Metti una tigre… nel giardino
Il boom degli animali esotici nel comasco

 

Animali protetti o animali pericolosi, ma comunque selvatici, provenienti da lontano e che non fanno parte della fauna domestica : ora è vietato commerciarli e la loro presenza in abitazioni private è severamente regolamentata.

Tutto è iniziato con la legge n. 150 del 7 febbraio 1992, ovvero l'applicazione in Italia della convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione, la Convenzione di Washington del 3 marzo 1973 a cui ha aderito anche la Comunità Europea (CEE). L'articolo sei della legge prescrive il divieto di commerciare o detenere esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici che possono costituire pericolo per la salute e l'incolumità pubblica, nonché di specie che subiscono un elevato tasso di mortalità durante il trasporto o durante la cattura nei luoghi d'origine.
Una legge unica, ma due problemi distinti con due distinti elenchi.

L'attivazione della prima parte è entrata in vigore subito e successivamente emendata nel marzo 1993. Enumera un'infinità di voci di flora e fauna protette con loro parti e derivati, cioè carcasse, pellicce, zanne, ecc. In un primo tempo comprendeva anche oggetti ad uso personale, come la famosa borsetta di coccodrillo, poi questa voce è stata eliminata e così anche tanta apprensione da parte dei cittadini. Il Ministero dell'Ambiente cura l'adempimento della Convenzione di Washington (siglata internazionalmente CITES) avvalendosi in ambito territoriale del servizio certificazione del Corpo Forestale.
L'articolo sei, quello cioè riguardante la detenzione o il commercio di mammiferi e rettili selvatici vivi potenzialmente pericolosi, è stato attivato nell'aprile 1996 con la pubblicazione dell' elenco relativo. In questo caso però l'organo preposto è la Prefettura, pur essendo sempre il Ministero dell'Ambiente l'istituzione sovrintendente. In tutte e due i casi è stato domandato un contributo forfetario di centomila lire da versarsi rispettivamente al Corpo Forestale o in Prefettura, indipendentemente dal numero di animali o cose possedute. Severe sanzioni amministrative e penali per i trasgressori: arresto o ammende fino a duecento milioni o fino a quattro volte il valore dell'animale oggetto di violazione.

La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione.

Abbiamo interpellato in proposito l'ufficio del Corpo Forestale di Como per tentare di schiarirci un po' le idee. Va detto innanzitutto che, nonostante la confusione iniziale, queste leggi non sono le solite noie burocratiche fatte apposta per complicare la vita ed estorcere soldi ai cittadini. Sono invece regolamentazioni intelligenti che finalmente si schierano a difesa della natura, del territorio e delle specie di flora e fauna in pericolo di estinzione. Tutto questo indirettamente quindi a difesa dell'uomo stesso e del proprio habitat. Pare incredibile, ma il commercio illegale di queste specie e loro derivati risulta il secondo in graduatoria per volume d'affari, dopo la droga. Pare inoltre in base a delle ricerche della CITES che in alcune remote regioni della terra siano rimasti appena 5000 tigri, 2000 rinoceronti neri, 100 rinoceronti di giava e la popolazione degli elefanti si sia dimezzata negli ultimi dieci anni. Questo grazie alle ossa e unghia miracolose, ai corni afrodisiaci, all'avorio. Perfino rondini, squali e pappagalli Iori (ormai ridotti a poche migliaia) sono caduti nelle reti tese dall'uomo. E che dire del Tasso imalaiano? Questa pianta medicamentosa e antichissima contiene delle sostanze da cui si può estrarre un farmaco anticancro, il 'taxolo'. Indispensabile e preziosa per l'uomo, proprio a causa delle deforestazioni e del sovrasfruttamento a cui l'uomo la sottopone, rischia di scomparire.

Denunciare l'esemplare protetto di flora o fauna che si ha in casa equivale a collaborare con i governi convenzionati di oltre centodieci stati a rallentare, se non fermare, il commercio clandestino internazionale di popolazioni animali e vegetali in via di estinzione e contribuire direttamente alla salvaguardia dell'ecosistema di cui anche noi facciamo parte.
I comaschi hanno risposto numerosi all'appello. Dal '92 in poi l'ufficio certificazioni del Corpo Forestale lariano ha raccolto oltre tremila denuncie, sparpagliate nelle province di Como e di Lecco.
In maggioranza si tratta di tartarughe testudo (hermanni, graeca e marginata) ma anche di serpenti, pappagalli, aquile e gufi.

Il Corpo Forestale si occupa del riconoscimento delle specie, della certificazione e della marcatura, quando richiesta. Ai forestali è importante inoltre comunicare ogni eventuale variazione del luogo di custodia degli esemplari selvatici vivi.
Tanti comaschi si sono rivolti agli uffici veterinari delle USL per chiedere una perizia sulla specie di appartenenza dell'animale selvatico che tengono in casa. E all'USL i veterinari ne hanno approfittato per svolgere un proprio prezioso censimento, non ufficiale, sulla fauna esotica del territorio. Ne è emerso un quadro curioso: i comaschi prediligono gli ofidi (pitoni, boa) ma anche iguane, tartarughe e pappagalli. Qualcuno ha dichiarato di possedere ragni grossi e pelosi. Come si dice: 'a ognuno il suo'...  pare che tra questi particolari cultori ci sia un signore che, essendo affetto da aracnofobia, abbia acquistato dei ragni da salotto a scopo terapeutico... I servizi veterinari USL sono chiamati in causa in quanto, soprattutto nelle aree di frontiera, svolgono attività di controllo. Possono anche effettuare segnalazioni qualora avvistassero situazioni sospette durante le visite routinarie in ambito territoriale. Provvederanno forse, quando giungeranno infine le sospirate direttive ministeriali, a eseguire le certificazioni sanitarie e a valutare l'idoneità delle strutture di detenzione e manutenzione dell'animale. Tutto in forse quindi, si aspetta.
In Italia ci sono quindici frontiere abilitate al controllo del commercio di flora e fauna secondo la Convenzione di Washington. Cinque sono in Lombardia: Segrate, Linate, Malpensa, Brogeda e Chiasso. Per questi compiti Il Corpo Forestale dello stato è coadiuvato dai corpi di Polizia della Finanza e dai servizi veterinari abilitati. In giro, nei parchi o nelle abitazioni segnalate, effettua sopralluoghi, verifiche, ispezioni.

Divieto di commerciare o detenere esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici che costituiscono pericolo per la salute e l'incolumità pubblica ed esemplari vivi di mammiferi e rettili provenienti da riproduzione in cattività.

Il decreto interministeriale del 19 aprile 1996 sancisce il divieto suddetto in vigore a partire dal 3 ottobre 1996, emanato dal Ministero dell'Ambiente di concerto con i Ministeri dell'Interno, della Sanità e delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali. Il Ministero dell'Interno è interessato attraverso i dipartimenti di Pubblica Sicurezza, di Servizio di Polizia Amministrativa e Sociale e di Affari Generali. Da qui il coinvolgimento della Prefettura.
Entro novanta giorni dal decreto, chi fosse stato in possesso degli animali compresi nell'elenco pubblicato sulla G.U. n.232 del 3 ottobre 1996, era tenuto a esporre denuncia, con relativo pagamento di centomila lire, alla Prefettura. Termine ultimo: 1 gennaio 1997. Esonerati dall'obbligo di denuncia gli allevamenti a norma di legge, le istituzioni scientifiche e di ricerca pubbliche e private con autorizzazione di legge, i giardini zoologici, le aree protette, i parchi nazionali, i delfinari, i circhi, le mostre e tutti quegli enti dichiarati idonei dalla Commissione Scientifica ministeriale.

Cani e gatti domestici possono essere tenuti in casa senza problemi, anche se rientrano in alcune delle famiglie in elenco e cioè felidi e canidi.
L'elenco dei MAMMIFERI include una vasta gamma di primati: scimmie, lemuri, ecc. marsupiali: topi, ratti marsupiali e canguri. carnivori: orsi, lupi, tassi, lontre, iene, felini, ecc. proboscidati: elefanti. perissodattili: rinoceronti. artilodattili: cervi, cinghiali, ippopotami, daini, alci, antilopi, bufali, ecc. rosicanti: istrici, capibara, aguti, ecc.
I RETTILI segnalati comprendono gli ordini dei testudinati: tartarughe (azzannatrice, alligatore), mauramida caspica. coccodrillidi: alligatori, coccodrilli, caimani, ecc. squamati: varani, pitoni, anaconde, cobra, mamba, vipere, serpenti a sonagli, ecc.
Esiste anche un ALLEGATO B in cui daini, cervi, caprioli, cinghiali, mufloni e volpi sono considerati specie allevabili ai sensi dell'art.17, legge 157/92. A seguito di questa 'clausola', alcuni cittadini hanno notificato di possedere daini e volpi, altri si sono ritenuti 'esonerati' dall'obbligo di denuncia.

Pochi complessivamente gli animali pericolosi in Provincia: non superano la cinquantina. Ci è risultato che in Como città siano stati regolarmente denunciati un boa constrictor, un procione, cinque daini e due canguri. Tanti comuni limitrofi hanno adempiuto alla legge segnalando tra tutti un totale di quindici volpi, cinque tartarughe, sette serpenti, cinque scimmie e due procioni. I più osée e meno provinciali sono risultati Olgiate Comasco con due macaco, quattro marsupiali, due testuggini e un procione e Appiano Gentile con otto volpi del deserto, un cercopiteco, un macaco e addirittura un caimano.

Abbiamo investigato un pò in giro per cercare di raccogliere delle impressioni dai possessori di ' bestie feroci ' nella nostra città e siamo, con molta fatica, riusciti a scovarne qualcuno.

A Nesso, l'Arca di Mosè. O meglio, la Locanda Mosè, agriturismo, si è rivelata un mini zoo vivente e con ampie prospettive di crescita. La moglie del gestore, Olesia Guestalione, ha una prorompente passione per gli animali e soprattutto per i rettili. Oltre ai cavalli e ai bovini della fattoria, già da parecchi anni dirige personalmente un piccolo allevamento di pastori tedeschi ma si sente particolarmente affascinata dagli animali a sangue freddo, placidi e introversi. Aveva tre serpenti fino a pochi mesi fa ma ora non ne ha più. Il pitone, l'ultimo rimasto, le è morto per il freddo circa tre mesi fa a causa di un blocco del riscaldamento. Aveva poi due boa constrictor. Uno, il più giovane, è morto sotto i ferri chirurgici durante un'operazione al fegato. L'altro è stato ceduto ad un amico piemontese. Pesava 60 kg e superava i due metri di lunghezza. Benché il terrario che lo ospitava fosse a norma di legge, Olesia ritenne più saggio offrirgli una sistemazione più confortevole. L'ha rivisto alcuni mesi fa e con profonda soddisfazione lo ha trovato in perfetta forma. Olesia possiede anche un pappagallo amazzone, regolarmente denunciato, che in primavera ed estate lascia libero di vagare per i boschi. Mi ha raccontato che tra pochi giorni partirà per l'Alsazia dove pensa di acquistare un'aquila e un avvoltoio monaco; è in attesa dei permessi da Roma. Ha dovuto ripiegare sull'avvoltoio perché è difficile ottenere l'autorizzazione per un falco pellegrino, cosa che le sta invece veramente a cuore. Però non si scoraggia e si è già iscritta alla scuola di falconeria di Milano, una delle migliori, mi spiega, in Europa. I suoi occhi brillano talmente è grande la sua passione per gli animali e mi confessa che vorrebbe procurarsi anche delle iguane da addomesticare, poi... poi...  il suo sogno in effetti sarebbe quello di costituire (marito e autorità permettendo) un piccolo zoo di montagna.

I Signori Tarra tengono alcune testuggini Hermanni in giardino ed hanno provveduto a procurarsi i relativi certificati CITES. Le acquistarono molti anni fa in un negozio di animali e le lasciano vivere all'aperto in un grande spazio. Mangiano prevalentemente erbe, ma anche bucce di frutta e pastasciutta. D'inverno si scavano delle buche dove entrano in letargo. Sono selvatiche nel senso che non si lasciano facilmente accarezzare e spesso cozzano tra di loro in atteggiamenti di lotta o di gioco però non sono animali pericolosi per l'uomo. Rientrano nelle specie protette.

l'avvocato Dino Luzzani possiede, nella sua 'tenuta' di Montano Lucino, dodici serpenti ed è in trattative, scaramanzie a parte, per acquistarne un tredicesimo. Due anni fa gli sono morti di vecchiaia due puma che teneva in giardino. Mara, la femmina, è arrivata dall'Argentina nel '74 quando non era ancora svezzata. Ha vissuto vent'anni e ha dato alla luce numerosi cuccioli. In ultimo le ha fatto compagnia anche lo sposo dello zoo di Como, vissuto ventitré anni. Per un quarto di secolo i due gattoni dell'avvocato hanno incuriosito e divertito le scolaresche del vicinato senza mai causare problemi. Ora la gabbia dei puma è abitata dalle anatre. Nello stagno vivono le tartarughe, nella voliera i pappagalli. Poco distante, la gabbia delle galline ovaiole e i recinti dei due cani, un Rotwailer e un Pastore Yugoslavo. In giardino sono stati seppelliti gli animali morti in casa Luzzani nel corso degli anni : cani, gatti, felini, tutti tumulati in un vero e proprio santuario. I serpenti li tiene in casa, al terzo piano, in una stanza opportunamente riscaldata. Abbiamo fatto tante foto ai suoi esemplari, docili e ubbidienti anche nelle nostre mani inesperte: un pitone reticolato, due boa constrictor, un boa di Santo Domingo, un boa australiano, un pitone delle rocce peruviane, un pitone morulus, un serpente del grano, un serpente cinese, un reale della California, un reale della Florida, un falso corallo. In arrivo, un boa dalla coda rossa. Gli abbiamo chiesto come è nata la sua passione per i serpenti. La risposta è stata: "Per caso, durante una visita allo zoo di Torino, nel 1971".
Ha anche aggiunto : "C'è chi colleziona francobolli e chi colleziona animali..."  L'avvocato Luzzani ha recentemente inviato una lettera di protesta alla Prefettura sulla nuova legge che riguarda gli animali selvatici. Egli pensa che non sia così semplice stabilire ciò che è pericoloso e ciò che non lo è. Ritiene che il morso di un cane o di un gatto siano molto più fastidiosi del morso di una tartaruga che non ha mai ferito nessuno. "Non sarò certo io ad insegnare alla tartaruga che deve essere pericolosa" sottilizza con ironia. Inoltre egli è convinto che di fronte alla visione di una gabbia siamo noi a soffrire e non l'animale, il quale è perfettamente a suo agio. Mi fa notare che nemmeno l'uomo è libero e nemmeno lui vive in un ambiente ideale, anzi va in giro con la museruola antismog e forse una piccola gabbia non è poi tanto diversa da un grattacielo...

Zio Tobia in una non ben definita località comasca ha denunciato come 'pericolosi' due macaco, quattro ratti marsupiali e alcune testuggini. Li tiene in una grande fattoria modello insieme a tacchini, pavoni, cigni bianchi e neri, anatre, nandu, daini, cavalli, asini, pappagalli...tra tutti gli animali visti i più pericolosi, sottolinea, sono i minuscoli ratti marsupiali. Sembra proprio zio Tobia, questo simpatico signore nella sua veste amatoriale di allevatore. Tantissimi animali li ha accolti malati e li ha curati. Ha perfino una stanza adibita ad infermeria. Nel recinto si sgranchiscono a turno il cavallo con il buffo pony Shetland, gli asinelli e i bellissimi daini maculati. Nella grande aia scorrazzano liberamente i tacchini con le anatre ornamentali (CITES) e i nandu (struzzi americani). Sempre sull'aia si aprono le porte dello stagno dove trovano habitat ideale i cigni reali, bianchi e neri, le anatre e le tartarughe. Gli inquilini della 'vecchia fattoria' possono circolare liberamente da un reparto all'altro perché non trovano le porte chiuse. Solo i pappagalli sono tenuti in voliera e sono ingabbiati anche gli scoiattoli cinesi e i ratti marsupiali, ora in letargo. Le due scimmie macaco sono diverse l'una dall'altra. Una è domestica e vive in casa mentre l'altra, ritirata da un circo, non è socievole e passa ore a dondolarsi pur avendo ampio spazio a disposizione per muoversi.
Due anni fa Zio Tobia ha avuto il piacere di ospitare anche una tigre del Bengala, un cucciolo femmina nato a Varese. Poi tramite l'ENPA di Bologna è riuscito a trovarle una sistemazione più adatta a lei. É membro di un'associazione di allevatori amatoriali, l'AIFAO (Amatori Italiani Fagiani Acquatici Ornamentali). La società per statuto si occupa dello studio, l'allevamento e la protezione dei fagiani acquatici ma in pratica si prende cura anche di altre specie allevabili. Gli iscritti, circa trecento in Italia e settanta nel comasco, si scambiano tra loro gli animali, si sostengono a vicenda, si tengono informati ed aggiornati sulle legislazioni in materia. Mi ha mostrato un registro CITES, autenticato dalla Forestale di Firenze, dove egli teneva un inventario aggiornato dei propri animali e riportava ogni variazione tra cui le nascite. Poiché questo registro era stato promosso autonomamente dall'AIFAO in risposta alla Convenzione di Washington prima dell'entrata in vigore della legge in Italia, ora non è più valido e non si sa se verrà mai sostituito. Zio Tobia ama gli animali e pensa sia giusto tutelarli ma ritiene che le leggi italiane vagliate in proposito non siano funzionali. "C'è molta confusione e non sono state individuate correttamente le specie da considerare pericolose, per esempio un ragno velenoso o uno scorpione sono molto più pericolosi di una tartaruga o di un ratto marsupiale. Molte specie di anatre considerate protette si riproducono velocemente con facilità mentre altre specie davvero rare e più delicate non sono nemmeno citate negli elenchi CITES. Sono dei controsensi dannosi non solo per il commercio ma anche per la fauna stessa. Vi sono ad esempio delle specie di pappagallo che qui sono pregiatissimi e proibiti mentre nei luoghi d'origine vengono bruciati dagli indigeni."

 

Negozi e commercio di animali.

In Como centro i proprietari dei due principali negozi rivenditori di animali esotici e rettili, Tiziano e Sergio, si dichiarano entrambi 'animalisti' e favorevoli ad una regolamentazione internazionale. Vendono prevalentemente volatili, pesci e gatti. Un gatto persiano può costare dalle quattrocentomila lire al milione. Stesso prezzo per un cane e anche di più. Un iguana centomila, i pappagallini sedicimila, una serpe giarrettiera addomesticabile quarantamila. I serpenti li vendono con certificato CITES e costano dalle duecentomila lire al milione. In più un buon rettilario a norma di legge si aggira intorno al mezzo milione, considerato che un boa adulto giunge facilmente a tre metri di lunghezza e un pitone fino a otto metri. I serpenti adulti mangiano topi o criceti (cinquemila lire) ogni venti giorni circa. Sono creature molto delicate e hanno bisogno di una temperatura ambiente di 25, 27°C. Venduti a Como anche qualche caimano, iguane, varani, tartarughe, pappagalli e ragni : amigale brasiliana e tarantola. Sergio è d'accordo con le normative CITES. La sola cosa che disapprova è la disinformazione ed una gran confusione da parte della gente sulle specie proibite. É favorevole all'interesse che mostrano i giovani verso animali 'inusuali' anche se auspica una maggiore coscienza da parte della gente. Molte persone spinte dalla moda non si rendono conto che il cucciolo cresce e in molti casi diventa 'scomodo' una volta adulto. L'Italia rischia di diventare una discarica di animali selvatici abbandonati a se stessi, quando il giocattolino di turno non piace più. E se alcuni di loro trovassero habitat favorevole nei nostri boschi ? Le leggi da sole non bastano a proteggerci da noi stessi se non ci rendiamo più responsabili delle nostre azioni.

Conclusioni.

In base al nostro sondaggio sembra che a Como sia scoppiata una vera e propria 'rettilomania'. É nata perfino una rivista : "Repti Magazine", la prima pubblicazione tutta italiana e in italiano specializzata su aracnidi e rettili. L'articolo va alla grande ed il mercato c'è, anzi il divieto di commercio rischia di impreziosire la merce tanto che ci è stato riferito di collezionisti privati disposti a sborsare milioni (con gli zeri) per un serpente....

Un po’ di delusione ce la siamo comunque portata a casa: niente pantere nere nelle alcove comasche o pigri leoni dietro il pergolato. Anche se gira voce che ce ne siano per davvero, irregolari : leoni, leopardi, pantere e linci da appartamento. Ma forse è meglio che non li abbiamo visti, meglio ricordarli orgogliosi e liberi sultani della savana.

 

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Broletto n.49 pri 1997