MALATTIA
Chi siamo noi che avvertiamo i contrasti che soffriamo il presente cercando di fuggirlo tendendo ad una libertà stoica? Chi siamo noi che sentiamo i grovigli che come rami ballerini tra le foglie ci tengono l’anima? Chi siamo noi timorosi dell’indifferenza di affogare nell’uguale, nel banale confusi tra masse stolte? Forse malati? Sprezzante di piatte atmosfere e sterili abitudini mi sorprendo fiera nell’udirmi: "O malattia, mio privilegio".
SCAGLIE
Me ne vado per una strada in rovina sgualcita di crepe di terricci smussati di pietre taglienti. Ogni passo è in fallo e diverso dall’altro. Ogni passo urla con strazio fermezza. Ma il mio è un cammino storto, stonato che si infrange nel farsi Ed io stessa non sono altro che scaglie di vetro senza unità. Dolce sarebbe l’oblio delle orme già morte.
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