FOTTETEVI BASTARDI
Non gliela darò vinta. Oh no, gente bella, oh no. Poverino, s’è ammazzato, era un ragazzo tanto disturbato. Un peccato sia morto schiantato, ma lo si sapeva che era tanto disturbato. Oh no, gente cara, oh no. Già mi sembra di sentirli: perbenisti, benpensanti Quanti sono, quanti! Presunti normali, schizzati fino al midollo che si raccolgono per piangere e giudicare il povero ragazzo che s’è spezzato il collo, impiccato, ma tanto lo si diceva che era proprio disturbato. Era mio amico, insieme abbiam brindato e credimi se te lo dico già allora era disturbato. Dai suoi discorsi da due lire dai suoi atti da demente scusa sai, ma era evidente dove sarebbe andato a finire. Tanto buono, tanto caro ma non era tutto apposto, non è certo un caso raro se alla fine ne ha pagato il costo Bevevo troppo, era smodato, non ti dico una menzogna. Era tanto disturbato, era pieno di vergogna. Lui vedeva tutto nero, la sua vita era da cani Un peccato. Questo è vero, ma per fortuna noi siam sani!
DIALOGO DI UN UOMO CON LA SUA BIRRA
Ehi, bello, che fai stasera? Ti andrebbe di passare un paio d’ore, forse più, in compagnia di una magnifica bionda? Vattene. È sempre la stessa storia. Ogni volta che esco ti trovo acquattata ad aspettarmi nei bar, nei pub, nei ristoranti. Sei asfissiante! Ma ogni sera finisci sempre per passarla con me. Come mai? Sei insistente. Continui a passarmi e ripassarmi davanti, mi lanci occhiate languide e mi sussurri paroline dolci. È solo per farti tacere che acconsento. Guarda che quella voce, quelle occhiatine ammiccanti, esistono sono solo nella tua testa. Te lo dico io qual è la verità: tu hai bisogno di me. Senza di me ti senti perduto, triste, solo, e quel che più conta annoiato. Non credo. Forse ho provato piacere in te in passato, e forse ne proverò in futuro, ma non sia mai detto che io abbia bisogno di te. Vi sono forse altri modi nei quali puoi trovare piacere? L’amicizia, l’amore, la soddisfazione… Li hai mai veramente provati? La musica, la danza… Senza il mio accompagnamento? La lettura, la scrittura… Buone solo certi momenti e in determinati stati d’animo. Io invece sono sempre disponibile, e se non ne hai voglia fidati che dopo i primi due bicchieri te ne viene. Tu dopo mi fai stare male. Così almeno hai qualcosa a cui pensare anche quando sono andata via. Ti lascio dei pegni, dei regali, delle mute promesse. Oppure preferiresti, dopo essere stato con me, che tornassero immediatamente i pensieri e le preoccupazioni per questo mondo che ti offende e non ti capisce? E se l’alternativa è un po’ di mal di testa che ben venga! Almeno è una prova lampante che sei vivo e che non sei una fredda lastra di marmo. Dopo, a volte, provo repulsione per me stesso, a causa tua! No bello mio, guarda che qui sbagli. Io regalo solo spensieratezza e oblio. Non do cattivi consigli. Potrei? Grazie a me la tua parte più recondita salta fuori, e se non ti piaci non è certo colpa mia! Io sono sempre e solo un veicolo, ricordatelo! Prima ti esalti e poi ti svendi. E qui sbagli ancora. Non mi svendo proprio per niente. Non ho pretese di essere più di quello che sono, ma credimi, mi basta e mi avanza. Ho visto uomini in fin di vita gorgogliare implorando di potermi incontrare per l’ultima volta. Uomini sacrificano la loro essenza per me, a volte MUOIONO per me, capisci, e non ho niente da invidiare alle mie superbe e altezzose sorelle maggiori. Io sono molto meno difficile, molto meno possessiva e per questo più amata. L’hai detto anche tu ora: chi ti ama muore. Solo i più focosi e i più disperati. E anche se fosse? Tanto prima o poi dovete morire tutti, e se venite da me vuol dire che più di tanto quest’esistenza non vi esalta. Io la esalto per voi, e se per questo sarà più breve, tanto riguadagnato. È inutile parlare con te. In un modo o in un altro riesci sempre a volgere il ragionamento in tuo favore. Con i miei amanti non è mai stato un problema. Adesso offendi anche! No, mio caro, no. Faccio solo una constatazione. Difficilmente chi mi ama riesce a ragionare con me. È una partita persa dall’inizio. L’amore non è mai guidato dall’intelletto, almeno questo dovresti saperlo. E se l’amata sono io, più discorri con me e meno intelletto ti resta. Ecco, appunto. Se non è un male che tu vampirizzi la vita, allora che mi dici di questo? Chi per molto giace con te ne esce che è un idiota. Adesso esageri. Sai quanto ce ne vuole. Non confondermi con le mie sorelle maggiori. Se basto io a farti paura, allora solo incontrarle ti ucciderebbe sul colpo. Loro sono impetuose, passionali, dei veri vampiri. Io invece sono dolce, lenta, in un certo qual modo gentile. Neanche te ne accorgeresti, credimi. Trascorrerebbe tanto tempo, e pian piano ti ritroveresti sempre meno sofferente e sempre più ignaro. Non è un buon cambiamento? Sommato a tutto il resto che ti offro poi, direi, non hai certo nulla di che lamentarti! Basta, puttana! I tuoi discorsi mi hanno stancato! Ti bacerò per l’ultima volta! Muori! Prosciugati! A presto, amore…
DIALOGO DI UN UOMO CON LA MORTE
Il signor X, suppongo. Buonasera e ben trovato. Ma salve, gentile signora. Gradisce una birra? Temo proprio di dover declinare. Sono astemia, sa? Mi sorprende. Perché mai? In un lavoro come il mio, capirà, la lucidità è una prerogativa irrinunciabile. Che stupido! Mi perdoni, ha assolutamente ragione. Non vorremo certo vederla correre in giro scambiando una persona per l’altra. Sarebbe un problema non da poco. Già, già. Ma ora credo che sia il caso di mettere da parte i convenevoli. Vuol dire che…? Suvvia, non faccia lo gnorri. Capirà certo che non è mio uso presentarmi senza motivo. Beh, un altro motivo ci potrebbe essere, no? Fare due chiacchiere… Temo di no. Ma scusi! E le ragioni di grazia? Io sto benissimo! Non impallidisca così. E non balbetti. Finirà col farmi sentire in colpa. E la prego eviti le scuse puerili. Se sono qui vuol dire che devo esserci. Senza peccare di superbia devo dire che conosco il mio mestiere meglio di lei. Eeeh! Sono tutti buoni a dire così. Ma non si vergogna? Irrompere così nella vita di un pover’uomo a sbandierar pretese. Ma dico! E poi così vestita! Con quel pastrano nero! E quella falce! Mio dio ma lo sa quant’è lugubre? Vorrei vedere! Pensa che non ci abbia provato? Ma per quanto m’impegni continuerete tutti a vedermi così : arcigna, malvestita, col mantello e la falce. Mica è colpa mia! E poi scusi, cosa pretende? Se fossi vestita in maniera più allegra, alla moda magari, tutto sembrerebbe grottesco. Ma non le pesa dover andare sempre in giro così? Oddio…magari agli inizi…ma ormai non ci faccio più caso. Considerando ciò che mi tocca fare gli abiti sono l’ultima cosa della quale mi lagno sul mio lavoro. Ecco, vede? Non piace neanche a lei. E allora si regali una vacanza! Per stasera niente. Vada a divertirsi. Non beva, per carità, ma vada…chennesò…a ballare. Ecco! A ballare! Pensi quanto si divertirebbe! Forse riuscirebbe anche a strappare qualche sorriso e qualche applauso! Mio dio! Che immagine…grottesca. Io che ballo! E che diverto! Solo un malato si divertirebbe con me! Ma no, ma no. Dice così solo perché si è troppo calata nella parte. Rompa gli schemi! Si comporti per una volta come se non fosse lei! Si, bravo! E poi il lavoro sporco chi lo fa? Guardi che sono una stacanovista io! Mai un appuntamento mancato. Mai un impegno saltato. E più perdo tempo a parlare con lei più le probabilità di infrangere questo record si fanno palpabili. Suvvia, niente piagnistei! Muoversi, muoversi! In carrozza! E va bene! Ma mi deve capire. Dovevo pur provarci… Puerile. Ho capito, ho capito! Ma non si metta anche ha giudicare, adesso, eh? Sto aspettando. Posso almeno finire la birra? Temo di no. Fa male? Naaaa. Sarò gentile con lei. Un colpo secco e non se ne parla più. E dopo? Ah guardi, non me lo chieda. Il mio lavoro finisce qui. Ah… Pronto? Ehem…veramente no… Peccato.
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