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Casa del Polesano

"Una Nave, un Treno, un Luogo, Tornare": è questo il motto coniato dagli architetti Luigi Domenico Barbato e Daniele Milan per il progetto di ristrutturazione di una ex scuola elementare in località Ca' Cappello, a Porto Viro (Ro), nella quale nascerà "la Casa del Polesano", un'opera tenacemente voluta da Don Valentino Tonin, fondatore e attualmente vicepresidente dell'Associazione "Polesani nel mondo", il quale ha inteso dare agli emigranti un luogo dove potersi identificare e ritrovare.L'edificio, concesso in comodato per 50 anni rinnovabili con atto di convenzione fra il Comune di Porto Viro e la stessa Associazione, diventerà, infatti, un centro polifunzionale, per dare alle centinaia di migliaia di Polesani sparsi in Italia e nel mondo, la possibilità di trovare accoglienza, informazioni e soprattutto la memoria dell'esperienza migratoria, la testimonianza che i loro sacrifici hanno consentito lo sviluppo della terra d'origine. Un messaggio rivolto soprattutto ai figli, nipoti e pronipoti degli emigrati, i quali in questo luogo potranno conoscere e capire le origini, le sofferenze e le privazioni dei loro cari, costretti ad abbandonare il paese natale e gli affetti nella speranza di un lavoro sicuro e di un futuro miglioreLa Casa sarà costituita da due parti complementari tra loro: al piano terra quella operativa, al primo piano quella ricettiva, con un piccolo sottotetto adibito a luogo di studio o di riunioni. Gli spazi operativi comprendono una saletta destinata al Centro elaborazioni dati, dove si potranno ottenere informazioni e notizie sul territorio e gli abitanti attraverso una rete di collegamento con tutte le sedi municipali; una sala comune e una zona ristoro, nelle quali le "Fameje" polesane potranno riunirsi per mangiare o per incontri conviviali; una sala Convegni da utilizzare anche in collaborazione con il Comune di Porto Viro, per iniziative socio-culturali.
L'aspetto più significativo del progetto è la creazione del "Museo del Polesano", dove saranno raccolte ed esposte memorie, testimonianze ed opere dei protagonisti di questo esodo. "Abbiamo già preso contatto con i nostri connazionali all'estero e i loro discendenti - sottolinea il presidente dell'Associazione, Berto Meneghetti -, perché inviino materiale fotografico, epistolare, ricordi e oggetti significativi e tutto ciò che può documentare il fenomeno dell'emigrazione".
Al primo piano, come detto, sarà realizzata la zona ricettiva, con diverse camere per complessivi 23/25 posti letto e un piccolo appartamento per il custode, che garantirà l'apertura della Casa e il controllo dell'uso della struttura da parte delle "Fameje" che si alterneranno al suo interno (nell'edificio, infatti, non saranno ospitate persone singole). Nell'area che circonda il fabbricato sarà ricavato un parcheggio, uno spazio per la sosta all'aperto e, vicino all'ingresso, sarà posto un monumento dedicato all'emigrante. Un decisivo aiuto alla realizzazione di questo progetto verrà dalle imprese Costruzioni Paolo Pianta di Porto Viro, Guerrato di Rovigo, Tumiati Impianti di Porto Viro e Pavanello Fratelli di Rovigo, che metteranno a disposizione le loro maestranze e i materiali.
"Ma la costruzione di questa struttura, che richiamerà nostri conterranei a livello internazionale - come ha sottolineato il presidente Meneghetti -, è dovuta soprattutto a chi ha contribuito economicamente, prima tra tutte la Regione Veneto, che ha seguito passo passo le fasi della progettazione, la Fondazione Cariparo di Padova e Rovigo, la Provincia di Rovigo, il Consorzio per lo sviluppo economico e sociale del Polesine, la Città di Porto Viro".
Intervenendo all'inaugurazione dei lavori, Don Valentino Tonin ha voluto sottolineare il significato di questa iniziativa, affermando che "essa nasce in virtù di un vincolo che ancora lega fortemente gli abitanti del Polesine di oggi con quelli che per necessità dovettero abbandonare questi luoghi. Nasce non per risolvere il problema del rientro, ma per dare accoglienza e ospitalità a quanti tra gli emigrati vorranno tornare a visitare il Polesine e ai loro figli e nipoti, desiderosi di conoscere i luoghi di origine dei padri e dei nonni, ma che possono non disporre dei mezzi economici per il soggiorno".
Infine, l'assessore regionale Isi Coppola, ha sottolineato che "La Casa del Polesano" è stata voluta in un luogo suggestivo, nel cuore del Delta del Po, proprio in quella stessa terra da dove sono partite centinaia di famiglie, di padri madri per cercare una nuova speranza di vita dopo l'alluvione del '51. "La Regione ha creduto sin dall'inizio a questo progetto - ha ricordato la Coppola - stanziando una prima cifra complessiva di 35 mila Euro e dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, il grande affetto e la grande attenzione per quei veneti, per quegli instancabili polesani, che hanno saputo fare grande con il loro lavoro le terre lontane che li accolse".


 

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