L'AMORE UNIVERSALE

di Antonio Sbisa'

  

 

    L’espansione dell’amore parte da un nucleo inesauribile e si esprime ed evolve creando. Costituisce la matrice divina della creazione, la forma luminosa della nascita e della manifestazione della realtà. Si presenta come un dio che fiammeggia, incendia, sottilizza, accoglie, unisce, integra, sempre elevando, sempre beato. Presente ed irraggiante nell’essenza di ogni essere, tende a risvegliare l’anima, la psiche, e ad unirla a quella di tutti gli esseri.

   Nella filosofia il particolare rappresenta un’area esistenziale e personale circoscritta, l’universale la totalità, e l’individuale il particolare risvegliato e sintetizzato nella totalità. Ogni individualità comprende quindi in sé anche l’universale.

   L’amore acceso nell’amore per se stessi si espande verso gli altri: si presenta come amore per la natura, per la società, per gli ideali,   come amore per le singole persone, o per le varie forme comunitarie.

   L’amore è sempre amore universale, perché comprende ed unisce la totalità del divino. Amiamo con la nostra individualità, con le intenzioni e le possibilità del nostro io, ma amiamo anche con la stessa forza del dio dell’amore, cui abbiamo concesso il nostro cuore. Amiamo con tutte le forze dell’universo presenti nella sostanza stessa del nostro spirito e del nostro corpo. Amiamo con le forze dell’universo, con la volontà creatrice della vita. Siamo passivi, riceviamo e sentiamo l’amore, e siamo attivi, nell’invocarlo e nel coltivarlo. Non siamo mai soli nell’amore. Non siamo mai soli in generale, ma l’amore in particolare esprime e manifesta delle forme spirituali connettive profonde, precedenti l’impostazione dell’individualità.

Lo stesso amore parte dal nostro io e si rivolge sempre a tutto l’universo, anche quando in concreto riguarda una persona od una particolare esperienza. Parte l’intensità esuberante dal mio cuore, sembra volare, immergersi nel cuore dell’altro, e l’entusiasmo trova espressioni come ‘mio’ e ‘tuo’ per designare un’esperienza che in realtà sfonda completamente il ‘mio’ ed il ‘tuo’, sia in chi ama, sia in chi è amato. Oscilliamo spesso fra questa pretesa egoica e la paura di perderci, di perdere l’identità, perché mi do all’altro, ma spesso proprio perché mi dono all’amore. In realtà la vera individualità profonda nasce proprio quando sentiamo l’inondazione dell’amore provenire sia dal nostro interno, sia dall’interno dell’altro.

L’amore investe l’altro come singola individualità, ma anche come portatore, conduttore egli stesso della presenza universale. L’universo viene ad amarci nella persona che amiamo e che ci ama.

    Dal centro di una relazione amorosa, di qualsiasi tipo, si espande l’amore come raggiera verso tutti gli altri, dai più vicini ai più lontani, secondo i più diversi criteri. L’amore espande ed unisce: uniti quindi due che diventano uno, continua il processo divino a crescere su se stesso, quasi a voler includere tutti gli esseri in un unico abbraccio. Proprio l’entusiasmo che vivo con una persona, che in realtà sento in me stesso, e sento unirsi all’altro, quasi sopra le nostre teste, per così dire, proprio questo entusiasmo diventa contagioso e si espande nelle altre relazioni. 

   Sicuramente esistono molti motivi ideali per cui si auspica che l’uomo ami tutti gli esseri, l’umanità, la natura, le altre forme di vita di ogni tipo che sovrabbondano negli universi. Giustamente dovremmo sempre benedire tutti gli esseri che incontriamo, l’espansione dell’amore si presenta come benedizione e celebrazione.

   L’amore è quindi ‘universale’ sia perché chiede che si amino tutti gli esseri, sia perché riconosce e vuole sperimentare come l’universale sia presente realmente in ogni persona ed in ogni singola relazione amorosa. Il tutto è presente nelle parti.

L’amore è un’energia inesauribile, possiamo amare infinitamente.

La presenza dell’amore universale in una singola relazione implica la volontà e la capacità di vivere la natura intima spirituale e creativa dell’amore, si realizza nel vivere in sé la pienezza divina, perché lei stessa poi si espande.

 

 

             La comprensione dell’amore universale riguarda la compenetrazione dei diversi amori sia all’interno di una persona, sia all’interno di una coppia. Sentiamo il piacere, la sintonia, la condivisione, spostarsi dal sentimento espresso ad un figlio, ad un atto d’amore verso i genitori, ad un’immersione con il partner, al gusto dell’incontro con un amico, e tutto sembra scorrere distinto nello spazio e nel tempo, anche quando pochi minuti e pochi metri separano una situazione da un’altra. Ma le percezioni ed i sentimenti hanno un’estensione anche percettiva immediata molto superiore agli spostamenti ed ai cambiamenti delle persone.

   Ogni incontro nuovo rappresenta un universo nuovo, anche se inizia quando si è appena concluso un altro incontro, con un’altra persona. Senza dubbio fa parte della sensibilità e dell’impegno di una persona prepararsi, essere vigile ed attento, in modo da concentrarsi sulla presenza immediata del rapporto e della persona che sono ora e qui. Ma questo non vuol affermare che si possa immaginare e pretendere che un incontro con una persona riprenda esattamente da dove si era interrotto o concluso nell’incontro precedente. Come se si trattasse di riprendere la visione di un film che si era interrotta precedentemente. Non si può pretendere o desiderare che la persona che incontri conservi esattamente emozioni ed energie che ha vissuto con te in un momento precedente, come se una persona potesse e dovesse vivere realmente soltanto quando si trovi in presenza dell’altro.

   La persona è sempre immersa nelle emozioni e negli incontri che vive, e quando si realizza uno spostamento da un incontro all’altro, da una persona all’altra, ci portiamo dentro nel cuore e nel corpo gli incontri e le persone precedenti. Accettare se stessi e gli altri implica riconoscere ed accettare profondamente questa continua apertura e mobilità dell’identità individuale. Ritroviamo quindi l’originalità e l’unicità della persona che amiamo in quella forma di rapporto, secondo quel circuito di sintonie, concentriamoci, sentiamo e sappiamo che ora viviamo un incontro con questa persona, non siamo fisicamente presenti alle persone ed agli incontri vissuti nelle ore precedenti. Ma questo vuol dire soltanto che comunichiamo e doniamo all’altro la sintesi energetica che l’amore universale ha maturato dentro di noi in quel momento. Io sono in ogni modo figlio ed erede dei venti emozionali e passionali presenti nelle persone e negli incontri che ho appena vissuto, e questi si trasmettono e trapassano lo stesso anche nella persona che ho ora di fronte, e che a sua volta comprende in sé i flussi relazionali ed affettivi che ha vissuto, anche se molto lontani dai miei.

 

    Non esiste la possibilità che due individui immaginino di vivere soltanto se stessi e l’altro, neanche quando vivono in una stretta convivenza materiale. Certamente, questo mare di flussi e di sentimenti mi può travolgere. Se non sono forte, se non ho fiducia in me stesso, se mi faccio trascinare dalle mie paure, avrò sempre il timore che questo mondo dirompente mi porti via l’amore per quella persona, o il suo amore per me, ed all’interno di questi, un mutare continuo di impulsi, passioni, desideri, tali da sembrare rendere impossibile che l’armonia di una coppia possa sussistere e continuare. Se non sono forte, penserò sempre che il partner, il figlio, o l’amico, vivano sentimenti, esperienze e valori che li possono allontanare poi da me. Come fare a vivere in questa deriva universale dell’amore ?

    L’amore universale implica prima di tutto la fiducia e l’abbandono all’amore in quanto tale, la fiducia che i processi dell’amore e dell’universo abbiano una loro profonda armonia interna.  Se sento vivo l’amore in me, se sento l’entusiasmo per la vita, se ho la cura costante di me stesso, so e sento che le spiagge amorose dell’universo mi portano sempre qualcosa di creativo, di nuovo, di bello, d’inebriante. Sia questo appaia nel rinnovamento costante del rapporto con il partner, sia questo appaia nell’intuire la nuova vita che appare nei rapporti di coppia dei propri figli, sia che questo appaia negli sguardi fugaci e ricchi delle persone che passano per la via, o delle nuvole del cielo che s’intrecciano con il ricordo di una scena d’amore, che a sua volta si mescola con un’altra storia.

 

Sentire in modo esclusivo e geloso un momento di vita, d’intimità, od un rapporto, sembra proprio voler isolare una goccia del mare dalle correnti fluttuanti. Ma se vivo profondamente e totalmente quella goccia, essa sarà mia, nel senso tradizionale, come mai altrimenti potrebbe esserlo.

 

L’amore universale articola continuamente le trame dei rapporti fra le parti ed il tutto, arricchisce e distribuisce continuamente l’esperienza di vita e di amore di una persona nelle trame dei rapporti che ha vicino. Si formano anime collettive d’amore, e queste a loro volta si spostano, si amano, si fondono, fino alla formazione concreta di un amore universale che sembra quasi una persona che si muove ed ama da sola.

Si tratta sempre della necessità di fare nascere qualcosa di nuovo e di unico, una persona, un rapporto, un prodotto, e di comprendere che questo non può’ naufragare, perdersi, scomparire, nel grembo della totalità. Poi si tratta di comprendere come questa totalità proceda verso forme progressive di unità dinamica. 

In condizioni evolute, dove vive l’amore per se stessi come splendore del Sé, l’individuo ricerca e manifesta contemporaneamente la felicità sua e la felicità della società e dell’universo. L’amore stesso tende a sviluppare l’unicità degli individui e ad integrarli in una forma di unità amorosa progressiva totale.

 

Antonio Sbisà

 

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