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Primo Atto.
- Forza venite gente
- Siamo nel 1207. Francesco decide di abbandonare
l'agiata vita a cui era abituato, per vivere nella più assoluta povertà.
Questo, nonostante l'unanime parere del padre, dei suoi amici, e di tutta
Assisi, che lo considerano impazzito. La notizia fa scalpore, e tutti
accorrono in piazza ad assistere al confronto tra Francesco ed il padre,
il quale si vede restituire dal figlio tutti gli averi e gli
abiti. L'unica che non condanna apertamente Francesco è
Chiara di Offreduzzo, forse la sua amica
più cara, e forse, un tempo, qualcosa in più... |
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- Sorella Provvidenza
- Ben presto altri si uniscono a Francesco,
allontanandosi dalle preoccupazioni e dalla vita frenetica di tutti i
giorni per abbracciare l'assoluta povertà. Nessuno si preoccupa del
proprio futuro, di cosa mangerà domani. La Provvidenza è in grado di
offrire loro tutto ciò di cui hanno bisogno per
vivere. |
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- Stanotte ragazzi
- Ad Assisi prosegue la vita di tutti i giorni (e di
tutte le notti). Gli amici di Francesco, gli amici di un tempo, cercano di
dissimulare il disagio e la malinconia che li opprime: senza l'allegria,
l'entusiasmo e la gioia di Francesco la vita ed il divertimento non sono
più la stessa cosa di una volta. |
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- I miei capelli
- Infine, anche Chiara decide di seguire la difficile
strada dell'amato di un tempo. Anche lei rinuncia perciò a tutti i suoi
averi, alla sua vita agiata, ai suoi abiti lussuosi, e perfino ai suoi
lunghi capelli. Non è una scelta facile, ma ha di fronte a sé l'esempio
vivente della gioia e della libertà che si può provare anche senza
possedere nulla. |
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- Ventiquattro piedi siamo
- Corre l'anno 1209. I compagni di Francesco sono ora
una dozzina. Francesco mette per iscritto le semplici regole che
scandiscono la vita sua e dei suoi. Tutti insieme partono così alla volta
di Roma, per farsi ricevere dal Papa e poter fondare un ordine vero e
proprio. Profondamente colpito dall'energia e dalla voglia di vivere di
quei "ventiquattro piedi scalzi", il Papa Innocenzo III approva senza
esitazione la regola di Fratello Francesco. |
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- E volare volare
- Francesco prosegue nella sua vocazione d'amore,
arrivando là dove nessuno si era mai spinto prima: non solo tutti gli
uomini sono suoi fratelli, ma anche gli animali e le stesse cose
inanimate, lui li ama con la stessa forza e lo stesso fervore. Questa
volta parla con gli uccelli, e questi comprendono, incredibilmente, che
quell'uomo ha qualcosa di diverso, e lo stanno ad ascoltare, e lo
capiscono... |
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- Posso dire amore a tutti
- Ma se l'amore di Francesco è per tutti e di tutti,
non può esserlo per una persona sola. Sia Francesco che Chiara, in fondo,
sono esseri umani, e come tali non sono esenti da dubbi. Ma con la stessa
forza del sentimento che non li ha mai realmente uniti, entrambi capiscono
che questo significa realmente amare, capiscono che "l'amore, è un'altra
cosa". |
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- Il Lupo - In
quel periodo, le campagne intorno a Gubbio erano infestate da un lupo
dalla ferocia e dalla forza straordinarie, che non disdegnava neppure di
attaccare ed uccidere l'uomo. L'unico in grado di far "ragionare"
l'animale è proprio Francesco: il lupo, non solo non lo attacca, ma alla
sua presenza lo ascolta ed infine diventa mansueto come un
agnellino. |
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- L'angelo biondo
- Con chi parla, durante le notti, Francesco? Con chi
discuteva, sin da quando ancora dormiva nel suo letto, tra le mura della
casa paterna? Da solo forse. O forse con qualcuno mandato direttamente da
Dio, qualcuno a cui fare le domande ed ottenere le risposte da cui trarre
la propria conoscenza e la propria fede? |
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- Venite cavalieri
- Tutto il mondo cattolico è in subbuglio: è il tempo
delle sante crociate, e tutti, ricchi e poveri, belli e brutti, sani e
zoppi, si armano come possono alla volta della Terra Santa, dove sperano
di guadagnare fama, ricchezze, e magari anche la salvezza. Anche Francesco
è in partenza, ma a modo suo, senza armi, senza scudo, solo con il suo
bastone, pochi seguaci e tante buone intenzioni. |
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- La Luna - E
Francesco, almeno in parte, riesce nel suo intento. Riesce ad incontrare
gli infedeli, a parlare loro del Vangelo di Gesù, a fare amicizia con la
figlia del Sultano, ed a restare vivo. E` il segno dell'unità tra i
popoli: in fondo viviamo tutti sulla stessa terra, sotto lo stesso cielo,
e sospiriamo tutti alla luce della stessa Luna, che così ci unisce anche
se apparteniamo a mondi tanto diversi. |
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Secondo Atto |
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- E` Natale
- E` il Natale del 1223, e Francesco mette in pratica
un'altra delle sue idee: far rivivere a tutti quella notte di 1200 anni
prima, ricreare la stessa atmosfera di amore e magia. Ecco allora nascere
il primo presepe della storia. |
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- La sposa di Gesù
- Sono lunghe le sere in convento. Ed anche a chi ha
scelto la strada dell'amore, della povertà, della libertà, può venire da
chiedersi come sarebbe andata altrimenti. Ma i dubbi spariscono
rapidamente, è l'amore stesso a sedarli, è la fede, l'unica cosa che mai
potrà crollare. |
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- Perfetta letizia
- Vivere sempre nella gioia, essere sempre allegri e
spensierati. Questo sostiene Francesco. Beh, finché le cose vanno bene,
non è certamente un problema. Ma è quando si va incontro alle difficoltà
che bisogna dare fondo a tutte le proprie energie, amare gli imprevisti,
sorridere ai problemi; in fondo è questa la vera Vita, l'unica degna di
chiamarsi tale e di essere vissuta appieno! Ed alla fine anche l'ingenuo
Frate Leone lo capisce. |
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- La Povertà
- Gli uomini, gli animali, gli oggetti, ma non solo.
Anche la stessa Povertà è sorella di Francesco, ed egli la ama, nel bene e
nel male, ed a suo modo viene ricambiato. |
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- Semplicità, sorella mia
- Lo stesso vale per la Semplicità, per il gioire di
ogni cosa senza mai desiderare di più. In fondo, quando si ha tutto,
quando si ha la vita, l'amore, la salute, perché si dovrebbe volere altro.
Le tentazioni non mancano, certo, ma snobbarle non risulta, in questo
caso, poi così difficile. |
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- Povero vecchio diavolo
- Ma cerchiamo di vedere le cose da un altro punto di
vista. Incontriamo così la disperazione di un povero demonio che non sa
più che pesci pigliare: il non riuscir a tentare Francesco in alcun modo
lo tormenta. |
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- Sorella Morte
- Per Francesco è tempo di andare. E` tempo di
abbandonare anche le ultime preoccupazioni terrene, per andare incontro
all'ultima delle sue sorelle: la Morte. Perfino di fronte ad essa,
Francesco affronta la propria sorte con coraggio, pensando prima di tutto
a consolare gli altri... |
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- E piansero i lupi nel bosco
- Francesco non c'è più. Il vuoto immenso che lascia
nel mondo viene sentito non solo da tutti i suoi compagni, ma anche dagli
animali e da tutta la natura che tanto ha amato. La stessa morte non
riesce a rimanere indifferente nello svolgere il suo compito, e perfino
Belzebù, a modo suo, si dispera. |
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- Laudato Sii
- Ma Francesco non è morto. Il suo ricordo, le sue
opere, la sua gioia di vivere, lo fanno risorgere tra noi ogni giorno.
Ecco allora il suo ultimo, grande regalo: la sua opera ultima e più bella,
il meraviglioso Cantico delle Creature. |