L'incontro con Leonardo Sturiale

ed "il libro di Alice"

Lunedì al Centro Sociale del Filo d'Argento di Empoli vi è stato un incontro toccante, forse più di quanto tutti si potessero immaginare. Il tema è stato quello dell'handicap e delle sue peculiarità. Già circa un mese fa si era parlato di questo con la pedagogista empolese Mariangela Giusti, che aveva presentato il suo ultimo libro, edito dalla casa editrice La Nuova Italia, intitolato "Il desiderio di esistere", nel quale ripercorre, attraverso una sua personale lettura e interpretazione, molti testi di autori handicappati, di loro amici o parenti. Da molti di essi traspare proprio questo desiderio di esistere, di gioire anche delle piccolissime cose che magari a chi non ha quelle difficoltà sembrano sciocchezze. Mariangela Giusti era presente a introdurre e a condurre il dibattito su "Il libro di Alice", scritto dalla bambina e poi adolescente Alice Sturiale, handicappata fisica morta a soli 12 anni, che è l'esempio di questa voglia di vivere, di sorridere e di "essere felice". "Il libro - riferisce Leonardo Sturiale, il padre di Alice - "è una scelta di cose che Alice ha scritto nel tempo: dalle poesie, ai racconti, alle sue sensazioni immediate, ai disegni, alle foto". Da questo nasce  la sua intensità, il suo valore letterario oltre che umano. Il libro, oltre a quelle italiane, ha avuto varie edizioni: giapponese, norvegese, spagnola, portoghese, tedesca."Mi ricordo inpartocolare un periodo di Alice, quello della prima adolescenza, periodo di cambiamenti, di confronto con gli altri. Le sue compagne di classe cominciavano a mettersi le minigonne, cominciavano a guardare i ragazzi e questo era per lei molto frustrante". Allora scrisse di getto una poesia che riassume tutti suoi stati d'animo: 

HANDICAP
 
Forse senza le quattro ruote
È più facile.
E' più facile divertirsiE' più facile muoversi,è più facile
è anche più facile
conquistare i ragazzi.
Ma io credo
Che le quattro ruote
Servano a conoscere
Tutta quanta
La vita
E saperla affrontare
E vincere.

 
Questa è solo una, forse la più significativa, delle bellissime poesie di Alice, che mostra il desiderio di esistere, in qualunque modo ognuno di noi sia fatto, con le gambe sue o seduto su una sedia con quattro ruote. E mostra il desiderio di vincerla, oltre che affrontarla bene, questa vita. Certamente grazie al padre e alla mamma Marta, Alice l'ha potuta vivere con gioia, con amore verso gli altri, cercando sempre di essere positiva e felice. "un suo compagno di classe, in occasione della presentazione ufficiale del libro alla libreria Cima a Firenze, riassunse la sua felicità in questa frase "Alice è stata felice perché ha fatto realizzare gli altri". E proprio i bambini di una quarta elementare di Sammontana, seduti nelle prime file della sala, hanno mostrato il più grande interesse, dal momento che la loro insegnante ha fatto leggere loro il libro e ha iniziato a lavorarci in classe. Moltissime domande, alcun anche molto personali, che magari un adulto non avrebbe mai posto ad un padre dopo la scomparsa così improvvisa della figlia. "Come ci si sente ora senza Alice?", "io le voglio bene, è diventata quasi una mia compagna di classe anche se non l'ho potuta conoscere", "Come è riuscita a sciare?", "Non avevate paura quando andava nei boschi con gli scout?".A tutte queste domande Sturiale ha risposto con semplicità, con veridicità, lasciando trasparire le sue sensazioni di affetto e amore per la figlia. Anche qualche gruppo scout era presente, in divisa e con la promessa. Un capo scout ha riferito di aver letto il libro in una sola notte. Il professor Giovanni Lombardi in un intervento ha detto che oggi è sempre più presente l'handicap nelle scuole e i bambini sono molto più ricettivi dei grandi in questo. Non ci sono pregiudizi e forse è proprio quella la sede da dove iniziare a lavorare, specie se in classe ci si vive accanto ogni giorno. Ha annunciato dunque che il 18 febbraio a Empoli ci sarà un convegno su Carlo Rovini, anch'esso destinato alla sedia a rotelle che nei suoi scritti, come ha fatto Alice, mostra gioia di vivere, felicità, desiderio di andare avanti e superare le difficoltà della vita.Infine un appello di Leonardo Sturiale, quasi un appello fatto per conto di Alice: "Ragazzi quando parcheggiate il motorino o la macchina non li mettete sul marciapiede o in un punto da impedire il passaggio. Lasciate la strada a chi ha bisogno di quel passaggio per muoversi, è solo un piccolo gesto di civiltà". 
                                               

Rebecca Fedeli

"Il professor Giovanni Lombardi in un intervento ha detto che oggi è sempre più presente l'handicap nelle scuole e i bambini sono molto più ricettivi dei grandi in questo. Non ci sono pregiudizi e forse è proprio quella la sede da dove iniziare a lavorare, specie se in classe ci si vive accanto ogni giorno."

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