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stalingrado fu e resta la nostra idea di resistenza vittoriosa:stalin ne fu la negazione

onore al compagno leone trockij capo ideale dell'armata rossa

 ed onore al compagnonNestor Makhno che guido' la rivolta anarchica 

in ucraina


scultura  elaborato da alfonso m. gialdini,qualche secondo..e "parte"

l'animazione e' stata ottenuta elaborando una scultura di Gialdini,dall'autore stesso,;per altre animazioni clicca su SCRITTA

                                                  

                                                        

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Gialdini nel suo laboratorio

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Museattivo Claudio Costa

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Museattivo Claudio Costa
Tipologia Pittura;Scultura
Immagine del Museattivo Claudio Costa
"Senzanome" - opera di Claudio Costa
Indirizzo via C.Maggio 6 - presso IMFI
Orari
Biglietti
Telefono
Sito
Mezzi pubblici

Il Museattivo Claudio Costa � un museo della scultura ospitato nell'ex-ospedale psichiatrico di Quarto dei Mille, a Genova.

Indice

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La struttura museale

Nato come Museo delle Materie e Forme Inconsapevoli (I.M.F.I.) � stato rinominato a ricordo del suo ideatore - Claudio Costa - scomparso nel 1995.

Raccoglie un insieme di quadri,opere in tecnica mista,sculture, di artisti anche famosi, alcuni di fama internazionale, come lo stesso Claudio Costa, accostate ai lavori di degenti dell'ex-ospedale e di coloro che collaborarono nell'applicare l'arte come forma di appoggio terapeutico.

L'intero museo � considerato dalla critica come un'opera d'arte di Costa stesso, ferma restando la validit� sia delle opere dei singoli autori (sono presenti, fra le altre, opere di Davide Mansueto Raggio[1] Aurelio Caminati[2], Edoardo Alfieri, Giannetto Fieschi, Emanuele Luzzati) sia l'intero materiale utilizzato ad uso di studio psichiatrico.

  • Nel 2007 la biblioteca dell'ex ospedale ,ancora attiva e frequentata sopratutto per libri di consultazione specialistica nel settore psichiatrico, � intitolata a Claudio Costa.

Il giardino delle sculture

o delle sculture
"Giardino delle sculture"
scultura di Alfonso Gialdini

Dopo la morte di Costa, la scultura fu applicata in maniera pi� compiuta come tecnica di appoggio terapeutico, completando la parte interna gi� esistente del museo con una sezione esterna: il giardino delle Sculture, posizionato nei giardini dell'ex-ospedale e inaugurato il 23 aprile 1999. La sezione � collocata nel giardino della comunit� terapeutica Michelini, sempre all'interno del perimetro dell'ex-ospedale.

La tecnica basata sulle opere scultoree dei malati psichici tendenzialmente aggressivi si fonda sul supporto teorico di partenza ideato dal britannico Sir Read, che approccia la trasformazione dell'aggressivit� attraverso un metodo di utilizzo dell'aggressivit� stessa in senso creativo.

L'iniziativa � stata organizzata sul piano strettamente tecnico e logistico da Gianfranco Vendemmiati mentre gli interventi nello specifico applicativo sono stati condotti dall'artista-psichiatra Margherita Levo Rosenberg [3](responsabile del settore connesso all'uso terapeutico dell'espressione ed applicazione artistica presso la locale A.U.S.L.) e dallo scultore Alfonso Gialdini.Parte delle impostazioni teoriche degli interventi derivano da elaborazione ed affinamento di concetti espressi da Arturo Martini, Sir Herbert Read [4],Emile-Antoine Bourdelle [5][6](allievo di Rodin)

Fondatori

Scultura di Giorgio Asfofele
Scultura di Giorgio Asfofele
Per un inventario delle Culture
Per un inventario delle Culture
  • Claudio Costa
  • Luigi Maccione
  • Antonio Slavich (psichiatra, gi� collaboratore di Franco Basaglia)
  • Gianfranco Vendemmiati
  • Miriam Cristaldi (compagna di Costa e sua principale biografa)[7] [8]

Voci correlate

Bibliografia

  • Miriam Cristaldi - Materia Immateriale,identit�, mutamenti e ibridazione dell'arte nel nuovo millenio, con prefazione di Gillo Dorfles
  • Miriam Cristaldi - Claudio Costa - Attraverso i quattro elementi

Note

  1. [1]
  2. [[2]]
  3. [3]
  4. [4]
  5. [5]
  6. [6]
  7. Attraverso i quattro elementi
  8. Materia immateriale


collegamenti esterni

[7] Claudio Costa ed I.M.F.I._Museattivo Claudio Costa a Figure Dell'Anima Palazzo Ducale di Genova


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vai al sito di Miriam Cristaldi

vai al "doge art club"Genova

per contatti con:

Alfonso M.Gialdini

dagarossa@libero.it

spartaco552000@yahoo.com

curriculum Alfonso M.Gialdini

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scultura, problematica sociale

Alfonso Gialdini

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V

Alfonso M. Gialdini, nato a Genova il 6 settembre 1948, e' un ingegnere e ricercatore di formazione. Dal 1975 intraprese in parallelo la carriera di scultore.

Dal 1995 al 2002 la appplico' insieme a psichiatri e psicologi come tecnica di supporto terapeutico a gruppi di malati di mente presso il Museattivo Claudio Costa, alla morte dello stesso Claudio Costa, che lo aveva invitato numerose volte a svolgere con lui tale attivita'. Il Costa a sua volta aveva svolto tale attivita' con Slavich, collaboratore di Franco Basaglia.

Alcuni articoli di Gialdini che si basano sull'elaborazione ed affinamento di concetti espressi da Martini, Sir Read, Bourdelle (allievo di Rodin) furono usati per approfondimento su una tesi dell'Accademia Linguistica delle Belle Arti di Genova.

La serie di sculture collocate a Celle Ligure tra il 2005 ed il 2006 tende a dimostrare la convinzione di Gialdini sull'utilizzo di materiali e tecniche particolari in modo tale che la scultura abbia diffusione di massa come la pittura.

Indice

Opere in provincia di Genova e Savona

Scuole

  • I.T.I.I.S. Giorgi (Genova)
  • Liceo scientifico Cassini (Genova)
  • I.P.S.I.A. Meucci (Genova)
  • Scuola elementare (Celle Ligure)

Giardini

  • Giardino del municipio (Framura)
  • Giardino dell'ex ospedale psichiatrico (Quarto, quartiere di Genova)
  • Giardini e lungomare (Celle Ligure)

Istituzioni pubbliche ed associazioni

  • Biblioteca municipale (Celle Ligure)
  • Istituto Ligure Resistenza e Storia Patria (Genova)
  • Comunit? di San Benedetto al porto (Genova)
  • Sindacato CGIL (Genova)

articoli e critica

 

fotografie

sito di Italia Nostra Genova

pagine web ritenute di interesse

sito di miriam cristaldi

 

Nelle pagine di questo sito potete trovare, oltre alle foto del lavoro personale, articoli e lavori inerenti l'interazione arte-societa'

Se volete contattare il maestro, potete inviargli una e-mail al suo indirizzo di posta elettronica (cliccando sulla parte sottolineata).

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articoli e critica

 

 

sito di Italia Nostra Genova

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italia Nostra

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Italia Nostra, associazione ambientalista e di salvaguardia dei beni culturali nata a Roma 1955. � la pi� antica associazione ambientalista italiana.

Italia Nostra fu fondata, inizialmente, per una campagna settoriale e territorialmente limitata contro lo sventramento di un isolato nel centro storico di Roma, ma presto allarg� il suo campo di attivit� a tutto il territorio nazionale allo scopo di �proteggere i beni culturali e ambientali�, come da slogan associativo.

All�epoca, la sensibilit� verso i temi di salvaguardia artistica e ambientale non era diffusa tra i ceti comuni, essendo per lo pi� appannaggio di un ambiente �litario. Non a caso Italia Nostra nacque per iniziativa di un gruppo di intellettuali tra cui Desideria Pasolini dall�Onda, Antonio Cederna, Umberto Zanotti Bianco, che fu il primo presidente dell�associazione. Tra gli altri presidenti che si sono succeduti alla guida dell�associazione figurano, oltre ai citati, nomi come Filippo Caracciolo[1] e il famoso scrittore Giorgio Bassani. Dal 2005 Italia Nostra � presieduta da Carlo Ripa di Meana, che succede alla professoressa Pasolini dall�Onda.

Oggi, Italia Nostra conta pi� di 200 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale ed � socia promotrice di Europa Nostra, federazione di 220 associazioni di conservazione europee; partecipa inoltre al al BEE (Bureau Europeen de l'Environnement).

L�attivit� di Italia Nostra spazia dalla didattica, alla ricerca, dalla pubblicistica, al volontariato culturale, fino al suggerimento legislativo, contribuendo a diffondere nel Paese la cultura della conservazione del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, dell�ambiente cittadino.

I temi sviluppati da Italia Nostra sono:

  • i beni culturali
  • l'evoluzione naturale e storica
  • i centri storici
  • la pianificazione urbanistica e territoriale
  • i parchi nazionali
  • l'ambiente
  • la questione energetica
  • il modello di sviluppo del Paese
  • la viabilit� e i trasporti
  • l'agricoltura
  • il mare
  • le coste
  • le isole
  • i musei
  • le biblioteche
  • gli archivi storici

Collegamenti esterni

Bibliografia

  • Corinna Praga "Genova fuori le mura di con presentazione" di Franca Guelfi.Frilli editore 2005
  • Laura Monaco-Corinna Praga �Una giornata nella citt� - Suggerimenti per la visita e la lettura pluridisciplinare del centro storico di Genova� 1992 Sagep Editrice Genova 1992

Note

  1. Collabora a Wikiquote
    � Nel 1944 fu eletto segretario della Giunta Esecutiva permanente scaturita dal Congresso di Bari dei Comitati di Liberazione e nell'aprile dello stesso anno assunse la carica di sottosegretario agli Interni nel secondo governo Badoglio. Fu anche Segretario del Partito d'Azione e, dal 1949 al 1954, Segretario Generale aggiunto del Consiglio d'Europa.�
    [1]

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Formazioni di difesa proletaria

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Le formazioni di difesa proletaria furono formazioni combattenti di opposizione al fascismo nate spontaneamente in special modo tra il 1920 ed il 1922 e poi organizzate militarmente come fronte unito. La trasformazione avvenne, in particolare e per la gran parte, fra il 1921 ed il 1922.

La nascita delle formazioni di difesa proletaria � contestuale, in un certo senso, alla divulgazione, da parte di Benito Mussolini, del programma dei fasci di combattimento (il Manifesto dei Fasci italiani di combattimento[1]) in cui era sviluppata solo la seconda parte del programma di San Sepolcro.

Indice

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Antagonismo allo squadrismo

Il caso Corridoni
All'interno della vicenda delle formazioni di difesa proletaria, un caso di particolare rilevanza fu, anche per il nome che portava, quello riguardante Filippo Corridoni. Il contesto storico era quello del forte sviluppo registrato dall'interventismo di sinistra nel parmense. In seno a questo sviluppo era nata la Legione Proletaria intitolata a Corridoni che mantenne la propria autonomia nella difesa di Parma del 1922 combattendo al fianco degli Arditi del Popolo e destando, almeno in parte, stupore per la presa di posizione dello stesso Benito Mussolini.

Dall'assalto da parte di squadristi e gruppi di Arditi della camera del Lavoro di Milano ha inizio il percorso che porta - nel 1922 - alla spaccatura dell'associazione degli Arditi d'Italia, con la fondazione degli Arditi del Popolo, organizzazione paramilitare antifascista di fronte unito a forte componente comunista ed anarchica. Le formazioni di difesa proletaria danno vita nel biennio rosso all'occupazione delle fabbriche di Torino[2].

Le varie formazioni antifasciste, nate spontaneamente e legate alle posizioni politiche di partito, per far fronte allo squadrismo, sebbene potessero contare su uomini che forti dell'esperienza avuta nella prima guerra mondiale sapevano usare le armi) si dimostrarono talvolta ingenue nell'arte militare e la sconfitta delle Guardie Rosse di Torino (di periodo precedente), in parte ne � una testimonianza. Anche per questo motivo tali formazioni si coagularono attorno agli Arditi del Popolo, anche attirate da capi miltari efficienti provenienti dagli Arditi quali Argo Secondari, Vincenzo Baldazzi, Alberto Acquacalda, o dai ranghi degli ufficiali dell'esercito o che avevano partecipato all'impresa di Fiume come Antonio Cieri, Guido Picelli, Gaetano Perillo, Alceste De Ambris, Emilio Lussu, tutti valorosi ex combattenti della prima guerra mondiale, spesso pluridecorati.

Gli Arditi del Popolo

Bandiera utilizzata dagli Arditi del Popolo a livello nazionale. � conservata a Civitavecchia
Bandiera utilizzata dagli Arditi del Popolo a livello nazionale.
� conservata a Civitavecchia

L'ingresso sulla scena degli Arditi del Popolo provoc� anche un cambio di tattica militare con l'utilizzazione anche dell'attacco preventivo: quando si sapeva che era in preparazione un colpo di mano squadrista si provvedeva al rigido inquadramento militare degli uomini in centurie, ovvero in battaglioni secondo tecniche prettamente militari (la bandiera nell'immagine sopra � quella del battaglione o centuria di Civitavecchia, utilizzata anche nel resto d'Italia).

La tattica arrendevole del Partito Socialista e del Partito Repubblicano, che li disconobbe (punto 5 del patto di riappacificazione accettato dai fascisti e da questi ultimi mai applicato ma utilizzato per spaccare la sinistra); il settarismo della maggioranza del gruppo dirigente del Partito Comunista d'Italia (Antonio Gramsci era per contro attento al fenomeno e propenso all'appoggio), che contravvenne alle indicazioni dell'Internazionale, e le persecuzioni messe in atto da Ivanoe Bonomi impedirono l'adeguato sviluppo della nuova struttura militare antifascista. Non � da trascurare il non completo e necessario appoggio corale da parte anche della base non combattente aderente ai partiti in questione che rimase confusa dalle prese di posizione dei dirigenti.


I militanti dei succitati partiti continuarono comunque ad aderire all'organizzazione militare antifascista. Molti storici che si sono occupati del convulso periodo storico affermano che le formazioni di difesa proletaria, una volta organizzate come negli Arditi del Popolo, avrebbero potuto fermare il fascismo sul suo terreno, quello dello scontro armato (ad esempio ne tratta approfonditamente Tom Behan[3]).

Gruppi per connotazione politica e zona operativa

Per approfondire, vedi la voce Formazioni di difesa proletaria a Genova.

Formazioni di difesa proletaria operanti prima del luglio 1921

Personaggi di spicco - riguardanti prettamente le zone di Genova, Vercelli e Novara, importanti per la storia dell'antifascismo, sono stati il genovese Gaetano Perillo ed il vercellese Francesco Leone[6], che successivamente saranno fra i fondatori del fronte unito Arditi del Popolo nelle zone citate. La loro rilevanza storica � dovuta sia al loro impegno politico - che attraversa praticamente mezzo secolo ed oltre - sia come memoria storica (che nel caso di Perillo assume le dimensioni di uno dei maggiori storici del movimento operaio genovese).

Formazioni di difesa proletaria operanti dall'estate del 1921 all'autunno del 1922

  • Arditi del Popolo:fronte unito (nazionale)
  • Legione Arditi Proletari Filippo Corridoni (Legione Proletaria Filippo Corridoni): repubblicani, socialisti rivoluzionari, sindacalisti rivoluzionari (Parma)
  • Arditi Ferrovieri: fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo (Milano e dintorni)
  • Centurie proletarie: fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo (basso Friuli)
  • Ciclisti Rossi: socialisti, comunisti, anarchici fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo (Cremona e provincia, Venezia Giulia)
  • Corpo di Difesa Operaia: fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo (Torino e centri industriali dintorni)
  • Guardie Rosse Volanti: fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo:comunisti e socialisti (Crema e dintorni)
  • Squadre Comuniste d'Azione: comunisti (Italia nord-occidentale)
  • Squadre Difesa Proletaria: anarchici e comunisti (Fermo)
  • Squadre Azione Repubblicana: repubblicani (Romagna, Marche; zone di intensa attivit� furono anche il Lazio, e specificatamente Roma: forte fu la presenza di tale organizzazione dopo la scissione avvenuta nella capitale fra gli Arditi ed avendo la citt� stessa una forte tradizione insurrezionale. Anche la zona di Bari, dove agiva Giuseppe Di Vittorio, in quanto pur essendo generalmente riportate le formazioni di difesa proletaria come Arditi del Popolo, nella realt� l'insieme dei combattenti antifascisti in quell'area era pi� complessa).

Altre regioni in cui le formazioni di difesa proletaria furono attive sono state l'Emilia-Romagna e le Marche per tradizione storica in gran parte insurrezionalistiche ed anarchiche (Settimana Rossa e cosiddetta rivolta dei bersaglieri[7].

Occorre ricordare anche la tradizione antifascista di Livorno con il pluridecorato della prima guerra mondiale tenente Quagliarini e dei suoi Arditi del Popolo, tutt'oggi ricordati nella citt� toscana[8].:

Collabora a Wikiquote
� ... girate girate per per le strade di Livorno, ma nei rioni non potete andare vi son gli Arditi che vi stanno attorno e gli Ardenzini vogliono vendicare ... �
(strofa della canzone del Fronte Unito Arditi del Popolo di Livorno)

per maggior conoscenza Via Oberdan Chiesa

Bibliografia

  • AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma
  • AA.VV., Pro Memoria. La citt�, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di Parma, Parma, 1997
  • Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
  • Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
  • Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Marco Rossi, Arditi, non gendarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
  • Luigi Balsamini, Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
  • Tom Behan, The Resistible Rise of Benito Mussolini

Note

  1. Vedi: Manifesto dei Fasci italiani di combattimento.
  2. Fonte: Antoniogramsci.com.
  3. Fonte: Comunebologna.it e * Tom Behan, The resistible rise of Benito Mussolini.
  4. [1]
  5. [2]
  6. Fonte: Storia900bivc.it.
  7. Fonte: Giornale.regione.marche.it e Fiamme Cremisi.
  8. [3]

Personalit�

Errico Malatesta con un gruppo di Arditi del Popolo
Errico Malatesta con un gruppo di Arditi del Popolo

Note

Voci correlate [modifica]

Collegamenti esterni

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Arditi del Popolo

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Un simbolo degli Arditi del Popolo
Un simbolo degli Arditi del Popolo

Gli Arditi del Popolo furono un'organizzazione antifascista nata nell'estate del 1921 da una scissione della sezione romana degli Arditi d'Italia per iniziativa di un gruppo di iscritti guidati dal simpatizzante anarchico Argo Secondari ed appoggiati da Mario Carli: l'obiettivo della scissione fu quello di opporsi alla violenza delle Camicie Nere.

Questo movimento si opponeva alle spedizioni punitive fasciste e cre� vere e proprie milizie per la protezione dei quartieri e dei centri oggetto di attacchi armati da parte dalle "squadracce" fasciste.In sintesi gli Arditi del Popolo furono l'organizzazione militare antifascista di fronte unito,a forte componenente anarchica e comunista, in cui si coagularono le formazioni di difesa proletaria.

Indice

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Citazioni storiche

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�Fino a quando i fascisti continueranno a bruciare le case del popolo, case sacre ai lavoratori, fino a quando i fascisti assassineranno i fratelli operai, fino a quando continueranno la guerra fratricida gli Arditi d'Italia non potranno con loro aver nulla di comune. Un solco profondo di sangue e di macerie fumanti divide fascisti e Arditi[1]
Collabora a Wikiquote
�...Ben lontani dal patriottardo pescicanismo,fieri del nostro orgoglio di razza,consci che la nostra Patria � ovunque siano popoli oppressi: Operai Masse Lavoratrici Arditi d'Italia A NOI![2]

Caratteristiche

Un gran numero di Arditi confluirono nel movimento fascista, anche se l'adesione non fu unanime ne' maggioritaria. Il rapporto con il fascismo non fu sempre lineare e negli anni successivi si arriv�, nella fasi pi� convulse e controverse, anche all'espulsione di iscritti al PNF dalle associazioni degli Arditi d'Italia.

Dopo la prima guerra mondiale gli Arditi affluirono nell'Associazione Arditi d'Italia, fondata dal capitano Mario Carli, lo stesso che, dopo l'assalto di un gruppo di Arditi assieme a Marinetti alla casa del Lavoro di Milano, scrisse il noto articolo "Arditi non gendarmi" e distrusse il connubio instaurato nel primo dopoguerra fra Arditi e fascismo.

Gli Arditi parteciparono attivamente alla Reggenza Italiana del Carnaro e all'impresa di Fiume sotto la guida da Gabriele d'Annunzio, che proclamarono loro comandante.

Una radice della nascita degli Arditi del Popolo si trova nell'impresa di Fiume in cui furono sperimentate dai Legionari forme di democrazia libertaria. Vista anche la presenza di frange della sinistra rivoluzionaria, la stessa impresa di Fiume fu appoggiata anche da Lenin, che vedeva in D'Annunzio un possibile capo rivoluzionario. In quella fase, d'altra parte, D'Annunzio era influenzato dalle idee di Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario,e legato da rapporto di amicizia con D'Annunzio,fermo restando che quest'ultimo aveva anche proprie idee di indirizzo egualitaria.

Lo Stato libero di Fiume,nella pratica, fu distrutto dall'Esercito italiano, coadiuvato da un nucleo di squadristi fascisti,in seconda istanza, (l'episodio culmine dell'attacco militare � passato alla storia come Natale di Sangue).

Nascita

Per approfondire, vedi le voci L'Internazionale e gli Arditi del Popolo e Partito Comunista d'Italia e Arditi del Popolo.

Gli Arditi del Popolo nacquero nell'estate del 1921 dalla sezione romana degli Arditi d'Italia. Loro fondatore � stato Argo Secondari, pluridecorato tenente delle fiamme nere (Arditi che provenivano dalla fanteria). Secondari era di tendenze anarchiche, come l'ardito Gino Lucetti, responsabile di un attentato contro Benito Mussolini (cui fu poi intitolato il battaglione Lucetti che ag� durante la resistenza sui monti dell'alta Toscana).
La nascita degli Arditi del Popolo viene anche annunciata da Lenin sulla Pravda[2], l'Internazionale Comunista era favorevole a questa organizzazione come si legge sul resoconto nell'incontro fra Nikolai Bucharin e Ruggero Grieco, quest'ultimo rappresentava l'ala bordighista del partito comunista d'Italia,durante l'incrontro, (frazione in quel momento maggioritaria e quindi vincolante per tutti i militanti per disciplina di partito) fu ripreso per tali posizioni con durezza, Bucharin, ricord� che il partito rivoluzionario di classe sta dove � la classe, in tutte le sue epressioni, e non a discuterne in salotto (vedi Eros Francescangeli: gli Arditi del popolo). La posizione di Antonio Gramsci era ben diversa e partiva dai presupposti gi� in nuce di quando lui tent� tramite il tenente comunista Marco Giordano, della Legione di Fiume, di entrare in contatto con Gabriele d'Annunzio, ovvero,sinteticamente, era una posizione di attenzione e possibile appoggio: i legami fra Repubblica di Fiume e potere Sovietico erano forti in quel periodo ed all'interno della Legione di Fiume vi era una consistente ala filosovietica (vedi:"alla festa della rivoluzione" di Claudia Salaris).

Personaggi ed imprese

bandiera utilizzata dagli Arditi del Popolo
bandiera utilizzata dagli Arditi del Popolo

Altro personaggio di rilievo nelle formazioni antifasciste degli Arditi del Popolo nel Ravennate fu Alberto Acquacalda, massacrato da un gruppo di fascisti.

La consistenza di queste formazioni viene - secondo alcuni studi - fatta ammontare a circa 20.000 uomini. Altre stime fanno salire a 50.000 uomini la loro consistenza considerando insieme iscritti, simpatizzanti e partecipanti alle azioni.

Tra gli Arditi del Popolo poi divenuti celebri si ricordano: Riccardo Lombardi (non iscritto ma partecipante alle azioni), Giuseppe Di Vittorio, Vincenzo Baldazzi (detto Cencio); numerosi Arditi caddero durante la guerra di Spagna militando nelle Brigate internazionali).

L'evento forse di maggior risonanza che coinvolse gli Arditi del Popolo fu la difesa di Parma dallo squadrismo fascista nel 1922: la versione pi� acreditata parla di circa 20.000 squadristi fascisti, prima al comando di Roberto Farinacci e poi di Italo Balbo, avrebbero attaccato e sarebbero stati respinti e messi in fuga da appena 350 Arditi del Popolo, comandati dai pluridecorati reduci della prima guerra mondiale Antonio Cieri e Guido Picelli, (che moriranno poi in Spagna). Fondamentale per la resistenza e la vittoria fu l'appoggio di massa dato dalla popolazione e il supporto di retrovia fornito soprattutto dalle donne parmensi (ne parl� lo stesso Balbo con malcelato elogio), che comunque in molti casi parteciparono anche ai combattimenti.lo storico Renzo del Carria a questa vicenda specifica dedica un capitolo dal titolo significativo nel suo libro proletari senza rivoluzione: "La giusta linea non seguita, Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo"

Continuit� storica

Antonio Cieri
Antonio Cieri

Una certa continuit� pu� essere ravvisata fra Arditi del Popolo e Resistenza anche se gli scopi erano ben diversi: gli Arditi, anche se in modo politicamente confuso, erano per la formazione di una Repubblica con basi progressiste estreme, almeno rispetto a quelle su cui poi si fonder� la Repubblica italiana (vedi Carta del Carnaro). L'ira dei fascisti si scaten� soprattutto contro i capi degli Arditi del Popolo, che furono incarcerati o massacrati dagli squadristi, spesso con la connivenza degli organi di polizia dello Stato.

Secondo talune tesi della storiografia contemporanea, gli Arditi avrebbero potuto battere il fascismo se non fossero stati abbandonati dai partiti democratici e dal neonato partito comunista (ad eccezione di Antonio Gramsci(stralcio articolo Gramsci,come gia' spiegato), la cui fazione era per� allora minoritaria), che contravvenne alle indicazioni dell'Internazionale comunista che aveva esplicitamente invitato ad appoggiare gli Arditi.

Alcune formazioni partigiane nella Resistenza assunsero il nome di Arditi del Popolo: tra le pi� note e sulle quali si hanno maggiori e pi� documentate notizie, quella nella quale fu attivo Antonello Trombadori, poi esponente del PCI.

Tom Bhean, storico del fascismo,asserisce:

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�Difficile dire se una maggiore unit� tra gli Arditi del Popolo e la sinistra avrebbe potuto fermare il fascismo. Ma questo non avvenne soprattutto per il settarismo del Pcd'I e per le divisioni del Psi.�

Inoltre il Bhean fa un eplicito parallelo e richiamo storico fra la situazione di allora ed i movimenti attuali anti globalizzazione sostenendo la tesi dell'importanza della partecipazione a tali movimenti anche da parte dei militanti che ne criticano la mancanza di obbiettivi strutturati strategicamnete,in quanto attualmente sono il solo metodo per la costruzione di un'alternativa allo sviluppo capitalistico come si sta prefigurando.

Gli Arditi del Popolo nel cinema e nella letteratura

A parte la letteratura specifica di indirizzo storico sull'argomento, che ormai � rilevante dopo anni di disinteresse o quasi, anche il mondo dell'espressione artistica, bench� in modo piuttosto episodico, si occup� degli Arditi del Popolo; tra le opere pi� note ispirate alle loro gesta va ricordato "Cronache di poveri amanti", film di Carlo Lizzani tratto dal libro di Vasco Pratolini; uno dei personaggi � Maciste (interpretato da un magistrale �tanto pi� non essendo un attore professionista- Adolfo Consolini), ex Ardito del Popolo che viene assassinato dagli squadristi. Anche Alberto Bevilacqua parla degli Arditi del Popolo, anche se l'argomento non � centrale per la trama del suo libro "Il viaggio misterioso". Pi� recentemente Pino Cacucci ha dedicato il suo "Oltretorrente" alle vicende degli Arditi del Popolo nella Parma degli anni venti e delle loro lotte contro le aggressioni fasciste nei mesi precedenti la marcia su Roma dell'ottobre 1922. Gli Arditi del Popolo, come pure Gino Lucetti, hanno ispirato anche alcune canzoni popolari e partigiane come il quella del "Battagione Lucetti" ricordata da Maurizio Maggiani nel "Coraggio del pettirosso".


Bibliografia

  • AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma
  • AA.VV., Pro Memoria. La citt�, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di Parma, Parma, 1997
  • Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
  • Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
  • Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Marco Rossi, 'Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
  • Luigi Balsamini, 'Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
  • "Storia del Partito comunista" Paolo Spriano- Einaudi, Torino, 1967-1975 - 5 volumi
  • Del Carria, Renzo, Proletari senza rivoluzione. Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, 2 voll., Milano, Edizioni Oriente, 1970 (I ed. 1966), (in particolare il XVII Capitolo "La giusta linea non seguita": Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo (1-6 agosto 1922).
  • Alberto Ciampi,[3] "Gli indomabili", Traccedizioni, Piombino 1999 ovvero sindacalisti rivoluzionari, arditi antifascisti, futuristi di sinistra , comunisti e anarchici

Note

  1. Dichiarazione del tenente Argo Secondari, pluridecorato della prima guerra mondiale, all'assemblea degli Arditi del Popolo del 27 giugno 1921, riportata da �Umanit� Nova�, Roma, 29 giugno 1921
  2. sintesi di parte di documento per questura Roma 1922 fornito dall'infiltrato
  3. studioso del futurismo di sinistra[1]

Voci correlate

 Errico Malatesta cono un gruppo di Arditi del Popolo
Errico Malatesta cono un gruppo di Arditi del Popolo

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Antonio Cieri

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Antonio Cieri (Vasto, 1898Huesca, aprile 1937) � stato un anarchico italiano.

Durante la prima guerra mondiale ebbe il grado di ufficiale e fu pi� volte decorato.

Dirigente del movimento anarchico di Ancona, in cui era impiegato presso le Ferrovie dello stato come disegnatore tecnico (talvolta gli viene attribuito, a torto, il titolo di architetto), nel 1921, a causa della sua attivit� politica, fu trasferito a Parma. Qui, nell'agosto 1922 insieme a Guido Picelli - che dirigeva l'intera formazione - fu comandante degli Arditi del Popolo a difesa del Naviglio, rione popolare di Parma, durante gli assalti degli squadristi fascisti di Italo Balbo, che aveva sostituito Roberto Farinacci, al comando degli squadristi, a causa dell'inefficienza dimostrata, su ordine di Benito Mussolini.


Immagine:Antonio_Cieri_nuovo.jpg


Pino Cacucci ha scritto un libro Oltretorrente, che tratta approfonditamente la difesa, appunto, dei quartieri proletari di Parma.

And� in esilio nel 1923 quando fu licenziato dalle Ferrovie. A Parigi nel 1925 riprese la sua attivit� di anarchico militante fondando il periodico Umanit� Nova. Nel 1936 fu uno dei comandanti delle Brigate internazionali nella guerra civile spagnola.

In particolare Cieri fu a capo della squadra dei �bomberos�, da lui appositamente addestrata per l'assalto. Il giorno 7 aprile 1937 cadde in combattimento durante l'assalto per la presa di Huesca, poi conquistata dalle formazioni antifasciste. I suoi figli, Ubaldo e Renee, furono allevati da Giovanna Caleffi[8] moglie di Camillo Berneri.


Note

  1. [1]
  2. [2]
  3. [[3]]
  4. [4]
  5. [5]
  6. [6]
  7. [7]
  8. [8]

Bibliografia

  • Del Carria, Renzo "Proletari senza rivoluzione". Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, 2 voll., Milano, Edizioni Oriente, 1970 (I ed. 1966), (in particolare il XVII Capitolo "La giusta linea non seguita": Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo (1-6 agosto 1922).
  • AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del comune e della provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la provincia di Parma
  • AA.VV., Pro Memoria. La citt�, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del comune di Parma, Parma, 1997
  • Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
  • Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
  • Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
  • Marco Rossi, 'Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
  • Luigi Balsamini, 'Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
  • "Proletari senza rivoluzione"storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950. - Milano : Edizioni Oriente, 1970 Renzo Del Carria
  • "Storia del Partito comunista" Paolo Spriano- Einaudi, Torino, 1967-1975 - 5 volumi

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