LA MIA LETTERA A GESU' BAMBINO

di Sabato Bufano

   

Caro Gesù Bambino, anch’io quest’anno voglio scriverti la mia lettera di Natale. Non per chiederti regali, ma per raccontarti un po’ delle sciocchezze che noi, tuoi figli, anche quest’anno abbiamo continuato a commettere. Sciocchezze che tu tutte conosci. Eppure sono duemila anni che continui a nascere, per indicarci una strada diversa.

Anche quest’anno la nostra occupazione principale è stata farci la guerra gli uni contro gli altri: l’Afghanistan, tra poco l’Iraq, il Medio Oriente. Guerre che non abbiamo interesse a far finire o evitare: troppo importanti il petrolio o il commercio delle armi per preoccuparci di uomini che soffrono.

Anche quest’anno abbiamo fatto scorrere nell’indifferenza guerre dimenticate: in Ruanda e tante parti dell’Africa, in Sud America, in Asia. Bambini, uomini, donne, anziani. Tanta povera gente continua a pagare per la sete di potere di alcuni e per il fanatismo di altri. E nessuno ne parla: non interessa denunciare orrori non legati al “business”.

Anche quest’anno abbiamo visto i potenti della Terra apparire in televisione o sui giornali affranti per la necessità della guerra: dichiarazioni del tipo “occorre disarmare i tiranni” oppure “dobbiamo difenderci dai terroristi” si sono succedute a raffica. Peccato che nessuno di loro abbia dichiarato “dobbiamo difendere il benessere dell’Occidente” o “dobbiamo assicurarci il controllo del petrolio” o “dobbiamo consumare un po’ di armi perché l’industria delle armi ci fa pressioni”. Peccato. Una volta tanto avremmo ascoltato qualcosa di più vicino alla verità. La speranza per l’anno nuovo è che i potenti desiderosi di guerreggiare giochino le loro partite a briscola, invece che giocarle con la pelle dei più deboli e indifesi.

Anche quest’anno al Terzo Mondo che muore di fame abbiamo venduto armi. E poi abbiamo mostrato le nostre espressioni più meravigliate e sdegnate quando le hanno usate.

Anche quest’anno la fame dei bambini, delle donne, degli uomini, in Africa e ora anche in Argentina, non hanno trovato posto nei nostri giornali e nelle nostre televisioni: tante volte bisognava parlare prima di sport o di moda.

Ma al Terzo Mondo non abbiamo dato solo armi e fame: lo abbiamo allietato anche con Miss Mondo. Salvo accorgerci dopo tanti morti che ne avevamo combinata un’altra, grossa. E per riparare cosa abbiamo fatto? Loro possono morire. Noi trasferiamo il baraccone di Miss Mondo nel più accogliente e tranquillo Occidente.

Anche quest’anno nell’Occidente opulento stanno arrivando a frotte coloro che abbiamo provveduto ad affamare, a rivendicare il loro diritto a una vita dignitosa. E noi? Per noi sono “extracomunitari”. Non devono disturbare il nostro benessere: se possiamo sfruttarli sono i benvenuti, altrimenti via, a casa loro! Tanto sono tutti delinquenti e drogati!

Ma anche quest’anno abbiamo cercato di favorire l’unione tra i popoli. Peccato che il meglio che siamo riusciti a fare in questo senso siano l’introduzione dell’Euro e i Mondiali di calcio! Il business è importante: l’uomo può aspettare!

Anche quest’anno abbiamo proseguito con lo scempio del Creato. Che tu ci hai consegnato con l’impegno di custodirlo. Il nostro desiderio di onnipotenza si traduce nel tentativo di essere padroni della vita e della morte: clonazione, aborto, eutanasia. Tutti segni di “civiltà”! Petroliere che riversano petrolio in mare. Incendi di boschi. Alluvioni che ne conseguono, appena cadono quattro gocce di pioggia.

Anche quest’anno siamo stati funestati da tragedie: terremoti, eruzioni, alluvioni, figli omicidi dei genitori, genitori omicidi dei figli. E anche quest’anno non ci siamo smentiti. Abbiamo ripetuto la solita frase: “Perché Dio permette tutto questo?”. Comodo riversare su di te le nostre nefandezze, vero?

Anche quest’anno non abbiamo trovato di meglio che discutere e legiferare intorno alle “questioni importanti”: leggi sul “legittimo sospetto”, sul falso in bilancio, sul conflitto di interessi. Mentre attendiamo interventi seri su questioni quali la disoccupazione, l’ordine pubblico, la scuola, la sanità, la famiglia. Ma forse queste sono questioni meno importanti. Meno male che intanto siamo informati puntualmente sugli ascolti Auditel: saremmo in serie difficoltà senza sapere nulla sugli indici di ascolto!

Anche quest’anno siamo stati bravi a dare la colpa agli altri. E spesso ci siamo dimenticati dei nostri errori.

Anche quest’anno io contadino talvolta ho usato anticrittogamici, ormoni, veleni.

Anche quest’anno io imprenditore talvolta ho sfruttato i miei dipendenti.

Anche quest’anno io commerciante talvolta ho gonfiato i prezzi e ho prestato scarsa attenzione alla qualità dei prodotti che vendevo.

Anche quest’anno io medico talvolta ho badato più alla parcella che alla salute dei miei pazienti.

Anche quest’anno io libero professionista talvolta ho occultato parte dei miei guadagni, evadendo il fisco.

Anche quest’anno io impiegato, operaio, dipendente talvolta non ho fatto fino in fondo il mio dovere, non meritando lo stipendio.

Anche quest’anno io insegnante talvolta non ho dato il massimo per assicurare buoni risultati agli studenti a me affidati.

Anche quest’anno io genitore talvolta non ho saputo accompagnare la crescita dei miei figli.

Anche quest’anno io figlio talvolta non ho saputo ascoltare e rispettare i miei genitori.

Tante altre nostre “belle imprese” non ho citato qui. Ma tu ci conosci. Siamo bravi a “dimenticare” i nostri errori o a non considerarli tali.

E intanto anche quest’anno ci stiamo preparando alla tua nascita, Gesù. Stiamo addobbando di luci e colori strade e vetrine. Stiamo girando in lungo e in largo alla ricerca di regali. Ci stiamo preparando alle abbuffate di Natale e di Capodanno. Stiamo facendo scrivere ai nostri bambini lettere a quei due vecchi rimbambiti, Babbo Natale e la Befana, buoni soltanto ad alimentare il nostro consumismo esasperato. Tra qualche giorno saremo inondati da maghi, oroscopi, fattucchieri che ci racconteranno cosa ci riserverà il nuovo anno: anche quest’anno ascolteremo le chiacchiere di questi ciarlatani.

Anche quest’anno, impegnati a pensare a tante cianfrusaglie, dimenticheremo che Natale è la tua e la nostra festa. La festa della tua nascita nel nostro cuore.

Anche quest’anno dimenticheremo che Natale è l’occasione per cominciare a vedere dei fratelli intorno a noi. E che possiamo sempre pregare per loro, quando non avremo la forza per aiutarli in altro modo.

Anche quest’anno dimenticheremo che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quello che gli chiediamo.

Anche quest’anno dimenticheremo che ogni persona che incontriamo merita d'essere salutata con un sorriso.

O magari no. Magari non dimenticheremo queste cose. Magari vivremo finalmente un Natale diverso. Magari riusciremo a recuperare il suo vero valore. Magari riusciremo ad aprire finalmente la porta del nostro cuore, per farne un luogo degno per la tua nascita. Buon Natale!

Sabato Bufano

 

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