Club Sommozzatori Offida Grotta della Scaletta a -50 Mt di profondità! 
Club Sommozzatori Offida Mirko Rimoldi mentre sistema il filo di Arianna.
Club Sommozzatori Offida Ancora nella grotta.
Club Sommozzatori Offida Sul fondo della Grotta...

Grotta Scaletta e Complesso di Punta Jacco 

Spettacolari ed innumerevoli immersioni non sono mancate, dal relitto L.S.T. 349 dell’isola di Ponza, ai relitti di S. Vincenzo (sul golfo di Baratti) isola del Giglio, e i due importanti ritorni a Capo Palinuro i quali ci hanno permesso di filmare con una storica immersione la grotta “Scaletta” ed il “Complesso di punta Jacco”.
Queste grotte collegate tra loro da un cunicolo a 50 metri di profondità sono tristemente famose per un incidente mortale che ha coinvolto 3 sommozzatori polacchi.

Il 10 Settembre 1996 Sosinka Gazegore, Spyrka Rafal e Oslowski Witold s’immergono nella grotta Scaletta, ma non hanno con loro un rocchetto con la sagola guida (filo di Arianna) e dispongono di una illuminazione insufficiente (solo 2 semplici torce in 3.) La grotta ha il suo ingresso a 12 metri di profondità e s’interna nel promontorio per una cinquantina di metri, e dopo aver attraversato una strettoia si entra in una sala, e da questo momento si perde completamente il punto luce dell’ingresso. Alla base di questa sala parte un pozzo buio, stretto e tetro, di forma ellittica, un vero e proprio budello che sprofonda fino a 50 metri di profondità, ed è proprio alla base di questo pozzo, che prosegue con un tunnel di fondo e diverse diramazioni fino all’altra estremità di Punta Jacco, che i tre sommozzatori vengono traditi dal limo in sospensione, ed in quel labirinto non trovano più la strada per il ritorno. I primi due corpi vengono recuperati il giorno seguente, ma del povero Witold non c’è traccia, sembra che la grotta lo abbia inghiottito e non voglia più restituirlo. La salma sarà recuperata a brandelli il 28 settembre, dopo 18 giorni di disperati tentativi. Personalmente sono passato sopra quel pozzo tante volte, e la tentazione di esplorarlo sempre forte, ma c’era un tarlo nella mia mente che m’impediva di farlo, pur sapendo che la grotta poteva essere alla mia portata come livello di preparazione, ma Sabato 9 Agosto 2003 in coppia con Mirko Rimoldi, inizia l’avventura. Briefing prima di imbarcarci: Mirko mi seguirà nel pozzo svolgendo il filo d’Arianna, mentre io con la telecamera subacquea cercherò di fare del mio meglio con le riprese, poi alla base del pozzo Mirko dovrà superarmi e dopo un breve tragitto nel tunnel di fondo a 50 metri di profondità tornare indietro riavvolgendo il filo d’Arianna. Mi fermo alla base del pozzo, aspettando che Mirko mi raggiunga, un OK d’intesa e si va avanti, incontro vecchie cime, ma soprattutto immense stalattiti e stalagmiti, tra le più profonde d’Europa, ma di tornare indietro non se ne parla neppure! Tra la muta e la pelle sento l’adrenalina crescere, credo che anche Mirko abbia voglia di proseguire, ripenso solo per un attimo a Witold, ma ci sono troppe cose da controllare, e devo tenere la mia mente occupata, ancora s’incrociano il mio caschetto con quello di Mirko, mentre continuo a filmare, siamo consapevoli di essere ad oltre 160 metri dall’ingresso, e a 50 metri di profondità, poi il tunnel di fondo finisce, si torna indietro. Controlliamo le nostre riserve d’aria, abbiamo consumato meno aria del previsto! Si fa il percorso a ritroso, si risale dal pozzo, e con gioia ritroviamo fuori della grotta il resto del C.S.O. un grande abbraccio subacqueo e via alla lunga decompressione! Un grazie a tutto il C.S.O. ed un ringraziamento particolare a Roberto (capo) Alba Massacci, Renato Fares e Giovanni Maoloni, i quali hanno rinunciato ad un’immersione già programmata con il sottoscritto pur di farmi vivere questa grande ed irripetibile avventura senza farmi per nulla sentire in colpa.

Roberto Capriotti