vai
al sito
di Italia Nostra Genova
conservazione beni culturali ed ambientali
Gialdini nel suo laboratorio
sculture in movimento
-
Alfonso Gialdini da Wikipedia
Museattivo Claudio Costa
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Museattivo Claudio Costa | |
---|---|
Tipologia | Pittura;Scultura |
"Senzanome" - opera di Claudio Costa |
|
Indirizzo | via C.Maggio 6 - presso IMFI |
Il Museattivo Claudio Costa � un museo della scultura ospitato nell'ex-ospedale psichiatrico di Quarto dei Mille, a Genova.
Indice[nascondi] |
La struttura museale
Nato come Museo delle Materie e Forme Inconsapevoli (I.M.F.I.) � stato rinominato a ricordo del suo ideatore - Claudio Costa - scomparso nel 1995.
Raccoglie un insieme di quadri,opere in tecnica mista,sculture, di artisti anche famosi, alcuni di fama internazionale, come lo stesso Claudio Costa, accostate ai lavori di degenti dell'ex-ospedale e di coloro che collaborarono nell'applicare l'arte come forma di appoggio terapeutico.
L'intero museo � considerato dalla critica come un'opera d'arte di Costa stesso, ferma restando la validit� sia delle opere dei singoli autori (sono presenti, fra le altre, opere di Davide Mansueto Raggio[1] Aurelio Caminati[2], Edoardo Alfieri, Giannetto Fieschi, Emanuele Luzzati) sia l'intero materiale utilizzato ad uso di studio psichiatrico.
- Nel 2007 la biblioteca dell'ex ospedale ,ancora attiva e frequentata sopratutto per libri di consultazione specialistica nel settore psichiatrico, � intitolata a Claudio Costa.
Il giardino delle sculture
Dopo la morte di Costa, la scultura fu applicata in maniera pi� compiuta come tecnica di appoggio terapeutico, completando la parte interna gi� esistente del museo con una sezione esterna: il giardino delle Sculture, posizionato nei giardini dell'ex-ospedale e inaugurato il 23 aprile 1999. La sezione � collocata nel giardino della comunit� terapeutica Michelini, sempre all'interno del perimetro dell'ex-ospedale.
La tecnica basata sulle opere scultoree dei malati psichici tendenzialmente aggressivi si fonda sul supporto teorico di partenza ideato dal britannico Sir Read, che approccia la trasformazione dell'aggressivit� attraverso un metodo di utilizzo dell'aggressivit� stessa in senso creativo.
L'iniziativa � stata organizzata sul piano strettamente tecnico e logistico da Gianfranco Vendemmiati mentre gli interventi nello specifico applicativo sono stati condotti dall'artista-psichiatra Margherita Levo Rosenberg [3](responsabile del settore connesso all'uso terapeutico dell'espressione ed applicazione artistica presso la locale A.U.S.L.) e dallo scultore Alfonso Gialdini.Parte delle impostazioni teoriche degli interventi derivano da elaborazione ed affinamento di concetti espressi da Arturo Martini, Sir Herbert Read [4],Emile-Antoine Bourdelle [5][6](allievo di Rodin)
Fondatori
- Claudio Costa
- Luigi Maccione
- Antonio Slavich (psichiatra, gi� collaboratore di Franco Basaglia)
- Gianfranco Vendemmiati
- Miriam Cristaldi (compagna di Costa e sua principale biografa)[7] [8]
Voci correlate
Bibliografia
- Miriam Cristaldi - Materia Immateriale,identit�, mutamenti e ibridazione dell'arte nel nuovo millenio, con prefazione di Gillo Dorfles
- Miriam Cristaldi - Claudio Costa - Attraverso i quattro elementi
Note
collegamenti esterni
[7] Claudio Costa ed I.M.F.I._Museattivo Claudio Costa a Figure Dell'Anima Palazzo Ducale di Genova
- Portale Genova: consulta l'indice per soggetto Genova
vai al sito di Italia Nostra Genova
vai al sito di Miriam Cristaldi
vai al "doge art club"Genova
per contatti con:
Alfonso M.Gialdini
unitevi!!!
scultura, problematica sociale
Alfonso Gialdini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Alfonso M. Gialdini, nato a Genova il 6 settembre 1948, e' un ingegnere e ricercatore di formazione. Dal 1975 intraprese in parallelo la carriera di scultore.
Dal 1995 al 2002 la appplico' insieme a psichiatri e psicologi come tecnica di supporto terapeutico a gruppi di malati di mente presso il Museattivo Claudio Costa, alla morte dello stesso Claudio Costa, che lo aveva invitato numerose volte a svolgere con lui tale attivita'. Il Costa a sua volta aveva svolto tale attivita' con Slavich, collaboratore di Franco Basaglia.
Alcuni articoli di Gialdini che si basano sull'elaborazione ed affinamento di concetti espressi da Martini, Sir Read, Bourdelle (allievo di Rodin) furono usati per approfondimento su una tesi dell'Accademia Linguistica delle Belle Arti di Genova.
La serie di sculture collocate a Celle Ligure tra il 2005 ed il 2006 tende a dimostrare la convinzione di Gialdini sull'utilizzo di materiali e tecniche particolari in modo tale che la scultura abbia diffusione di massa come la pittura.
Indice |
Opere in provincia di Genova e Savona
Scuole
- I.T.I.I.S. Giorgi (Genova)
- Liceo scientifico Cassini (Genova)
- I.P.S.I.A. Meucci (Genova)
- Scuola elementare (Celle Ligure)
Giardini
- Giardino del municipio (Framura)
- Giardino dell'ex ospedale psichiatrico (Quarto, quartiere di Genova)
- Giardini e lungomare (Celle Ligure)
Istituzioni pubbliche ed associazioni
- Biblioteca municipale (Celle Ligure)
- Istituto Ligure Resistenza e Storia Patria (Genova)
- Comunit? di San Benedetto al porto (Genova)
- Sindacato CGIL (Genova)
sito di Italia Nostra Genova
pagine web ritenute di interesse
Nelle pagine di questo sito potete trovare, oltre alle foto del lavoro personale, articoli e lavori inerenti l'interazione arte-societa'
Se volete contattare il maestro, potete inviargli una e-mail al suo indirizzo di posta elettronica (cliccando sulla parte sottolineata).
firma libro deli ospiti vai al gruppo su arditi del popolo
pagine web ritenute di interesse
italia Nostra
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Italia Nostra, associazione ambientalista e di salvaguardia dei beni culturali nata a Roma 1955. � la pi� antica associazione ambientalista italiana.
Italia Nostra fu fondata, inizialmente, per una campagna settoriale e territorialmente limitata contro lo sventramento di un isolato nel centro storico di Roma, ma presto allarg� il suo campo di attivit� a tutto il territorio nazionale allo scopo di �proteggere i beni culturali e ambientali�, come da slogan associativo.
All�epoca, la sensibilit� verso i temi di salvaguardia artistica e ambientale non era diffusa tra i ceti comuni, essendo per lo pi� appannaggio di un ambiente �litario. Non a caso Italia Nostra nacque per iniziativa di un gruppo di intellettuali tra cui Desideria Pasolini dall�Onda, Antonio Cederna, Umberto Zanotti Bianco, che fu il primo presidente dell�associazione. Tra gli altri presidenti che si sono succeduti alla guida dell�associazione figurano, oltre ai citati, nomi come Filippo Caracciolo[1] e il famoso scrittore Giorgio Bassani. Dal 2005 Italia Nostra � presieduta da Carlo Ripa di Meana, che succede alla professoressa Pasolini dall�Onda.
Oggi, Italia Nostra conta pi� di 200 sezioni distribuite su tutto il territorio nazionale ed � socia promotrice di Europa Nostra, federazione di 220 associazioni di conservazione europee; partecipa inoltre al al BEE (Bureau Europeen de l'Environnement).
L�attivit� di Italia Nostra spazia dalla didattica, alla ricerca, dalla pubblicistica, al volontariato culturale, fino al suggerimento legislativo, contribuendo a diffondere nel Paese la cultura della conservazione del paesaggio urbano e rurale, dei monumenti, dell�ambiente cittadino.
I temi sviluppati da Italia Nostra sono:
- i beni culturali
- l'evoluzione naturale e storica
- i centri storici
- la pianificazione urbanistica e territoriale
- i parchi nazionali
- l'ambiente
- la questione energetica
- il modello di sviluppo del Paese
- la viabilit� e i trasporti
- l'agricoltura
- il mare
- le coste
- le isole
- i musei
- le biblioteche
- gli archivi storici
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale di Italia Nostra
- elenco sezioni italiane aggiornato
- sezione di Genova
- dal sito della sezione di Genova:storia di 50anni di Italia Nostra
- restauri a Genova curati da Italia Nostra
- sezione di Savona
- sezione di La Spezia
- sezione di Imperia
Bibliografia
- Corinna Praga "Genova fuori le mura di con presentazione" di Franca Guelfi.Frilli editore 2005
- Laura Monaco-Corinna Praga �Una giornata nella citt� - Suggerimenti per la visita e la lettura pluridisciplinare del centro storico di Genova� 1992 Sagep Editrice Genova 1992
Note
- ↑
� Nel 1944 fu eletto segretario della Giunta Esecutiva permanente scaturita dal Congresso di Bari dei Comitati di Liberazione e nell'aprile dello stesso anno assunse la carica di sottosegretario agli Interni nel secondo governo Badoglio. Fu anche Segretario del Partito d'Azione e, dal 1949 al 1954, Segretario Generale aggiunto del Consiglio d'Europa.�
[nascondi] |
Formazioni di difesa proletaria
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Le formazioni di difesa proletaria furono formazioni combattenti di opposizione al fascismo nate spontaneamente in special modo tra il 1920 ed il 1922 e poi organizzate militarmente come fronte unito. La trasformazione avvenne, in particolare e per la gran parte, fra il 1921 ed il 1922.
La nascita delle formazioni di difesa proletaria � contestuale, in un certo senso, alla divulgazione, da parte di Benito Mussolini, del programma dei fasci di combattimento (il Manifesto dei Fasci italiani di combattimento[1]) in cui era sviluppata solo la seconda parte del programma di San Sepolcro.
Indice[nascondi] |
Antagonismo allo squadrismo
Il caso Corridoni |
All'interno della vicenda delle formazioni di difesa proletaria, un caso di particolare rilevanza fu, anche per il nome che portava, quello riguardante Filippo Corridoni. Il contesto storico era quello del forte sviluppo registrato dall'interventismo di sinistra nel parmense. In seno a questo sviluppo era nata la Legione Proletaria intitolata a Corridoni che mantenne la propria autonomia nella difesa di Parma del 1922 combattendo al fianco degli Arditi del Popolo e destando, almeno in parte, stupore per la presa di posizione dello stesso Benito Mussolini. |
Dall'assalto da parte di squadristi e gruppi di Arditi della camera del Lavoro di Milano ha inizio il percorso che porta - nel 1922 - alla spaccatura dell'associazione degli Arditi d'Italia, con la fondazione degli Arditi del Popolo, organizzazione paramilitare antifascista di fronte unito a forte componente comunista ed anarchica. Le formazioni di difesa proletaria danno vita nel biennio rosso all'occupazione delle fabbriche di Torino[2].
Le varie formazioni antifasciste, nate spontaneamente e legate alle posizioni politiche di partito, per far fronte allo squadrismo, sebbene potessero contare su uomini che forti dell'esperienza avuta nella prima guerra mondiale sapevano usare le armi) si dimostrarono talvolta ingenue nell'arte militare e la sconfitta delle Guardie Rosse di Torino (di periodo precedente), in parte ne � una testimonianza. Anche per questo motivo tali formazioni si coagularono attorno agli Arditi del Popolo, anche attirate da capi miltari efficienti provenienti dagli Arditi quali Argo Secondari, Vincenzo Baldazzi, Alberto Acquacalda, o dai ranghi degli ufficiali dell'esercito o che avevano partecipato all'impresa di Fiume come Antonio Cieri, Guido Picelli, Gaetano Perillo, Alceste De Ambris, Emilio Lussu, tutti valorosi ex combattenti della prima guerra mondiale, spesso pluridecorati.
Gli Arditi del Popolo
L'ingresso sulla scena degli Arditi del Popolo provoc� anche un cambio di tattica militare con l'utilizzazione anche dell'attacco preventivo: quando si sapeva che era in preparazione un colpo di mano squadrista si provvedeva al rigido inquadramento militare degli uomini in centurie, ovvero in battaglioni secondo tecniche prettamente militari (la bandiera nell'immagine sopra � quella del battaglione o centuria di Civitavecchia, utilizzata anche nel resto d'Italia).
La tattica arrendevole del Partito Socialista e del Partito Repubblicano, che li disconobbe (punto 5 del patto di riappacificazione accettato dai fascisti e da questi ultimi mai applicato ma utilizzato per spaccare la sinistra); il settarismo della maggioranza del gruppo dirigente del Partito Comunista d'Italia (Antonio Gramsci era per contro attento al fenomeno e propenso all'appoggio), che contravvenne alle indicazioni dell'Internazionale, e le persecuzioni messe in atto da Ivanoe Bonomi impedirono l'adeguato sviluppo della nuova struttura militare antifascista. Non � da trascurare il non completo e necessario appoggio corale da parte anche della base non combattente aderente ai partiti in questione che rimase confusa dalle prese di posizione dei dirigenti.
I militanti dei succitati partiti continuarono comunque ad aderire
all'organizzazione militare antifascista. Molti storici che si sono
occupati del convulso periodo storico affermano che le formazioni di
difesa proletaria, una volta organizzate come negli Arditi del Popolo,
avrebbero potuto fermare il fascismo sul suo terreno, quello dello
scontro armato (ad esempio ne tratta approfonditamente Tom Behan[3]).
Gruppi per connotazione politica e zona operativa
Per approfondire, vedi la voce Formazioni di difesa proletaria a Genova. |
Formazioni di difesa proletaria operanti prima del luglio 1921
- Abbasso la legge: anarchici (Carrara)
- Gruppi Arditi Rossi, o semplicemente Arditi Rossi: socialisti, poi comunisti (Venezia Giulia) di Vittorio Ambrosini, capitano degli Arditi, vicino all'ambiente futurista, personaggio singolare che attraverser� lo scenario combattentistico di entrambi i conflitti mondiali, fonda con Giuseppe Bottai, Mario Carli, ed altri la "Associazione fra gli Arditi d'Italia" e segue Argo Secondari nella scissione che da vita agli Arditi del Popolo, dai quali Giuseppe_Bottai prende le distanze.
- Gruppi rivoluzionari di azione: anarchici e socialisti (Torino e centri industriali dintorni)
- Guardie Rosse [4]: socialisti],poi comunisti (Empoli, Torino,Alessandria [5] e centri industriali dei dintorni)ad Empoli � importante il meccanismo di provocazione(poi ripetuto innumerevoli volte)messo in atto da organi istituzionali d'accordo con i fascisti
- Squadre di azione antifascista: anarchici e comunisti (Livorno)
- Centurie proletaria: comunisti e socialisti (Torino)
- Figli di nessuno: anarchici (Genova, Vercelli, Novara)
- Lupi Rossi: socialisti (Genova)
Personaggi di spicco - riguardanti prettamente le zone di Genova, Vercelli e Novara, importanti per la storia dell'antifascismo, sono stati il genovese Gaetano Perillo ed il vercellese Francesco Leone[6], che successivamente saranno fra i fondatori del fronte unito Arditi del Popolo nelle zone citate. La loro rilevanza storica � dovuta sia al loro impegno politico - che attraversa praticamente mezzo secolo ed oltre - sia come memoria storica (che nel caso di Perillo assume le dimensioni di uno dei maggiori storici del movimento operaio genovese).
Formazioni di difesa proletaria operanti dall'estate del 1921 all'autunno del 1922
- Arditi del Popolo:fronte unito (nazionale)
- Legione Arditi Proletari Filippo Corridoni (Legione Proletaria Filippo Corridoni): repubblicani, socialisti rivoluzionari, sindacalisti rivoluzionari (Parma)
- Arditi Ferrovieri: fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo (Milano e dintorni)
- Centurie proletarie: fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo (basso Friuli)
- Ciclisti Rossi: socialisti, comunisti, anarchici fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo (Cremona e provincia, Venezia Giulia)
- Corpo di Difesa Operaia: fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo (Torino e centri industriali dintorni)
- Guardie Rosse Volanti: fronte unito riconducibile a battaglione/i Arditi del Popolo:comunisti e socialisti (Crema e dintorni)
- Squadre Comuniste d'Azione: comunisti (Italia nord-occidentale)
- Squadre Difesa Proletaria: anarchici e comunisti (Fermo)
- Squadre Azione Repubblicana: repubblicani (Romagna, Marche; zone di intensa attivit� furono anche il Lazio, e specificatamente Roma: forte fu la presenza di tale organizzazione dopo la scissione avvenuta nella capitale fra gli Arditi ed avendo la citt� stessa una forte tradizione insurrezionale. Anche la zona di Bari, dove agiva Giuseppe Di Vittorio, in quanto pur essendo generalmente riportate le formazioni di difesa proletaria come Arditi del Popolo, nella realt� l'insieme dei combattenti antifascisti in quell'area era pi� complessa).
Altre regioni in cui le formazioni di difesa proletaria furono attive sono state l'Emilia-Romagna e le Marche per tradizione storica in gran parte insurrezionalistiche ed anarchiche (Settimana Rossa e cosiddetta rivolta dei bersaglieri[7].
Occorre ricordare anche la tradizione antifascista di Livorno con il pluridecorato della prima guerra mondiale tenente Quagliarini e dei suoi Arditi del Popolo, tutt'oggi ricordati nella citt� toscana[8].:
per maggior conoscenza Via Oberdan Chiesa
Bibliografia
- AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma
- AA.VV., Pro Memoria. La citt�, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di Parma, Parma, 1997
- Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
- Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
- Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Marco Rossi, Arditi, non gendarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
- Luigi Balsamini, Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
- Tom Behan, The Resistible Rise of Benito Mussolini
Note
- ↑ Vedi: Manifesto dei Fasci italiani di combattimento.
- ↑ Fonte: Antoniogramsci.com.
- ↑ Fonte: Comunebologna.it e * Tom Behan, The resistible rise of Benito Mussolini.
- ↑ [1]
- ↑ [2]
- ↑ Fonte: Storia900bivc.it.
- ↑ Fonte: Giornale.regione.marche.it e Fiamme Cremisi.
- ↑ [3]
Personalit�
- Filippo Corridoni
- Alceste De Ambris
- Spartaco Lavagnini
- Gaetano Perillo
- Armando Vezzelli
- Ercole Miani
- Guido Picelli
- Errico Malatesta
Note
- ↑ Vedi: Manifesto dei Fasci italiani di combattimento.
- ↑ Fonte: Antoniogramsci.com.
- ↑ Fonte: Comunebologna.it e * Tom Behan, The resistible rise of Benito Mussolini.
- ↑ [4]
- ↑ [5]
- ↑ Fonte: Storia900bivc.it.
- ↑ Fonte: Giornale.regione.marche.it e Fiamme Cremisi.
- ↑ [6]
Voci correlate [modifica]
- Arditi
- Antifascismo
- Resistenza italiana
- Unione Sindacale Italiana
- Formazioni di difesa proletaria a Genova
- Legione Proletaria Filippo Corridoni
- Arditi del Popolo
- Storia del movimento partigiano a Genova
- Sansepolcrismo
- Carta del Carnaro
- Impresa di Fiume
- Fatti di Sarzana
- Fatti di Empoli 1921
- Difesa di Parma del 1922
- Settimana Rossa
Collegamenti esterni
- Approfondimento/1
- Approfondimento/2
- Canzone popolare sugli Arditi del Popolo
- Articolo di Gramsci
- Bandiera degli Arditi del popolo
- 80� anniversario delle Barricate antifasciste dell'agosto 1922
- Barricate a Parma agosto 1922
- Museo risorgimento Torino - petardo Thevenot e pugnale di un Ardito del Popolo
- Settimana Rossa Fondazione Di Vittorio
- Occupazione fabbriche di Torino
[nascondi] |
Arditi del Popolo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Gli Arditi del Popolo furono un'organizzazione antifascista nata nell'estate del 1921 da una scissione della sezione romana degli Arditi d'Italia per iniziativa di un gruppo di iscritti guidati dal simpatizzante anarchico Argo Secondari ed appoggiati da Mario Carli: l'obiettivo della scissione fu quello di opporsi alla violenza delle Camicie Nere.
Questo movimento si opponeva alle spedizioni punitive fasciste e cre� vere e proprie milizie per la protezione dei quartieri e dei centri oggetto di attacchi armati da parte dalle "squadracce" fasciste.In sintesi gli Arditi del Popolo furono l'organizzazione militare antifascista di fronte unito,a forte componenente anarchica e comunista, in cui si coagularono le formazioni di difesa proletaria.
Indice[nascondi] |
Citazioni storiche
�Fino a quando i fascisti continueranno a
bruciare le case del popolo, case sacre ai lavoratori,
fino a quando i fascisti assassineranno i fratelli
operai, fino a quando continueranno la guerra
fratricida gli Arditi d'Italia non potranno con loro
aver nulla di comune. Un solco profondo di sangue e di
macerie fumanti divide fascisti e Arditi[1]�
|
�...Ben lontani dal patriottardo
pescicanismo,fieri del nostro orgoglio di razza,consci
che la nostra Patria � ovunque siano popoli
oppressi: Operai Masse Lavoratrici Arditi d'Italia A
NOI![2]�
|
Caratteristiche
Un gran numero di Arditi confluirono nel movimento fascista, anche se l'adesione non fu unanime ne' maggioritaria. Il rapporto con il fascismo non fu sempre lineare e negli anni successivi si arriv�, nella fasi pi� convulse e controverse, anche all'espulsione di iscritti al PNF dalle associazioni degli Arditi d'Italia.
Dopo la prima guerra mondiale gli Arditi affluirono nell'Associazione Arditi d'Italia, fondata dal capitano Mario Carli, lo stesso che, dopo l'assalto di un gruppo di Arditi assieme a Marinetti alla casa del Lavoro di Milano, scrisse il noto articolo "Arditi non gendarmi" e distrusse il connubio instaurato nel primo dopoguerra fra Arditi e fascismo.
Gli Arditi parteciparono attivamente alla Reggenza Italiana del Carnaro e all'impresa di Fiume sotto la guida da Gabriele d'Annunzio, che proclamarono loro comandante.
Una radice della nascita degli Arditi del Popolo si trova nell'impresa di Fiume in cui furono sperimentate dai Legionari forme di democrazia libertaria. Vista anche la presenza di frange della sinistra rivoluzionaria, la stessa impresa di Fiume fu appoggiata anche da Lenin, che vedeva in D'Annunzio un possibile capo rivoluzionario. In quella fase, d'altra parte, D'Annunzio era influenzato dalle idee di Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario,e legato da rapporto di amicizia con D'Annunzio,fermo restando che quest'ultimo aveva anche proprie idee di indirizzo egualitaria.
Lo Stato libero di Fiume,nella pratica, fu distrutto dall'Esercito italiano, coadiuvato da un nucleo di squadristi fascisti,in seconda istanza, (l'episodio culmine dell'attacco militare � passato alla storia come Natale di Sangue).
Nascita
Per approfondire, vedi le voci L'Internazionale e gli Arditi del Popolo e Partito Comunista d'Italia e Arditi del Popolo. |
Gli Arditi del Popolo nacquero nell'estate del 1921
dalla sezione romana degli Arditi d'Italia. Loro fondatore
� stato Argo
Secondari, pluridecorato tenente
delle fiamme
nere (Arditi che provenivano dalla fanteria).
Secondari era di tendenze anarchiche,
come l'ardito Gino
Lucetti, responsabile di un attentato contro Benito
Mussolini (cui fu poi intitolato il battaglione
Lucetti che ag� durante la resistenza
sui monti dell'alta Toscana).
La nascita degli Arditi del Popolo viene anche annunciata da Lenin
sulla Pravda[2],
l'Internazionale
Comunista era favorevole a questa organizzazione come si
legge sul resoconto nell'incontro fra Nikolai
Bucharin e Ruggero
Grieco, quest'ultimo rappresentava l'ala bordighista del
partito comunista d'Italia,durante l'incrontro, (frazione in
quel momento maggioritaria e quindi vincolante per tutti i
militanti per disciplina di partito) fu ripreso per tali
posizioni con durezza, Bucharin, ricord� che il partito
rivoluzionario di classe sta dove � la classe, in tutte
le sue epressioni, e non a discuterne in salotto (vedi Eros
Francescangeli: gli Arditi del popolo). La posizione di Antonio
Gramsci era ben diversa e partiva dai presupposti gi�
in nuce di quando lui tent� tramite il tenente
comunista
Marco Giordano, della Legione di Fiume,
di entrare in contatto con Gabriele
d'Annunzio, ovvero,sinteticamente, era una posizione di
attenzione e possibile appoggio: i legami fra Repubblica di
Fiume e potere Sovietico erano forti in quel periodo ed
all'interno della Legione di Fiume vi era una consistente ala
filosovietica (vedi:"alla festa della rivoluzione" di
Claudia Salaris).
Personaggi ed imprese
Altro personaggio di rilievo nelle formazioni antifasciste degli Arditi del Popolo nel Ravennate fu Alberto Acquacalda, massacrato da un gruppo di fascisti.
La consistenza di queste formazioni viene - secondo alcuni studi - fatta ammontare a circa 20.000 uomini. Altre stime fanno salire a 50.000 uomini la loro consistenza considerando insieme iscritti, simpatizzanti e partecipanti alle azioni.
Tra gli Arditi del Popolo poi divenuti celebri si ricordano: Riccardo Lombardi (non iscritto ma partecipante alle azioni), Giuseppe Di Vittorio, Vincenzo Baldazzi (detto Cencio); numerosi Arditi caddero durante la guerra di Spagna militando nelle Brigate internazionali).
L'evento forse di maggior risonanza che coinvolse gli Arditi del Popolo fu la difesa di Parma dallo squadrismo fascista nel 1922: la versione pi� acreditata parla di circa 20.000 squadristi fascisti, prima al comando di Roberto Farinacci e poi di Italo Balbo, avrebbero attaccato e sarebbero stati respinti e messi in fuga da appena 350 Arditi del Popolo, comandati dai pluridecorati reduci della prima guerra mondiale Antonio Cieri e Guido Picelli, (che moriranno poi in Spagna). Fondamentale per la resistenza e la vittoria fu l'appoggio di massa dato dalla popolazione e il supporto di retrovia fornito soprattutto dalle donne parmensi (ne parl� lo stesso Balbo con malcelato elogio), che comunque in molti casi parteciparono anche ai combattimenti.lo storico Renzo del Carria a questa vicenda specifica dedica un capitolo dal titolo significativo nel suo libro proletari senza rivoluzione: "La giusta linea non seguita, Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo"
Continuit� storica
Una certa continuit� pu� essere ravvisata fra Arditi del Popolo e Resistenza anche se gli scopi erano ben diversi: gli Arditi, anche se in modo politicamente confuso, erano per la formazione di una Repubblica con basi progressiste estreme, almeno rispetto a quelle su cui poi si fonder� la Repubblica italiana (vedi Carta del Carnaro). L'ira dei fascisti si scaten� soprattutto contro i capi degli Arditi del Popolo, che furono incarcerati o massacrati dagli squadristi, spesso con la connivenza degli organi di polizia dello Stato.
Secondo talune tesi della storiografia contemporanea, gli Arditi avrebbero potuto battere il fascismo se non fossero stati abbandonati dai partiti democratici e dal neonato partito comunista (ad eccezione di Antonio Gramsci(stralcio articolo Gramsci,come gia' spiegato), la cui fazione era per� allora minoritaria), che contravvenne alle indicazioni dell'Internazionale comunista che aveva esplicitamente invitato ad appoggiare gli Arditi.
Alcune formazioni partigiane nella Resistenza assunsero il nome di Arditi del Popolo: tra le pi� note e sulle quali si hanno maggiori e pi� documentate notizie, quella nella quale fu attivo Antonello Trombadori, poi esponente del PCI.
Tom Bhean, storico del fascismo,asserisce:
Inoltre il Bhean fa un eplicito parallelo e richiamo storico fra la situazione di allora ed i movimenti attuali anti globalizzazione sostenendo la tesi dell'importanza della partecipazione a tali movimenti anche da parte dei militanti che ne criticano la mancanza di obbiettivi strutturati strategicamnete,in quanto attualmente sono il solo metodo per la costruzione di un'alternativa allo sviluppo capitalistico come si sta prefigurando.
Gli Arditi del Popolo nel cinema e nella letteratura
A parte la letteratura specifica di indirizzo storico sull'argomento, che ormai � rilevante dopo anni di disinteresse o quasi, anche il mondo dell'espressione artistica, bench� in modo piuttosto episodico, si occup� degli Arditi del Popolo; tra le opere pi� note ispirate alle loro gesta va ricordato "Cronache di poveri amanti", film di Carlo Lizzani tratto dal libro di Vasco Pratolini; uno dei personaggi � Maciste (interpretato da un magistrale �tanto pi� non essendo un attore professionista- Adolfo Consolini), ex Ardito del Popolo che viene assassinato dagli squadristi. Anche Alberto Bevilacqua parla degli Arditi del Popolo, anche se l'argomento non � centrale per la trama del suo libro "Il viaggio misterioso". Pi� recentemente Pino Cacucci ha dedicato il suo "Oltretorrente" alle vicende degli Arditi del Popolo nella Parma degli anni venti e delle loro lotte contro le aggressioni fasciste nei mesi precedenti la marcia su Roma dell'ottobre 1922. Gli Arditi del Popolo, come pure Gino Lucetti, hanno ispirato anche alcune canzoni popolari e partigiane come il quella del "Battagione Lucetti" ricordata da Maurizio Maggiani nel "Coraggio del pettirosso".
Bibliografia
- AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma
- AA.VV., Pro Memoria. La citt�, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di Parma, Parma, 1997
- Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
- Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
- Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Marco Rossi, 'Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
- Luigi Balsamini, 'Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
- "Storia del Partito comunista" Paolo Spriano- Einaudi, Torino, 1967-1975 - 5 volumi
- Del Carria, Renzo, Proletari senza rivoluzione. Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, 2 voll., Milano, Edizioni Oriente, 1970 (I ed. 1966), (in particolare il XVII Capitolo "La giusta linea non seguita": Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo (1-6 agosto 1922).
- Alberto Ciampi,[3] "Gli indomabili", Traccedizioni, Piombino 1999 ovvero sindacalisti rivoluzionari, arditi antifascisti, futuristi di sinistra , comunisti e anarchici
Note
- ↑ Dichiarazione del tenente Argo Secondari, pluridecorato della prima guerra mondiale, all'assemblea degli Arditi del Popolo del 27 giugno 1921, riportata da �Umanit� Nova�, Roma, 29 giugno 1921
- ↑ sintesi di parte di documento per questura Roma 1922 fornito dall'infiltrato
- ↑ studioso del futurismo di sinistra[1]
Voci correlate
- Arditi
- Antifascismo
- Resistenza italiana
- Formazioni di difesa proletaria
- Formazioni di difesa proletaria a Genova
- Sansepolcrismo
- Carta del Carnaro
- Unione Sindacale Italiana
- Legione Proletaria Filippo Corridoni
- Formazioni_di_difesa_proletaria
- Storia del movimento partigiano a Genova
- Impresa di Fiume
- Fatti di Sarzana
- Fatti di Empoli
- Difesa di Parma del 1922
- battaglione Lucetti
Altri progetti
- Wikisource contiene opere originali di o su Arditi del Popolo
Collegamenti esterni
- Approfondimento/1
- Approfondimento/2
- Canzone popolare sugli Arditi del Popolo
- articolo di Gramsci,stralcio
- una bandiera deli Arditi del popolo
- Tom Behan, �The resistible rise of Benito Mussolini�
- Nell'80� anniversario delle Barricate antifasciste dell'agosto * [1922, Biblioteche e Archivi, Centro Progetti per la Scuola del Comune di Parma
- Museo risorgimento Torino,in cui viene conservato un petardo Thevenot ed un pugnale di un Ardito del Popolo
- Barricate a Parma - Agosto 1922
- un racconto di Eros Francescangeli riferito alla morte di Argo Secondari
- proposta per un monumento agli Arditi del Popolo fatta da David Stella segretario ANPI di Civitavecchia di cui su questa pagina compare la bandiera del relativo battaglione
[nascondi] |
Antonio Cieri
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Antonio Cieri (Vasto, 1898 � Huesca, aprile 1937) � stato un anarchico italiano.
Durante la prima guerra mondiale ebbe il grado di ufficiale e fu pi� volte decorato.
Dirigente del movimento anarchico di Ancona, in cui era impiegato presso le Ferrovie dello stato come disegnatore tecnico (talvolta gli viene attribuito, a torto, il titolo di architetto), nel 1921, a causa della sua attivit� politica, fu trasferito a Parma. Qui, nell'agosto 1922 insieme a Guido Picelli - che dirigeva l'intera formazione - fu comandante degli Arditi del Popolo a difesa del Naviglio, rione popolare di Parma, durante gli assalti degli squadristi fascisti di Italo Balbo, che aveva sostituito Roberto Farinacci, al comando degli squadristi, a causa dell'inefficienza dimostrata, su ordine di Benito Mussolini.
Pino
Cacucci ha scritto un libro Oltretorrente, che tratta
approfonditamente la difesa, appunto, dei quartieri proletari di
Parma.
And� in esilio nel 1923 quando fu licenziato dalle Ferrovie. A Parigi nel 1925 riprese la sua attivit� di anarchico militante fondando il periodico Umanit� Nova. Nel 1936 fu uno dei comandanti delle Brigate internazionali nella guerra civile spagnola.
- Nella met� di aprile del 1937 la Colonna Italiana - comandata da Giuseppe Bifolchi[1] tenta di espugnare il difficile sito di Carrascal di Huesca,in questi combattimenti muore Cieri. Il 13 aprile l'attacco � portato dalla 29� Divisione (prima denominata Colonna Lenin del POUM) fra i combattenti italiani ci sono Etrusco Benci [2], Pietro Fancelli [3], Mario Traverso [4], Giuseppe Fusero [5], Pasquale Fioravanti [6], Camillo Lanzilotta [7] (nome di battaglia Lancillotto o Nathan).
In particolare Cieri fu a capo della squadra dei �bomberos�, da lui appositamente addestrata per l'assalto. Il giorno 7 aprile 1937 cadde in combattimento durante l'assalto per la presa di Huesca, poi conquistata dalle formazioni antifasciste. I suoi figli, Ubaldo e Renee, furono allevati da Giovanna Caleffi[8] moglie di Camillo Berneri.
Note
Bibliografia
- Del Carria, Renzo "Proletari senza rivoluzione". Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, 2 voll., Milano, Edizioni Oriente, 1970 (I ed. 1966), (in particolare il XVII Capitolo "La giusta linea non seguita": Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo (1-6 agosto 1922).
- AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del comune e della provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la provincia di Parma
- AA.VV., Pro Memoria. La citt�, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa el monumento alle barricate del 1922, edizione a cura del comune di Parma, Parma, 1997
- Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
- Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (191-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Rom, 2000
- Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Marco Rossi, 'Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
- Luigi Balsamini, 'Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
- "Proletari senza rivoluzione"storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950. - Milano : Edizioni Oriente, 1970 Renzo Del Carria
- "Storia del Partito comunista" Paolo Spriano- Einaudi, Torino, 1967-1975 - 5 volumi
Voci correlate
- Carta del Carnaro
- Difesa_di_Parma_del_1922
- Arditi del Popolo
- Arditi
- Formazioni_di_difesa_proletaria
- Filippo Corridoni
- Guido Picelli
- Argo Secondari
- Alberto Acquacalda
- Vincenzo Baldazzi
- Alceste De Ambris
- Armando Vezzelli
- Gaetano Perillo
- Lorenzo Parodi
- Camillo Berneri
- Ercole Miani
- Storia del movimento partigiano a Genova
- Strade di Genova intitolate a partigiani ed antifascisti
- Fatti di Sarzana
- Fatti_di_Empoli_1921
- Portale Genova: consulta l'indice per soggetto Genova
- Portale Liguria: consulta l'indice per soggetto Liguria
sm