Premessa: "Credo che chiunque voglia
allevare degli animali, prima di procurarseli debba avere il necessario bagaglio
di nozioni per garantire loro una qualità di vita quantomeno dignitosa.
L'allevatore non è quello che vince i premi, l'allevatore è quello che conosce
le cose positive e quelle nocive per gli animali di cui si prende cura.
La conoscenza delle regole basilari per garantire loro la miglior qualità di
vita possibile, ecco cosa distingue un allevatore da chi soltanto tiene dei
Diamanti Mandarini in una gabbia. "
Credo che l'allevamento moderno
degli uccelli debba essere rivolto alla protezione delle specie minacciate
in natura. Allevando uccelli in cattività, si interrompe il triste mercato
degli uccelli catturati nel proprio ambiente e si preservano gli stessi
per poterli eventualmente reintrodurre in natura affinchè le generazioni
future possano anche loro godere di queste meravigliose creatureDescrizione:
Il
diamante mandarino (Taeniopygia (Poephyla) Guttata Castanotis), è un
simpatico ed elegante passeriforme appartenente alla famiglia degli
Estrildidi. Le caratteristiche principali di questa specie sono la
straordinaria adattabilità alla vita captiva, un carattere abbastanza
vivace, delle colorazioni estremamente varie e la forte “amicizia” che
tende a creare con l’allevatore. Vive mediamente 8-10 anni.
Questa specie in natura è diffusa principalmente in Australia, nelle zone
umide della savana, e lungo le rive di corsi d'acqua. E’ anche possibile
incontrarlo nelle aride praterie e nelle sterpaglie di cui è ricco quasi
tutto il continente oceanico compresi arcipelaghi ed atolli. E’ stata
introdotta in Europa come nuovo ceppo domestico all’inizio del ottocento.
E’ un uccellino che ama molto bagnarsi, caratteristica che conserva anche
in cattività. Secondo gli studi di alcuni naturalisti, questa specie ha
sviluppato la possibilità di bere - forse a causa della carenza di acque
dolci in special modo negli atolli - anche acqua marina.
E’ un uccello molto socievole è tranquillo, caratteristica che in natura
lo porta a vivere in comunità molto numerose, dominando un limitato
territorio nei pressi del nido, costruito ad altezze modeste sugli arbusti
ma anche sugli alberi dove rami e foglie sono più fitte.
Purtroppo però questa specie in natura si è molto ridotta a causa della
riduzione degli ambienti naturali, dovuta all’opera dell’uomo e
principalmente all’uso di pesticidi e alla diffusione di malattie
infettive.
Il loro aspetto e dimorfismo sessuale.
Il Diamante mandarino è lungo circa 10-12 cm. La livrea tipica presenta il
vertice e le parti superiori del groppone e delle copritrici grigi, con
sfumature brunastre ed evidenti mustacchi bianchi bordati di nero.
Dalla gola a metà petto è presente una barratura trasversale nera su fondo
grigio cenere, che termina nel mezzo del petto con una spessa banda nera.
Il resto del ventre è caratterizzato da un beige chiaro che sfuma verso la
cloaca nel bianco. Il maschio è distinto dalla femmina per la presenza di
un'ampia macchia auricolare di colore arancio acceso e, da un numero
variabile di "puntinature" bianco candido sui fianchi.
Altri modi per riconoscere il sesso dei nostri diamantini sono:
1. Il colore del becco, che è rosso molto acceso nel maschio e
sull’arancione nella femmina.
2. Il canto: infatti solo il maschio canta, mentre la femmina si limita
solo ad un Pee Pee, se così posso esprimermi.
3. In alcuni tipi di mutazioni bisogna vedere se è presente una “goccia”
di colore blu sotto l’occhio; se è presente è maschio se non femminuccia,
ma questa regola non vale sempre.
Esistono tante mutazioni del diamante mandarino: grigio, bianco, isabella,
faccia nera, diluito, mascherato, dorso chiaro e bruno. Ci sono poi
mutazioni poco conosciute come la George, l’arricciato e ventre nero.
Allevamento.
L’allevamento del diamante mandarino non presenta molti problemi, anzi è
l’ideale per chi vuole cominciare a coltivare la propria passione
ornitologica. E’ un uccellino molto resistente sia al caldo che al freddo,
ma quello che bisogna assolutamente evitare è di esporlo a correnti d’aria
fredda, o a continui sbalzi di temperatura, che sono assolutamente dannosi
alla loro salute. Evitiamo quindi di spostare la gabbia in continuazione
da un luogo all’altro e di alloggiarla in luogo riparato ma areato.
A proposito di gabbia… Come alloggiare i nostri piccoli amici?
Per quanto riguarda la gabbia, qualcuno consiglia dimensioni minime di
almeno 42x24x33 (cm), ma io, data la vivacità di questa specie, mi sento
di consigliare una misura minima di almeno 64x39x37cm o ancora meglio di
90x40x44 cm. Personalmente ho adottato quest’ultima soluzione; ho infatti
una gabbia da allevamento in alluminio, con mangiatoie laterali estraibili
per una facile pulizia e con divisorio.
Mi raccomando i posatoi, devono essere della dimensione giusta e devono
permettere una facile pulizia sia interna che esterna. Dico anche interna
perché può capitare che se la trascurate, internamente possano formarsi
acari, che attaccando i nostri amici potrebbero portare a conseguenze
molto serie se non mortali. Per controllare basta guardare se sono
presenti piccoli puntini rossi sui posatoi o quant’altro nella gabbia.
Per fondo gabbia, consiglio tutolo di mais in vendita in tutte le
uccellerie, o in alternativa lettiera specifica per pappagallini ondulati
(si tratta di piccole pietrine). Assolutamente da evitare giornali o carta
stampata, poiché i diamantini sono amanti del becchettare tutto ciò che
trovano sul fondo della gabbia e potrebbero ingerirne; l’inchiostro
presente su di essa è tossico per i nostri piccoli amici.
Un'altra cosa fondamentale è il bagnetto! Infatti come già detto sono
amanti dell’acqua. Bisogna quindi fornire loro una vaschetta con acqua
pulita, in cui loro si divertiranno a tuffarsi dentro e lavarsi. Un solo
consiglio: è necessario cambiare l’acqua tutti i giorni e se sono presenti
più coppie in una gabbia anche due volte al giorno.
Federico Cappello.
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Informazioni:
Una piccola premessa sul sito.
Il sito, non a scopo di lucro, vuol essere
una guida per chi si avvicina
all’ornitologia,
e un riferimento per chi invece ha maturato
una discreta esperienza nell’ allevamento.
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