MISURE GENERALI (ED ECCEZIONI)
NELL' ASPORTAZIONE DELL' APPENDICE

La vignetta o appendice, in filatelia, può essere definito un rettangolino di carta, dentellato o non, fregiato o non, scritto o non, senza valore postale, che si trova abitualmente ai margini di alcuni francobolli.
Essa ebbe origine dall'esigenza di ridurre a cifra tonda il numero dei francobolli presenti nel foglio (v. le croci d'Austria e del Lombardo Veneto). Alcuni stati considerano le appendici un elemento fondamentale del francobollo (v. Israele), mentre altri, in alcuni periodi della loro storia, intesero darle un significato storico-postale funzionale (v. Belgio, che a cavallo del XIX secolo "appendicizzò" tutti i francobolli per dare all'utente la possibilità di recapito anche nei giorni festivi).
Da allora, e ancora oggi, varie sono state le motivazioni all'uso di tali supporti. Dal dopoguerra in poi, l'uso delle vignette ha avuto un significato per lo più esplicativo sul contenuto storico del francobollo, non disgiunto dal tentativo (spesso mal riuscito) di rendere più gradevoli delle emissioni banali, inutili e fatte male.
Mi soffermerò su due tipi di appendici, ambedue con intenzione pubblicitaria: la prima commerciale, la seconda bellica. E di queste, più che l'aspetto filatelico e storico-postale classico, già ampiamente trattati da autorevoli studiosi, analizzerò gli usi (o i non usi) più strani, insoliti, curiosi ed intriganti (almeno per me).

Francobolli con tassello pubblicitario in basso, emessi il 3/11/1924.

Hanno tutti l'effigie reale (Leoni o Michetti) ed all'inizio era previsto che l'appendice fosse separata da una dentellatura, come da norme UPU.
Ciò non avvenne per cui, nella corrispondenza con l'estero, la parte inferiore avrebbe dovuto essere asportata: non sempre ciò avvenne.

      Fig. 1

La fig. 1 mostra una cartolina illustrata del 10/01/25 per la Francia, affrancata con un cent. 50 Michetti a cui, a norma di legge, è stato asportato il tassello pubblicitario.

    Francobolli di Propaganda di Guerra, emessi il 14/08/42.
Si tratta di tre valori dell'Imperiale (25, 30 e 50 centesimi) ad ognuno dei quali sono state aggiunte 4 vignette contenenti frasi propagandistiche inerenti il conflitto in atto.
Il corso degli eventi bellici, dall'armistizio in poi, con l'Italia divisa e lacerata, diede a questi francobolli una sorte diversa, a seconda dei luoghi d'uso: possiamo differenziare il loro significato postale sulla base del luogo di provenienza e del periodo storico:

a)  Regno del Sud (8/09/43 - 4/06/44) e Luogotenenza (5/06/44 - 12/06/46): i francobolli non vennero più accettati per le vignette contenenti frasi inneggianti alla guerra. Per tale motivo, salvo eccezioni, vennero usati previo taglio verticale che eliminava l'appendice. Così, da dodici che erano, si ridussero di colpo a tre.

      Fig. 2

La fig. 2 mostra un A.R. del 26/02/44 (Regno del Sud) affrancato con un 50 centesimi P.G. con vignetta ritagliata. Gli A.R. erano abitualmente affrancati dall'ufficiale postale che, in questo caso, ligio al dovere, operò il taglio chirurgico.

    Fig. 2A

La fig. 2A mostra una rispedizione tra Sindaci del 26/04/44, affrancata con un 30 cent. P.G.  con vignetta asportata.
Stessa operazione si vede nella fig. 3, che mostra un piego rispedito dell'11/08/44 (Luogotenenza) affrancato con un 30 centesimi P.G. "appendicectomizzato": : i sindaci erano pubblici ufficiali tenuti al rispetto della legge.

    Fig. 3

b) RSI: i francobolli con Propaganda di Guerra, all'inizio ammessi, vennero messi fuori corso con decreto 15/03/44, per un motivo opposto a quello affermato al Sud: qui dava fastidio non la frase di propaganda, ma la faccia del Re.
Per questo motivo, non è più così facile, in questo periodo, trovare lettere così affrancate e non tassate, quando non tolte di corso.

      Fig.  4

Ma non è raro: ne è un esempio, nella fig. 4, la lettera del 9/05/44 affrancata con un 50 cent. P.G. . E' da notare che il destinatario è un ufficiale della GNR in caserma.
La busta venne regolarmente consegnata senza alcun ostacolo o limitazione.

Esaurita la parte accademica e istituzionale della breve trattazione, passo ora a quella che mi piace di più, perché riguarda i pezzi strani, curiosi, irregolare e ?.. intriganti.

    Fig. 5

La fig. 5 mostra un A.R. dell'ottobre del '42 affrancato con un 50 cent. P.G. le cui due parti sono state malamente appiccicate una accanto all'altra. Cosa può essere successo?
Può darsi che il francobollo si sia strappato,  e sia stato poi riapplicato frettolosamente. Oppure?
La mia malizia mi fa pensare ad una frode postale: il francobollo sarebbe cioè la risultante di due valori già usati, e bollati uno sull'effigie, l'altro sulla vignetta. L'opera di eliminazione delle parti bollate e di riapplicazione di quelle "immacolate",  avrebbe fatto il resto.
Voi che dite?

    Fig. 6

A convalida di quanto detto, presento in fig. 6, un espresso del 5/08/43 affrancato, fra l'altro, con un 50 cent. P.G. con vignetta asportata.
Ora, nell'agosto del '43 Mussolini era ancora in carcere, e il Regno, salvo la Sicilia quasi tutta occupata dagli Alleati, era ancora in mano Savoia.
Le leggi postali del tempo erano ancora quelle del Regno (R.D. 1/07/40), per cui l'uso dei P.G. era del tutto legittimo senza necessità di tagli.
Perché il mittente, allora, appendicectomizza?
E' pur vero che, a volte, per motivi di spazio sulla busta, alcuni eliminavano spontaneamente la vignetta: ma non mi pare questo il caso.
L' unica spiegazione mi pare questa: il francobollo P.G. era stato già usato, ma bollato solo sull'appendice. Il mittente, furbacchione, l'ha ritagliata e scartata, riapplicanto l'impronta di valore "vergine".

    Fig. 7

Il pezzo in fig. 7, infine, offre numerosi spunti di riflessione: è una lettera spedita da Artena a Roma il 25/09/45, affrancata con due esemplari P.G. con vignetta asportata. C' è il bollo d'arrivo, c'è un segno di tassa successivamente cancellato a matita blu. Cosa è successo?
Siamo in Luogotenenza, e la tariffa lettere è stata portata a due lire (R.D. 1/04/45). Quindi la busta sarebbe giustamente tassata ed erroneamente detassata.
Ma c'è un altro fatto da considerare: la validità dei francobolli di P.G. era scaduta il 7/08/45. Quindi potrebbe essere andata così: l'impiegato in partenza tassava, ritenendo i francobolli fuori corso; quello in arrivo detassava, ritenendo i francobolli senza vignetta omologabili a normali valori "Imperiale", ancora in corso.
Ambedue però ignoravano il cambio di tariffa. Chi ha ragione? Ci sono altre possibilità? Forza!
Un'ultima considerazione: il pezzo ha un certificato peritale (fig. 8) a dir poco discutibile, che contiene delle inesattezze:

    la busta non parte da Roma, ma da Artena, distante diverse decine di Km: la tariffa è quindi ordinaria, non in distretto;

    La data di partenza non è il 25/03/45 (tariffa: una lira), ma il 25/09/45 (tariffa: due lire).

Gli altri errori sono conseguenti a quanto sopra esposto.

   Fig. 8

Per concludere, divertiamoci con la storia della posta, se è possibile ragioniamoci e mettiamoci a studiare un po'.
Chiediamo sempre un consiglio a chi ne sa più di noi, cerchiamo anche il conforto di un perito di fiducia: è più grande, più colto e più esperto di noi.
Ma non dimentichiamolo mai,  continuiamo sempre a pensare con la nostra testa: le sorprese non mancheranno, e ci divertiremo di più.

                                                                                   Grignetti