Il  7° Raduno
ovvero
Fano 17,18  Maggio 2003 : Raduno ed esposizione di imbarcazioni autocostruite
di L.Scarnicchia

Cosa succede ai Raduni degli autocostruttori?
Ci sono varie fasi....
la prima vede l'ormai tradizionale infruttuosa ricerca  della chiave a brucola da 6......


Mario Falci alle prese con il Nova

la seconda vede un poderoso sforzo mnemonico per cercare di ricordarsi come caspitaccio si monta sto' coso.....


Karschulin monta il P5

Poi si fanno avanti i curiosi...
I curiosi ai raduni di autocostruttori non sono i comuni curiosi che girano per le solite fiere abbuffandosi di wurstel e accapparrandosi freneticamente  tutti i depliants possibili. I curiosi che si fanno avanti sono in gran parte già contaminati dal virus dell'autocostruzione. "sai vorrei costruire....", "ho in mente...." , "il mio progetto...."
Poi c'é chi ha una barca pronta ma non ha avuto il coraggio di portarla. Magari si aspettava di fare brutta figura per quella colatura la', perché il circuito della scotta della randa é un po' discutibile....
Ho avuto la netta impressione che almeno quattro-cinque curiosi fossero al giusto grado di cottura e che tra breve li vedremo con le loro creature!
In tal caso la nostra incerta e informale manifestazione avrà avuto pienamente successo! Del resto, a parte le interminabili chiacchiere, le ridicole esibizioni e le ingenue regate  il raduno serve per guadagnare nuovi adepti alla nostra inconfessata causa: migliorare il mondo costruendo barchette!
 
Ed ecco il P5 che inizia la sua avventura...avventura che finisce impropriamente sulla spiaggia dell'Arzilla, un paio di km a Nord perché purtroppo c'é stata una scuffia (sabotaggio del Marti?) e la rottura dei supporti delle cinghie che trattenevano le traverse sullo scafo principale. L'ing.Othmar Karschulin c'é rimasto molto male: da buon tedesco non è preparato agli insuccessi. 
Noi invece, che dell'insuccesso facciamo pratica quotidiana, l'abbiamo presa meglio, abbiamo identificato immediatamente la leggerezza della costruzione dei supporti ed eravamo pronti a rimediare. Invece a Othmar c'é voluta mezza giornata.

 
Smontate le barche, una sommaria rassettata e via al ristorante...
A rimettere in sesto il morale di Karschulin, più che le manifestazioni di solidarietà e le parole di comprensione é stato il risotto alla pescatora del Califfo (il ristorante). Comunque il risultato  é stato raggiunto e dopo cena  ci siamo radunati in una sala dell'Hotel Amelia (ancora grazie per la gentile concessione) per partecipare alle conferenze di Karschulin e di Francesco De sanctis.
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Oggetto della conferenza é stata la teoria del proa nelle sue varie storiche interpretazioni e l'uso di vele "a delta"
e i risultati delle prove in galleria del vento. In particolare sono stati prese in esame le risposte a vari gradi di inclinazione del delta.  Karschulin ci ha anche mostrato una foto di un Hitia costruito in un'isola caribica che é stato armato con una delta basculante ossia una "Achelon" al 100%!.
Nella foto potete osservare l'ing che cerca spiegare concetti abbastanza complessi in Inglese/tedesco/italiano, Mario Marti (di spalle) che concorre a confondere le idee e il grandissimo Franco Bertozzi che non solo é riuscito a  tradurre il simpatico ed incomprensibile idiona ma é riuscito a spiegare il tutto in maniera intellegibile mettendoci molto del suo (che non è poca cosa...).

Dopo Kartiulin e le discussioni che sono seguite, Francesco De Sanctis ci ha raccontato la sua  costruzione di uno NIS 29 di Kirby. I tre anni di costruzione sono stati puntualmente documentati così come una parte delle 7000 miglia di navigazione compiute. Francesco è stato tecnico e comprensibile al punto giusto. Il suo Nis é stato recentemente venduto per far posto ad una barca di serie più grande e più comoda. Non ho la pretesa di essere un buon conoscitore di uomini, ma ho il fondato sospetto che Francesco prima o poi ci farà vedere qualcosa di nuovo (!). Del resto come recita il proverbio?....quando ci si bagna di resina.....
La cosa é finita ben oltre la mezzanotte ma alcuni più caparbi hanno fatto anche gli straordinari....

Domenica mattina
In piedi di buon mattino (si fa per dire..) i nostri valorosi autocostruttori di precipitano in spiaggia a preparare le loro creature.


Da sx, Scarnicchia (io), Campanelli, Prina, Falci, Marti, Karschulin di spalle e signora

Alle dieci circa si comincia ad andare in acqua. Il sottoscritto, per far contenti i maligni che pretendevano di vederlo in navigazione sul Tico ("ma che fai, costruisci barche e poi non ci navighi?) , si è esibito un una mezza scuffia in 10cm d'acqua riuscendo a placare gli animi (ah!...popolo..panem et circenses...) dopodiché ha affidato la barca a Mario Marti che ha partecipato alla regata (le famose "paid hands"!).

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Da dx, Lodigiani, Fausto (del Bohemé) e un simpatico amico (purtroppo non ricordo il nome) che sta costruendo un catamarano di 11 metri a Fiumicino - prossima vittima di una "visita"....

Andrea (del circolo), Prina, Campanelli e Mario Puppo che sfacciatamente manipolano i risultati della regata

Com'é andata la regata?
La regata si è svolta in due prove su un percorso a bastone quasi parallelo al braccio del porto canale. Questo ha dato la possibilità agli accompagnatori ed a un folto pubblico di seguire la regata come fossimo allo stadio, tifo compreso (incidenti e accoltellamenti vari esclusi) .  L'indagine sul  perché e percome ci si riesca ad entusiasmare per le regate delle nostre "ridicole" barchette  non é di mia competenza. Comunque é certo che viene soddisfatta appieno quella famosa e universale legge economica del "massimo risultato con il minimo sforzo".  [Bertarelli, Bertelli, Onorato ecc, capita l'antifona!?]

Primo in tutte e due le prove é arrivato Paolo Lodigiani con il suo "Gerovital", secondo Fabio Retali con l'F10 , recentemente modificato, (3° e 2°) e terzo Mario Marti con il mio Tico (2° e 4°).
 
Nella foto Roberto Prina, impareggiabile segretario di classe, premia Paolo Procesi per l' ultimo posto che sospetto sia dovuto non tanto a problemi tecnici (cazzando le sartie il catamarano si stringeva diventando progressivamente sempre più monoscafo)  quanto piuttosto ad una scelta deliberata finalizzata a guadagnare popolarità ( in regata si sa, tutti amano gli ultimi!)

 
 
Roberto premia Fabio Retali per il suo secondo posto

 
 
Malgrado si siamo assai spremuti non siamo riusciti a trovare uno straccio di scusa per squalificare il Lodigiani. Ecco Roberto che con un sorriso premia  Paolo Lodigiani, il vincitore.

I primi tre , oltre alla calorosa stretta di mano di Roberto e l'applauso del pubblico hanno ricevuto in premio una bella pezza di Lankotex messa gentilmente a disposizione da Mario. Tutti i partecipanti invece hanno ricevuto un attestato di partecipazione (da conservare gelosamente) , un piccolo contenitore stagno per effetti personali stile Papillon e una comoda sedia da spiaggia per far passare meno tragicamente il tempo alle rispettive "vedove bianche".

Federico Pansieri, il presidente dell'Associazione Albergatori che ci ha amichevolmente organizzato la manifestazione, era abbastanza sconcertato della totale anarchia del popolo degli autocostruttori. Dopo aver cercato di radunarli per dire due parole ha rinunciato vedendo che l'unico che era riuscito a fermare era già fuggito a duecento metri. Loro del resto sono abituati a congressi di medici, Festival, raduni di ex-alunni, seminaristi ecc, tutta gente "quadrata" e malleabile...
Anarchici, ingovernati e ingovernabili gli autocostruttori sono però virilmente riconoscenti. Un caloroso ringraziamento alla cittadina di Fano che ha ospitato questo piccolo e strambo popolo nonché al già citato Federico Pansieri che , in veste di presidente dell'Associazione Albergatori ma ancor di più come amico ci ha messo tutto sè stesso e il suo tempo stornandolo da cose più serie e fruttifere.
Grazie ancora al Club Nautico Fanese G. Viviani per l'ospitalià, l'assistenza e la logistica della regata.

Smontate e caricate le barche, abbracci e stette di mano, qualche pezzo di pizza al volo e il popolo si è disperso, ognuno per la sua via... e (Iddio mi perdoni) stanco ma felice!
 
 


due note :
la prima è che pare che la conferenza di Karschulin abbia convinto o comunque rafforzato le convinzioni di Mario Falci che ha annunciato la futura la costruzione di un proa tipo Harry-Proa. A nulla sono valse le accorate e scientifiche raccomandazioni di Lodigiani né le mie che , tra l'altro, uno straccio di proa l'ho già costruito. Non ci resta che sperare in un rinsavimento in quanto Mario é uno di quelli che più cerchi di convincerlo, più ottieni l'effetto contrario (a ben guardare si tratta di una caratteristica molto diffusa tra gli autocostruttori).

L'altra nota da rilevare é il tormentone "..é carbonio o é una ca##ata?".
Questo nasce da un dubbio che avevamo manifestato mentre osservavamo il P5 prima del varo. In effetti ad alcuni il famoso supporto della cinghia che bloccava la traversa é sembrato "leggerino". Però, siccome era ben verniciato e rifinito non siamo stati in grado di esprimere un giudizio definitivo e la cosa é stata liquidata con formula dubitativa: "forse é carbonio...".
Alla luce di quanto é successo in seguito, la formula dubitativa é stata riproposta nel seguente modo : "é carbonio o é una ca##ata?".
 
 
 

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