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LE PORNO STAR DIVENTANO CONSULENTI DELLE START UP
LE PORNO STAR DIVENTANO CONSULENTI DELLE START UP
Le iniziative economiche delle porno star sono stati tra i business che hanno
avuto maggior successo sul Internet. E così molte delle dive har si ritorvano
ora per fornire servizi di consulenza a imprese Web
NEW YORK - Nonostante la crisi di Internet, loro resistono anzi, vanno a
gonfie vele. Sono i siti per soli adulti. Il business che producono è così
alto che addirittura le imprese Web cominciano a chiedere la consulenza delle
porno star per la fase di start up. E così le dive dei siti porno negli Stati
Uniti, si ritrovano a fornire sempre più spesso anche servizi di consulenza
alle aziende. Come a dire che sono state loro a capire meglio di altri - a
prescindere dalla natura del business - i segreti per fare affari sul Web. In
un recente intervento, Dario Betti, analista dell’e-commerce, ha spiegato:
“I siti per adulti sono riusciti a creare questo business perché hanno
capito che la gente non rimane per due ore davanti al computer a guardarsi un
lungo film, che sia o meno porno è un dettaglio, ma preferisce video brevi.
Insomma una comunicazione immediata, un vero e proprio nuovo linguaggio. E
inoltre sono stati i primi a riconoscere la necessità di forti sistemi di
sicurezza e di offerte personalizzate”.
Caso emblematico del "riscatto" delle porno star raggiunto grazie al
Web è Danni Ashe che adesso, dopo aver fatto fortuna vendendo le sue fotosu
Internet, viene invitata a conferenze e consultata dalle compagnie che
vogliono comprendere emulare il segreto del suo successo. Trovarsela durante
uan conferenza è alquanto inconsueto: lei non è certo la classica relatrice.
Il tailleur ormai ha imparato a indossarlo lo stesso, ma quello che sorprende
è il fatto che il tema dei suoi discorsi è come fare soldi vendendo foto osé.
Ma il suo caso non è affatto l’unico.
La rivista dell’Online Computer Library Centre ha censito 74mila siti porno
lo scorso anno, in pratica il 2% di tutti quelli esistenti: complessivamente
producono un profitto di oltre 1 miliardo di dollari. Un mercato ricco i cui
meccanismi ora sono allo studio di economisti e imprenditori. Questi dati
sembrano quindi fornire la giusta risposta a chi continua a sostenere che la
pornografia dovrebbe essere messa al bando su Internet. E tra i consumatori
non mancano anche i più piccoli. Uno studio della London School of economics
ha svelato che 9 bambini su 10, di età tra gli 11 e i 16 anni, hanno visto
foto pornografiche sul web.
Fonte: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,108729,00.html
articolo letto su www.comuni.it
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