NON SOLO AMERICA

Di Lorenza Guidi

Fermo restando lo sdegno e la stigmatizzazione per ogni atto terroristico, io vorrei esaminare la questione da un altro punto di vista, quello di chi si ritiene cristiano e fino ad oggi, da secoli, si accorge che a nulla è servito che popoli interi ridotti alla schiavitù, alla povertà, alla fame, si siano appellati a quelle potenze, a quelle popolazioni che potevano aiutarli.
 Nell'attuale villaggio globale, chiuso nel suo gretto individualismo, a questi appelli accorati non corrisponde nè la capacità di individuare i bisogni dell'altro, nè, purtroppo di rispettare la sua dignità. Sempre di meno ciò che vediamo e sentiamo fa breccia in una struttura di un "io" sempre più egoista.
 
Forse che le migliaia di bambini che muoiono ogni giorno di fame e di stenti fanno meno orrore delle migliaia di vittime di oggi a New York?
Sono entrambi il prodotto di un egoismo umano che si allontana sempre di più dai doni preziosi del suo Creatore per perseguire come scopo della vita il potere e la sopraffazione dell'altro, innescando una spirale di violenza che forse non finirà mai.
E' una considerazione amara, la mia, che non vede soluzioni se non nel perdono e nel ricominciare da capo un dialogo interrotto, prendendo ciascuno su di sè le proprie responsabilità.
                                       

Lorenza Guidi


"Qui sotto riporto due poesie riguardanti questo sconvolgente avvenimento, pervenuteci da due nostri interattivi autori, attraverso la Mailing List di Interactive People."


DUE TORRI SUPERBE!!!

Due torri superbe lanciate nel cielo

Arcano raffronto con antico sfacelo!

E’ uguale il destino di ogni superbia

Nel nulla ricade ogni dura protervia.

 

Due torri innalzate alla gloria vincente

Per lo sguardo stupito di tutta la gente!

E’ lo stesso il traguardo di tutte le sfide

Ridursi ad un bel niente, come un protide.

 

Se lanci un pensiero oppure compi un’azione

Che miri sempre più in alto come gran faraone

E’ naturale sviluppo che sopraggiunga l’invidia

Nascosta e covata per allestir successiva l’insidia.

 

Effimero è il gioco che si crede sublime

Sublime è il riscontro che vano è regime

Di tutti quanti in potere esagerano il tono

Credendo per sempre rimanere sul trono!

 

E’ questo il cammino del bel Creato infinito

devoto e profano in alterno mai progredito:

alterna è fortuna costruita senza il rispetto

è chiaro anche questo del vangelo precetto:

 

chi di spada ferisce nello stesso modo perisce

chi grande banchetto in esclusivo imbandisce

da ricco epulone trascurando parecchi invitati

non può che incitare quanti si senton derubati.

 

Occhio per occhio, dente per dente: antico verdetto

Istintivo il concetto che sol in vantaggio è interdetto!

Quanto poco si pensa nella maniera dovuta preventiva

Che giammai duratura rimane ogni ingiusta prerogativa!

 

E’ questo il sublime effimero gioco opportuno:

che tutto ben si armonizzi in universale raduno.

Soltanto il sopruso che sia mascherato in bel modo

Può richiamar la vendetta come natural suo approdo.

 

Il vero amor non è mai sazio

Quando vige in tutto lo spazio.

 

Francesco Gheza 15 settembre 2001


 

Le Torri di Manhattan

 

Crollano torri certezze e presunzioni

Di un occidente nel contempo feroce e ingenuo

Un attimo solo , e quello che hai in fumo

Ma che cos’abbiamo veramente?

Come un gatto

Solo quello che sta dentro alla nostra pelliccetta

Gli affetti, la nostra capacità di balzare

Di metterci in salvo

Di sopportare

E di ridisegnarci ogni giorno

La vita

Crolleranno borse

E se si andasse a una guerra la nostra esistenza ne uscirebbe

Stravolta

E allora?

Non sarebbe che un momento

Insignificante di una storia che da sempre

è stata intessuta di violenza e di irrazionalità

La storia non si snoda

Come una catena

di anelli ininterrotta,

diceva Montale,

…la storia non contiene

il prima e il dopo

la storia non è prodotta

da chi la pensa e neppure

da chi la ignora

…la storia non procede

né recede, si sposta di binario

e la sua direzione

non è nell’orario.

Ogni tanto qualche scrollone

Di questi insetti minuscoli che noi siamo

Davanti alla televisione

Guardavamo tempo fa

Assieme alla mia colf serba

Le stragi della sua patria

Scenari di morte

Qua e là

Là e qua

Sempre

E noi?

Si vis pacem para bellum,

dicevano e non era sbagliato

Certo un po’ di prudenza

( la vita si è sempre retta su equilibri di forze)

E un po’ più di efficienza nei servizi segreti

Come in tanti altri campi della nostra società

non sarebbero stati neanche male

Ma non è solo questo

Alla follia della storia (e della vita)

Non possiamo strappare che qualche momento di tregua

Godendoci quel poco di bene che riusciamo a raggiungere

Sapendo che al di qua e al di là di quel fragile cerchio

C’è solo in varie forme la morte.

 

Marina Torossi Tevini


 

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