Daniele Di Francesca  mail: danieledifrancesca@libero.it    ultimo agg:[15 nov '09]
 
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     "Una storia vera"       

 

Presentazione
Siamo rimasti sconvolti dall’ignoranza e dall’indifferenza che ci sono in Italia: quando eravamo in tenda, sotto la neve, non interessava a nessuno se morivamo, né alle forze dell'ordine né agli assistenti sociali, né a chi faceva la colletta per i bambini poveri dell’Africa che non ci ha mai dato un piatto di minestra, né ai magistrati. Tanto nessuno sarebbe stato punito. Eppure l’omicidio è un reato, e lasciar morire la gente o indurla alla morte non è sempre omicidio? 

Precisazioni


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M2010-Ultimi fatti
Gli ultimi fatti aggiornati ad Agosto 2010


 

Il gioco del ping pong con le nostre vite

Sono passati cinque anni dalle prime testimonianze presentate il 5 ottobre 2004, nelle quali  esponevamo la situazione e chiedevamo una forma di tutela allo Stato per la persona ed il patrimonio. Da allora di fatti ne sono accaduti proprio tanti, da poche pagine iniziali, le testimonianze passarono con gli anni a coprire molte pagine dense e, per salvarci la pelle a dover emigrare di città in città, fino ad arrivare in televisione di “stato”. Vi fu un gioco di ping pong con la nostra vita tra magistrati, forze dell’ordine, servizi sociali, uffici pubblici, tutti a loro dire, non competenti, e “legalizzati” a rimbalzarci da altre parti.

Due parole sulla nostra storia:  “Tra Stalking ed esposti”.

Nel corso dell'attività aziendale abbiamo avuto la “sfortuna” di incontrare una persona che mise in atto un'azione di Stalking nei nostri confronti. Lo stalker prese di mira la nostra azienda fino a distruggerla, e poi passò nella sfera privata a distruggere la nostra immagine e le nostre persone. Nel momento in cui ci trovammo senza più lavoro, cominciò a prospettarsi l'idea di dover chiedere aiuto ai servizi sociali. Ben consci che in questi ambienti cercano in tutte le maniere di rimandarti, per assistenza economica, alle famiglie di origine, pensammo di tutelarci descrivendo ambiente e giri di amicizie del luogo origine, perché fosse MOLTO CHIARO che noi non potevamo ritornare indietro, nella fossa da dove eravamo stati estratti. La povertà che ci era stata indotta, l'impossibilità di difendersi in quelle condizioni, e la mancanza di leggi (nel 2004 non esisteva ancora la legge sullo Stalking), ci portarono all'unica scelta plausibile, la presentazione di un esposto a nostra tutela. Ma con l'esposto cademmo dalla padella alla brace, perché, noi giovani, non esperti di cose legali,  non ci eravamo resi conto di aver menzionato in quelle carte qualche nome importante. Si innescò un processo che si espanse a macchia d'olio…


In generale le autorità non manifestarono mai la volontà di voler perseguire, a norma di legge, le persone che si erano macchiate dei diversi delitti,... si limitarono a scaricarci addosso il peso di tutte le responsabilità, attivando per il resto una procedura burocratica atta più che altro ad ignorare i fatti, a negare l'evidenza, a non voler risolvere in nessun modo il problema all’origine..

 

In ottobre 2009 abbiamo inoltrato questo “Screening” in versione integrale ad alcune autorità, chiedendo per l'ennesima volta che si attivino nei nostri confronti spiegando che noi non possiamo uscire da questa situazione da soli perché il problema di fondo che continua ad agire è di natura criminale, e può essere risolto solo dalle forze dell’ordine e da chi amministra la giustizia. Ma tutto tace, come è sempre stato dal 2004 ad oggi, nonostante tutte le nostre richieste delineate nel seguito di questo documento.

                 Gli autori.

Per i contatti scrivere a ( danieledifrancesca@libero.it  )