VALLE D'AOSTA 

EMERGENZA ALLUVIONE

Di Guido Ferranova

Sono bastate 72 ore di pioggia, per spazzare via interi paesi della Valle d'Aosta, per isolarla dal resto dell'Italia. Sono bastate 72 ore di pioggia battente, incessante, per mettere in ginocchio questa regione rinomata per il turismo, per le sue caratteristiche vallate, ma anche efficiente e produttiva a livello industriale. Ora, dopo la paura, dopo l'inquietudine, ora che il cielo sembra essersi finalmente rasserenato, ora che l'acqua inizia a ritirarsi, si calcolano i danni, si contano le vittime e non resta che la disperazione. La disperazione di un popolo che però non si da per vinto, un popolo forte, orgoglioso, che si è visto crollare sotto gli occhi le proprie case o le ha viste sommerse dall'acqua, dalla melma e ha dovuto evacuarle lasciandole in balia degli sciacalli, che è stato costretto ad abbandonare il proprio paese per cercare rifugio in zone più sicure. Che si è visto portare via dalla furia delle acque i propri cari. Ma che nonostante tutto ha voglia di ricominciare, di rimboccarsi le maniche e ricostruire, mattone su mattone, pietra su pietra quella che fino a pochi giorni fa era la propria realtà, una realtà fatta di case, di strade, di industrie costruite nel corso di lunghi anni anni di duro lavoro, e di cui ora, dopo solo 72 ore di pioggia, non resta altro che acqua, fango e desolazione.

L'orgoglio, la determinazione, la voglia di ricostruire di questa gente però non bastano, non possono bastare, i danni sono davvero ingenti, il lavoro da fare per riportare questa regione alla normalità è enorme. C'è quindi bisogno della solidarietà, dell'aiuto, fisico, economico e morale di tutti, non dimentichiamo quindi questa gente, non dimentichiamoci di chi, anche quando le telecamere si spegneranno, quando la stampa e la televisione non parlerà più di questi fatti, continuerà a lavorare duramente e con dignità per ricostruire ciò che l'alluvione ha spazzato via. 

Io, che proprio in questi giorni, insieme ad alcuni miei amici della redazione di Interactive People, sto prestando soccorso volontario a questa gente, ho scoperto, ho apprezzato, una dignità incredibile in loro: Non si lamentano, non denunciano la scarsa efficienza, o l'intempestività dei soccorsi, non derogano alla negligenza di altri le colpe di quanto è loro successo, come invece spesso in questi casi si è soliti fare, ma semplicemente, hanno capito che di fronte alle forze della natura, l'uomo nonostante il progresso, nonostante la sua intelligenza, è comunque impotente. Di fronte a certi fenomeni atmosferici, l'uomo non può fare altro che mettersi da parte ed aspettare che il peggio sia passato, se non vuole essere travolto dagli eventi stessi. Io, che ho vissuto nella bassa valle per anni, che ho vissuto in mezzo a questa gente per tanto tempo, ne ho scoperto un'altra faccia, quella più vera. Questa gente, che al primo impatto sembra così chiusa e diffidente, così ottusamente attaccata alle sue tradizioni, ha dentro un grande cuore, è gente vera, autentica, che ha il coraggio di riconoscere i propri limiti e l'orgoglio necessario per tentare di oltrepassarli.

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