--- LE TRE DECADI ---


a cura di gjespo85, con la collaborazione di Paolo e Tiz

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L'evoluzione delle 125 Smallframe dagli anni '60 agli anni '80. Tre decadi, rappresentate da tre modelli che sembrano simili ma sono alquanto diversi. Le tre Vespa rispecchiano l'evoluzione della tecnologia negli anni, con le varie modifiche per migliorare le prestazioni o l'affidabilità del propulsore e della scocca. I tre modelli rappresentano rispettivamente gli anni '60, '70 e '80 del mondo 125 Smallframe e sono la Vespa 125 Nuova, la Vespa 125 Primavera e la Vespa 125 Primavera ET3.

Con questa recensione andremo ad indicare precisamente gli aspetti che differenziano i tre modelli, con particolari che anche sui manuali specifici non sono menzionati.


--- VESPA 125 NUOVA ---

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La "125 Nuova" è la prima smallframe ad adottare di serie un motore 121cc. Derivata probabilmente dal telaio della 90SS è stata prodotta in 17.100 esemplari negli anni 1965-1967. Venduta in un unica colorazione Azzurro metallizzato (codice MaxMeyer 1.268.0110) presenta copriventola, cerchi ruote, tamburi, mozzi anteriori, tubo sterzo, cuffia cilindro verniciati in Alluminio (codice MaxMeyer 1.268.0983). Il fondo è di color Nocciola (codice MaxMeyer 3000M).

La sigla telaio è VMA1T e quella motore è VMA1M. Molti pensano che VMA1 indichi la prima serie della Primavera, invece nn è così. VMA1 indica esclusivamente il modello 125 Nuova.


PRODUZIONE
ANNO CODICE DA A PRODUZIONE
1965 VMA1T 01001 08392 7392
1966 VMA1T 08393 014781 6389
1967 VMA1T 014782 018100 3319

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DETTAGLI RILEVANTI

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Il parafango anteriore presenta lo stesso fregio di alluminio che verrà utilizzato sulle Primavera e il coprimolla è di plastica grigia. Sullo scudo anteriore privo di bordoscudo si notano la scritta "Vespa 125" in corsivo e lo stemma Piaggio rettangolare, mentre sul posteriore non c'è alcuna scritta. Il manubrio ha il faro tondo senza cornice cromata (optional), inoltre il trasparente Siem è diverso dalle serie successive. Il contachilometri è ornato da una cornice cromata ed è scalato fino a 100km/h e presenta sempre il simbolo Piaggio rettangolare; non c'è il blocchetto per la chiave di accensione e il bloccasterzo è ovale. Le strisce pedana sono più larghe rispetto a quelle che verranno usate sulle Primavera. Il comando del rubinetto serbatoio ha il pomello in alluminio come sulle 50cc. La Vespa veniva venduta con monosella e portapacchi, ma come optional si poteva avere la sella doppia piatta e alta. Il faro posteriore è composto da una carcassa in alluminio lavorato e in tinta con la carrozzeria come sulla 90SS; il trasparente Siem ha una cornice di alluminio attorno al catadiottro. Il copriventola ha la griglia a "V" come quella che viene usata sulle 50cc del tempo e la cuffia cilindro è in metallo (abbastanza rara da trovare per il cilindro 125cc). Sulla pancia sinistra non c'è il portaoggetti che verrà introdotto dalle Primavera.

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Alcuni dettagli curiosi, che caratterizzano questo modello e che sicuramente non tutti conoscono sono: la bombatura accentuata del manubrio sopra al faro, il clacson uguale a quello usato dulle 50cc della stessa epoca, le leve frizione-freno lunghe e fine con pallina di grandezza media (non quelle a punta della Vespa 50), le manopole retinate di colore chiaro e con stemma rettangolare. La nervatura di rinforzo dietro allo scudo anteriore, il cavalletto di diametro inferiore rispetto a quello ET3, il serbatoio predisposto per il fissaggio del monosella (come sulle 50cc), la marmitta a padellino con il terminale posizionato sopra la saldatura, la nervatura di rinforzo all'interno della pancia sinistra. Altre differenze meno evidenti sono ad esempio il corto leveraggio frizione sul motore (come sulle 50cc). Ecco spiegata la motivazione delle leve lunghe con pallina media: la leva che invece viene adottata sulla ET3 e sulla terza serie della Primavera (quella con pallina grossa) necessita di un leveraggio frizione più lungo. Altra differenza dalle discendenti è il simbolo piaggio rettangolare sul volano e sullo statore. Ultimo particolare: il passo è più corto di 2cm rispetto alle Primavera.

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CARATTERISTICHE TECNICHE


Motore: Monocilindrico a due tempi, due travasi - Ammissione rotante - Avviamento a pedale - Cilindrata di 121,1 cc - alesaggio di 55mm, corsa di 51mm - Raffreddamento ad aria forzata - Rapporto di compressione 7,5:1.

Accensione: a puntine a 6V/50W - Anticipo 25°±1 prima del PMS - Candela con grado termico 240 della scala Bosch - Distanza tra gli elettrodi della candela 0,6 mm.

Alimentazione: con miscela al 2% di olio - carburatore Dell'Orto SHBC 19/19 - diametro del diffusore 19 mm - Getto del massimo 74 - Getto del minimo 42 - Getto dello starter 60 - Polverizzatore 175 - Vite del minimo aperta di mezzo giro o 3/4 di giro.

Trasmissione: Trasmissione primaria a ingranaggi, secondaria diretta - cambio manuale a quattro marce. Olio cambio SAE 30 o SAE 10W40.

Corpo del motociclo: Carrozzeria portante - Freni a tamburo - Ruote 3,00-10".

Dimensioni e peso: Lunghezza di 1,66 m - Larghezza di 67 cm - Altezza di 1,01 m - Passo di 1,16 m - Peso a vuoto 78 kg.

Velocità massima dichiarata: 80 km/h.

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PRESTAZIONI


La "125 Nuova" non ha prestazioni tra le più brillanti. Dei tre modelli è la meno prestante, un po' per il fatto che era la prima 125 smallframe e poi la tecnologia si è evoluta, un po' perchè è un modello "turistico" e quindi la velocità non è stata considerata una priorità. Una lenta ripresa termina a circa 80 km/h di velocità massima. Ha una buona coppia ai bassi, ma il carburatore da 16mm "strozza" il motore e non riduce affatto i consumi. Questo perchè si è costretti a tenere molto accelerato per poter andare a velocità rispettabili.


--- VESPA 125 PRIMAVERA ---

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La "125 Primavera", discendente della "125 Nuova", porta vari miglioramenti nel mondo delle Smallframe, sia in termini di prestazioni che di confort. Prodotta ufficialmente in 152.874 esemplari dal 1967 al 1976, ma ufficiosamente in 220.329 esemplari dal 1967 al 1983 si divide in tre serie distinte. Le colorazioni ufficiali sono Biancospino (codice MaxMeyer 1.298.1715), Chiaro di Luna metallizzato (codice MaxMeyer 2.268.0108), Marrone metallizzato (codice MaxMeyer 1.298.5130) prodotto dal 1972 al 1976 e sostituito poi probabilmente dal Blue Marine (codice MaxMeyer 1.298.7275). E' probabile che siano state prodotte Primavera anche con colorazioni diverse, tipo Verde Foresta e Azzurro metallizzato. Il fondo cambia colore e diventa Grigio (codice MaxMeyer 8012M).

Cerchi ruote, tamburi, mozzo anteriore, tubo sterzo, cuffia cilindro sono verniciati in Alluminio (codice MaxMeyer 1.268.0983).

La sigla telaio è per tutte e tre le serie VMA2T e per il motore VMA2M.


PRODUZIONE
ANNO CODICE DA A PRODUZIONE
1967 VMA2T 020001 022874 2874
1968 VMA2T 022875 031548 8674
1969 VMA2T 031549 036266 4718
1970 VMA2T 036267 042299 6033
1971 VMA2T 042300 049703 7404
1972 VMA2T 049704 060345 10642
1973 VMA2T 060346 076660 16315
1974 VMA2T 076661 0102258 25598
1975 VMA2T 0102259 0132239 29981
1976 VMA2T 0132240 0152875 20636
PRODUZIONE NON UFFICIALE
1976-83 VMA2T 0152876 0240329 87454


DETTAGLI RILEVANTI - COMUNI ALLE TRE SERIE

Lo scudo anteriore è incorniciato in un bordoscudo in alluminio lucidato e il parafango ha il solito fregio, lo stemma Piaggio invece è esagonale. Il manubrio ha sempre il faro tondo, ma questa volta la cornice cromata è di serie su tutti i modelli. Cambia il trasparente del faro e il clacson è di nuovo disegno. Non c'è ancora il blocchetto per la chiave di accensione, ma il contachilometri cambia: ora è scalato fino a 120 km/h e il simbolo Piaggio è esagonale. Il bloccasterzi rimane ovale, ma le strisce pedana si "restringono". Il comando del rubinetto serbatoio diventa di plastica, la sella di serie invece è quella doppia piatta e alta. Rilevante l'introduzione del portaoggetti sulla pancia sinistra. La marmitta rimane il classico "padellino", ma l'uscita dello scarico è posizionata sotto la saldatura (come sulla 50 Special).

PRIMA SERIE

La prima serie della Primavera parte dal 1968 e arriva fino al 1974, ovvero quando vengono introdotte le scritte in stampatello tipo ET3. Sullo scudo anteriore domina la scritta "Vespa 125" in corsivo, il manubrio presenta una gobba pronunciata e il faro posteriore ha il corpo in alluminio verniciato in tinta come sulla "125 Nuova". Viene aggiunta sul posteriore la scritta "Primavera", sempre in corsivo. Anche le leve frizione-freno sono le stesse. Cambiano le manopole retinate che diventano di colore nero, ma mantengono lo stemma rettangolare. I primi contachilometri originali col tempo ingialliscono, forse a causa della qualità della plastica. Il serbatoio rimane quello della "125 Nuova", ovvero con la predisposizione per il monosella, anche se non viene più venduto. La cuffia cilindro diventa di plastica, ma il simbolo resta rettangolare. Anche volano e statore rimangono con il simbolo rettangolare. Il cavalletto rimane di diametro inferiore a quello ET3. Il copriventola rimane quello della "125 Nuova".

SECONDA SERIE

La seconda serie è notoriamente la serie di passaggio tra la prima e la terza, perchè molti dettagli rimangono, mentre altri cambiano. Il particolare più evidente sono le scritte, che ora diventano in stampatello. Nel particolare: sullo scudo ora è presente la scritta "vespa", mentre sul posteriore c'è la scritta "125 primavera". Il faro posteriore rimane quello della prima serie. Ora il volano e lo statore presentano il nuovo simbolo esagonale come anche la cuffia motore e le manopole (sempre retinate nere).

TERZA SERIE

La terza ed ultima serie è molto simile alla succeditrice "125 Primavera ET3", difatti in questa serie cambia anche il faro posteriore (che diventa interamente di plastica), il cavalletto diventa quello che poi sarà usato anche sulla ET3 e il manubrio si appiattisce, anche se è ancora privo del blocchetto per la chiave di accensione. Il serbatoio diventa come quello della ET3, ovvero non c'è più la predisposizione per il monosella, e il bloccasterzi è rotondo. Le leve frizione-freno diventano grosse e tozze, con la pallina grande, come sull'ET3. Questo implica anche il cambiamento del leveraggio frizione sul motore.

NOTE DI RILIEVO

La colorazione Marrone metallizzato era venduta di serie con manopole bianche e sella bianca. Quando è stata sostituita dalla colorazione Blue Marine la sella è rimasta bianca solo per questo modello, ma sono piuttosto difficili da trovare.

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CARATTERISTICHE TECNICHE


Motore: Monocilindrico a due tempi, due travasi - Ammissione rotante - Avviamento a pedale - Cilindrata di 121,1 cc - alesaggio di 55mm, corsa di 51mm - Raffreddamento ad aria forzata - Rapporto di compressione 7,5:1.

Accensione: a puntine a 6V/50W - Anticipo 25°±1 prima del PMS - Candela con grado termico 240 della scala Bosch - Distanza tra gli elettrodi della candela 0,6 mm.

Alimentazione: con miscela al 2% di olio - carburatore Dell'Orto SHBC 19/19 - diametro del diffusore 19 mm - Getto del massimo 74 - Getto del minimo 42 - Getto dello starter 60 - Polverizzatore 175 - Vite del minimo aperta di mezzo giro o 3/4 di giro.

Trasmissione: Trasmissione primaria a ingranaggi, secondaria diretta - cambio manuale a quattro marce. Olio cambio SAE 30 o SAE 10W40.

Corpo del motociclo: Carrozzeria portante - Freni a tamburo - Ruote 3,00-10".

Dimensioni e peso: Lunghezza di 1,66 m - Larghezza di 67 cm - Altezza di 1,01 m - Passo di 1,18 m - Peso a vuoto 78 kg.

Velocità massima dichiarata: 85 km/h.


PRESTAZIONI


Il nuovo carburatore aumenta considerevolmente le prestazioni e diminuisce i consumi, questo perchè rispetto alla "125 Nuova" serve una minor apertura della ghigliottina per viaggiare alla stessa velocità. La velocità massima si aggira sugli 85-90 km/h e sono facilmente raggiungibili. Viaggiando in due il motore fatica un po', ma è più accettabile rispetto alla precorritrice.


--- VESPA 125 PRIMAVERA ET3---

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La "125 Primavera ET3" porta una ventata di novità tra le smallframe. A parte qualche piccolo cambiamento estetico, le differenze sostaziali sono tutte prestazionali. La tecnica di questo modello è molto avenieristica rispetto alle precedenti 125cc di mamma Piaggio. Il nome è contraddistinto da un nuova sigla, ovvero "ET3" che letteralmente significa "Elettronica 3 Travasi". Questo riassume tutti i principali cambiamenti che sono stati apportati sulla "125 Primavera", ovvero l'introduzione di un nuovo gruppo termico a tre travasi (2 laterali e 1 frontescarico) e l'accensione elettronica.

Le colorazioni usate su questo modello sono principalmente 4: Blue Jeans (codice MaxMeyer 1.298.7228) prodotto dal 1976 al 1978, Blue Marine (codice MaxMeyer 1.298.7275) presente in tre diverse tinte nell'arco degli anni, Chiaro di Luna metallizzato (codice MaxMeyer 2.268.0108) prodotto dal 1980 in poi e Rosso (codice Piaggio PIA 2/1). Copriventola, coprimozzo anteriore, cuffia ammortizzatore anteriore e portatarga sono verniciati in Nero Opaco, mentre cerchioni, tamburi, mozzi anteriori e tubo sterzo sono verniciati in Alluminio (codice MaxMeyer 1.268.0983). Il fondo rimane Grigio (codice MaxMeyer 8012M).

In questo modello il telaio porta la sigla VMB1T e il motore la sigla VMB1M.


PRODUZIONE
ANNO CODICE DA A PRODUZIONE
1976-83 VMB1T 1101 150143 149043


DETTAGLI RILEVANTI - COMUNI ALLE TRE SERIE

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L'ET3 presenta diversi cambiamenti rispetto alla Primavera, esteticamente si notano subito le strisce adesive azzurre presenti con questo colore SU TUTTI I MODELLI; sulla pancia sinistra è riportata la scritta "ELECTRONIC". Non esistono strisce originali, ovvero usate da Piaggio, con colori diversi. Tutte le altre strisce di colori diversi tipo bianche, rosse o nere che vedete in giro sulle ET3 NON SONO ORIGINALI, ma sono/erano prodotte da UTAH, una nota marca di accessori dell'epoca (che produceva anche i famosi Fox e quant'altro).

Questo modello è riconoscibile per l'aggiunta della targhetta con la scritta "ET3" arancione sul posteriore. Il manubrio presenta un contachilometri scalato fino a 120 km/h, ma questo cambia dopo il 1980. Prima era come quello della Primavera, ovvero con una cornice cromata, dopo viene sostituito da un contachilometri più sporgente e interamente di plastica. Sempre sul manubrio viene aggiunto il blocchetto per la chiave di accensione e dal comando luci sparisce il pulsantino per lo spegnimento.

Il clacson rimane quello con le feritoie incrociate fino al 1980, poi con la colorazione Chiaro di Luna viene introdotto il clacson con le feritoie orizzontali. La sella cambia: ora è più bombata e ha una nervatura sul bordo. Come già detto ora l'accensione è elettronica ed è comandata da una centralina posizionata nel vano portaoggetti nella pancia sinistra. Il bloccasterzi è di forma rotonda e il faro posteriore è completamente di plastica trasparente. Lo scarico ora è "a siluro", affusolato e nero. Le manopole restano nere ma hanno un disegno diverso e il simbolo è esagonale.

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BLUE JEANS

Questo modello, prodotto dal '76 al '78, è contraddistinto dalla sella in vilipelle simil-jeans.

CHIARO DI LUNA METALLIZZATO

Questa colorazione, prodotta dall'80 in poi è caratterizzata dall'introduzione del clacson con feritoie orizzontali e dal contachilometri più sporgente ed interamente in plastica.


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CARATTERISTICHE TECNICHE


Motore: Monocilindrico a due tempi, tre travasi - Ammissione rotante - Avviamento a pedale - Cilindrata di 121,1 cc - alesaggio di 55mm, corsa di 51mm - Raffreddamento ad aria forzata - Rapporto di compressione 9,5:1.

Accensione: elettronica Ducati a 6V/50W - Anticipo 20°±2 prima del PMS - Candela con grado termico 240 della scala Bosch - Distanza tra gli elettrodi della candela 0,6 mm.

Alimentazione: con miscela al 2% di olio - carburatore Dell'Orto SHBC 19/19 - diametro del diffusore 19 mm - Getto del massimo 76 - Getto del minimo 42 - Getto dello starter 60 - Polverizzatore 175 - Vite del minimo aperta di mezzo giro o 3/4 di giro.

Trasmissione: Trasmissione primaria a ingranaggi, secondaria diretta - cambio manuale a quattro marce. Olio cambio SAE 30 o SAE 10W40.

Corpo del motociclo: Carrozzeria portante - Freni a tamburo - Ruote 3,00-10".

Dimensioni e peso: Lunghezza di 1,66 m - Larghezza di 67 cm - Altezza di 1,01 m - Passo di 1,18 m - Peso a vuoto 78 kg.

Velocità massima dichiarata: 96 km/h.


PRESTAZIONI

Lo scarico "a siluro" e il motore a 3 travasi, con l'ausilio dell'accensione elettronica, permette a questo modello di arrivare fino a circa 100 km/h, il che fa diventare l'ET3 la 125cc più veloce mai costruita dalla Piaggio. In montagna è divertentissima: il pesante volano permette una coppia notevole anche se si viaggia in due.


--- CONFRONTO ---

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Le tre Vespa a confronto danno molto da discutere, sia in termini di confort, che in termini di prestazioni. Esteticamente la "125 Nuova" e la "125 Primavera" sono le migliori, con lo snello faro posteriore che chiude la linea al posto del tozzo e rozzo fanale di plastica usato sulle ultime "125 Primavera" e "125 Primavera ET3". Per il resto sono alquanto simili come estetica.

Come confort le Primavera dispongono del bauletto sulla pancia sinistra, il che migliora l'abitabilità del mezzo.

Prestazionalmente invece la spunta ovviamente l'ET3, che con il potente propulsore rende la guida divertente, pur contenendo i consumi. L'affidabilità è grandiosa, come per tutte le Vespa: si possono fare anche chilometri tirando al massimo i motori e le Vespa non si lamentano mai. Tutti i mdoelli vanno con miscela al 2%.

TEST VELOCITA'

Ovviamente il test della velocità l'ha vinto la "125 Primavera ET3" con i suoi circa 100 km/h, seconda la "125 Primavera" con circa 90 km/h e terza la "125 Nuova" con circa 85 km/h. Il test è stato eseguito su strada pianeggiante, con il pilota abbassato. Per la "125 Primavera ET3" il peso del pilota è di circa 85 kg, per la "125 Nuova" il pilota pesa circa 75 kg e per la "125 Primavera" il conducente pesa circa 70 kg. Notevole infatti la velocità della ET3, perquanto il pilota sia più pesante degli altri due.

TEST CICLISTICA

Per quanto tutti conoscano la precaria ciclistica delle Vespa, bisogna dire che in montagna il mezzo è molto maneggevole e ci si può piegare fino quasi alla pedana sui tornanti. Tutte e tre le Vespa si comportano circa allo stesso modo, cambia qualcosa al variare del peso. Anche i freni ovviamente sono quelli Vespa, ovvero il difetto principale è che tendono a scldare e a frenare poco, inoltre con lo scaldare i tamburi tendono a deformarsi, e questo è particolarmente avvertibile e fastidioso sull'anteriore.

TEST CONFORT

Le tre vespa sono piuttosto simili come abitabilità: la gomma di scorta con il portaruota dietro allo scudo riduce lo spazio per le gambe, e le persone che superano il metro e ottanta di statura devono sedersi un po' più in dietro. Il bauletto sulla pancia sinistra delle Primavera è davvero un ripostiglio utile per documenti e quant'altro, anche se nell'ET3 lo spazio è ridotto dalla presenza della centralina. A dire il vero in più la centralina scalda un po', quindi sarebbe preferibile non riempire completamente il bauletto per lasciar respirare un po' il componente. Come sellatura l'ET3 è un po' più comoda per viaggiare in due. Le manopole migliori invece sono quelle delle VMA, perchè la retinatura non stressa i palmi delle mani come fanno quelle della ET3.


--- VALUTAZIONI ---

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Come valutazione questi modelli di Vespa si aggirano abbastanza in alto, o per la rarità, o per l'affidabilità o per la popolarità di queste 125.

La "125 Nuova" vanta il pregio di essere la più rara tra queste 125, quindi le valutazioni per un conservato passano tranquillamente i 1.500-1.600 Euro. Un restaurato può aggirarsi anche sui 2.000 euro, benchè con documenti originali si intende.

La "125 Primavera" ha diverse valutazioni per le diverse serie: trovare una 1^ serie restaurata a regola d'arte e con documenti in regola può passare i 1.400 Euro, se conservata in perfetto stato anche qualcosa di più... La 2^ serie dipende: diciamo che ci si può aggirare sui 1.200 per un modello marciante e con docs in regola, qualcosa di meglio per i restaurati. Anche la 3^ serie non è valutata tantissimo, un po' per la reperibilità dei ricambi e un po' perchè era il modello "base" rispetto all'ET3 che a quel tempo era già in produzione. Diciamo che 900-1.000 euro possonon essere un prezzo serio per un modello funzionante.

L'ET3, pur essendo stata prodotta in molti esemplari, è forse la più gettonata, affidabile e prestante delle tre, ecco perchè un ottimo restaurato può superare le valutazioni delle Primavera. Se si parla della "Blue Jeans" le valutazioni possono tranquillamente salire oltre i 2.000 euro. Per le ultime produzioni, quelle con colori diciamo "non ufficiali", un buon prezzo può essere sui 500-600 euro.

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