qui espresse dai vari validi collezionisti e studiosi, da volerlo proporre come dottrinale, bensì come momento di riflessione e di approfondimento rammentando che alcuni fenomeni postali erano già presenti all'epoca degli Antichi Stati, sono presenti oggi e lo saranno anche in futuro, rimanendo sempre validi i detti popolari “ se è nato prima l'uovo o la gallina” oppure “di uno come la vede e l'altro come la pensa...”.

Premetto dicendo che in filatelia ognuno può raccogliere ciò che vuole come vuole, ma se desidera poi ascrivere tale accumulazione ad una branca filatelica specifica ed esprimere giudizi, deve rifarsi (e quindi conoscere) per quanto più possibile ai recenti rivisitati indirizzi generali dettati dai regolamenti FIP (Federazione Internazionale della Filatelia), che oggi, lungi come tutte le cose dall'essere completamente soddisfacenti, forniscono coerentemente e razionalmente i principi generali comuni al mondo filatelico – e relativo corpo commerciale – che permettono di omogeneizzare e catalogare una collezione. Pertanto il collezionista – a meno che non voglia comportarsi come una “Repubblica Indipendente” (anarchia per tanti versi stimolante e che può essere praticata se si colleziona per puro diletto e senza impegno di fini espositivi, consci di essere poco interessati un domani anche alla realizzazione economica) – deve decidere se dedicare tempo, denaro e passione alla formazione di una collezione organica ed omogenea, scegliendo tra la filatelia tradizionale, tematica, aerofilatelica, storico-postale. Cito solo queste perché oltre ad essere le più diffuse, facilmente portano il collezionista nello sconfinare tra l'una e l'altra, provocando poi delusione e diversità di opinioni che trovano giusta o sbagliata collocazione a seconda del settore trattato.

Volendo approfondire più l'aspetto storico-postale, in questa sede non mi dilungherò a specificare cosa collezionare per le varie branche su citate, ma desidero almeno ricordare che ognuna di esse ha come base un “soggetto portante” che per il settore tradizionale è rappresentato dal valore postale, per quello tematico da tutto ciò che di postale può interessare il tema scelto, per quello aerofilatelico dai documenti trasportati attraverso l'aria, non soltanto con gli aerei, palloni, razzi, ecc.. ma anche con piccioni viaggiatori ad esempio.
Per la storia postale il soggetto portante è tutto ciò che è stato postalmente utilizzato (lettere, buste, interi postali e francobolli usati, altri effetti postali), cioè tutti quei documenti trasportati e/o collegati a servizi ufficiali, locali, o di natura privata al fine di sottolineare l'importanza di instradamenti, tariffe, annullamenti, usi particolari ed altri aspetti postali, nonché i servizi, le funzioni e le attività inerenti la storia dello sviluppo della posta.

Alcuni esempi specifici che la FIP fornisce come collezioni di storia postale sono i servizi postali prefilatelici, quelli locali, regionali, nazionali e internazionali, le tariffe e/o le vie di trasporto della posta, i bolli e gli annullamenti utilizzati (marcofilia), la posta militare, da campo, d'assedio, dei prigionieri di guerra e/o dei campi di concentramento civili e militari, la posta per via mare, fiume e ferrovia, gli uffici ambulanti, la corrispondenza recuperata, censurata, tassata, automatizzata ufficiale, di franchigia o tramite agenzie.
Da quanto detto, i francobolli sulle buste, così come tali, assumono nel contesto un aspetto secondario, se non marginale, amenocché non si tratti del loro uso per collezioni
riguardanti le tariffe, le tassazioni o di valori emessi e poi usati solo per uno specifico particolare servizio. Pertanto va da sé che una busta, magari con una serie completa, se non viaggiata, non potrà mai fare parte di una collezione di storia postale o di aerofilatelia, ed a mio parere, nemmeno in una di filatelia tradizionale; utilizzabile invece tranquillamente in una collezione tematica o per motivo.

Se la stessa busta invece è viaggiata regolarmente e non in tariffa, in assenza di un pezzo migliore, potrà essere saltuariamente utilizzata solo se ha degli annulli particolari, oltre che utilizzabile in filatelia tradizionale. Se infine la stessa busta è in tariffa, allora a mio parere può essere inserita nella collezione di storia postale, perché nessuno ci dà la certezza che si tratti di una bistrattata busta filatelica – fatta cioè da collezionisti al fine di creare dei ricordi filatelici che, in molti casi, sono tuttora benvenuti perché unici esempi testimoniali di usi di determinati valori che diversamente non sarebbero arrivati alla nostra osservazione... ed a questo punto le regole saltano...! - non potendo dimenticare che alla creazione di quel pezzo hanno potuto concorrere tanti altri fattori, oltre che il “savoir faire” di un collezionista, come ad esempio:
1) CASUALITA' (per molte emissioni la combinazione dei vari valori che la compongono, a volte anche la serie completa con o senza altri complementari, possono essere usati contemporaneamente corrispondendo a delle specifiche tariffe)
2) CAUSALITA' (l'uso di quella combinazione per specifiche contingenze)
3) OCCASIONALITA' (la vendita di determinati valori soltanto in alcuni uffici postali e magari solo col sovrapprezzo)
4) REPERIBILITA' (l'uso soltanto di quei valori perché i soli disponibili)
5) NECESSARIETA' (l'uso massivo di francobolli ad esaurimento)
6) SPECIFICITA' (uso in Spagna di valori esclusivi per il servizio sperimentale Sottomarino)
7) AMATORIALITA' (chi colleziona le Colonie, anche quelle non italiane, conosce il fenomeno, cioè il reperimento di tante buste che in un primo momento potrebbero sembrare filateliche, in quanto tappezzate di francobolli vari, magari con valori gemelli – controllati a tal riguardo mittente e destinatario e tutte le settime generazioni dell'uno e dell'altro nel caso si nascondesse un terribile mattacchione di collezionista... - Bene queste affrancature, genuine prima degli anni '50, periodo in cui la stampa e la televisione o non esistevano o erano merce di pochi eletti, non hanno niente di filatelico, rappresentando un modo particolare di comunicare ai familiari lontani i luoghi, usi e costumi delle zone ove soggiornavano – ricordo che i francobolli non sono emessi solo per i collezionisti, ma principalmente per la popolazione non collezionistica. 

Di conseguenza attenzione nell'esprimere superficialmente un giudizio di “filatelicità” di una busta affrancata, perché si potrebbe cadere nella pretestuosità. In ogni caso comunque il pezzo non interesserà lo storico postale quando sicuramente non viaggiato e fuori della tariffa dell'epoca – direi che piccoli difetti o eccessi di affrancatura in alcuni casi hanno irrilevanza.

Per andare ad uno degli argomenti specifici, senza volere polemizzare sull'argomento, come l'uso il 30/09/81 del 200 lire Castelli Bobine, mi domando come si fa ad escludere che non poteva essere presente in diversi uffici postali; come si fa ad escludere che sia stato usato regolarmente (era in tariffa la busta? Ha la stessa l'annullo d'arrivo?). E se anche fosse stato usato regolarmente da un collezionista o amatore? Mio nonno, appassionato di filatelia, ma non collezionista, dopo la pensione, ad ogni emissione per passare il tempo e credendo di fare cosa gradita, si portava all'ufficio filatelico e mandava ai nipoti lettere e cartoline, se alti valori espressi e assicurate, affrancati con l'emissione della giornata (come avere l'ardire di escludere tale pezzo da una collezione di storia postale o tradizionale); dal momento che statisticamente il valore può essere stato usato, uno storico postale un pezzo del genere lo deve avere in collezione, anche se ritiene che sia stato costruito da altro collezionista. Chi la pensa diversamente si studi un catalogo di posta aerea italiana: la maggior parte di quei francobolli sono stati emessi solo per una determinata evenienza di posta aerea; se non vi fossero stati quei cultori che hanno predisposto quelle buste, oggi non avremmo avuto nessuna testimonianza dell'avvenimento, con grave danno oltre che collezionistico, anche culturale – si ricordi che il collezionismo è fatto anche ... dai “collezionisti”, diversamente discreditiamo noi stessi. L'importante è essere seri anche il quei frangenti e non creare ad esempio buste affrancate in figurine facendole passare poi per rarità.

Dr. Franco Napoli