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STORIA DELLA

"VIVACE"

DI GROTTAFERRATA

Stagione 1940-41 - Sezione Propaganda

Fu questa un’annata veramente stupenda; alle continue vittorie, una più bella dell’altra, s’aggiunse come coronamento il primo posto in classifica e questa volta i bianco-rossi si laurearono nelle finali Campioni Regionali della categoria, fregiandosi nell’anno seguente dello Scudetto sulle maglie.

Le foto del periodo mostrano: Bixio Vinciguerra, Sergio Camilli, Ippolito Furlani, Renzo Vinciguerra, Tiberio Tiberi (dirigente), Alberto Bini, Fausto Camilli, Settimio Mariotti Umberto Vinciguerra, Oreste Di Caprera, Edoardo Santangeli, Franco Tappi, Giulio Antonelli (dirigente), Giulio Ferretti, Amerigo Vinciguerra, , Edoardo Consoli, Luigi Mecozzi (Dirigente), Celso Vinciguerra, Otello Chiacchierini, Mario Tiberi (dirigente), Angelo Ambrogioni.

Da quando abbiamo esposto fin’ora, si può dedurre che i risultati raggiunti dalla "Vivace" furono senz’altro brillanti, appunto perché per i 10/11 essa era formata da giocatori locali che orgogliosamente ambivano a tenere alto il buon nome sportivo del loro paese.

Ma ormai la guerra era in pieno svolgimento e si doveva pensare a ben altro e la squadra si sciolse.

Passato a Grottaferrata il turbine della guerra, che pure qui lasciò segni ben evidenti, nell’estate dell’anno 1944 di nuovo divampò la passione calcistica e tutti i giovani, ma anche i non più giovani furono di nuovo in pieno fermento. Giustamente il problema che più assillava era la soluzione definitiva del campo di giuoco, che tanta preoccupazione aveva dato negli anni passati. Si pensò allora che il terreno che va dall’attuale sede della scuola media di Viale S. Nilo fino al "Fontanaccio" (così chiamato in vernacolo, cioè fontanile pubblico) potesse servire, avendone tutti i requisiti, data l’ampia ricettività, per crearvi un magnifico campo di calcio, inserendolo in un bel parco da utilizzare poi come Villa Comunale.

Sarebbe stato l’ideale per Grottaferrata!

Il terreno però era proprietà delle Suore Missionarie Francescane di Maria. Una speciale commissione, composta da Tiberio Tiberi, Fernando Canestri, Edoardo Consoli, Angelo Centioni e Ippolito Furlani, si recò a trattare con la Madre Generale dell’Ordine, espressamente venuta a Grottaferrata per l’occorrenza. Ma a nulla valsero le buone argomentazioni; il muro (non solo in astratto) era invalicabile; le buone suorine furono irremovibili; non si ottenne un bel nulla. Molti altri tentativi furono esperiti, sia nella zona bassa di Via del Fico, di proprietà dell’Ing. Scala, sia nella zona vicino alla "Mola Vecchia" e perfino sul terreno della Villa dell’Avv. Del Papa (ora Albergo Traiano); ma o per dinieghi o per difficoltà tecniche e finanziarie, ma anche per la cecità delle Amm.ni Comunali, non si approdò a nulla.

Da ricordare, fra le tante pressioni che si esercitarono presso le Autorità Comunali alcuni manifesti, stilati a mano, che apparvero sui muri del Corso e di fronte al Palazzo Comunale. Su di essi la frase che più colpì, si fa per dire, fu questa: "anche Rocca di Papa che sta in salita, ha il suo campo sportivo, e noi no; perché?"

Si arrivò così alla primavera del 1945. La guerra era ormai finita.

Gli organizzatori, ben decisi a superare qualsiasi ostacolo pur di realizzare il loro progetto, presero allora in affitto il terreno dell’attuale campo, la cui parte più vasta era proprietà del Sig. Alfredo Cassani, che rappresentava la "Soc. Lucullo" mentre la striscia che rasenta l’attuale proprietà dell’albergo Traiano, per una larghezza di 10 m, tanti quanti erano indispensabili per raggiungere la regolamentare larghezza del campo, fu donata alla "Vivace" dal figlio dell’Avv. Del Papa, l’allora proprietario, che già l’aveva promessa all’estensore di questa Storia. Si aveva finalmente la sicurezza di trasformare la zona in un vero e proprio campo di calcio, senza più ricorrere a continui cambiamenti, come nei primi anni di vita della "Vivace", evitando per sempre quanto avvenne nel quadriennio 1938-42, quando, come già abbiamo riferito, ci si giovò della lodevole generosità del "Marino", che così ci permise di continuare la nostra attività calcistica. Si realizzava così il sogno cullato per tanto tempo. Ma la cosa non sembrava però di facile attuazione e solo per il disinteressato intervento dei Sigg. Federico Antonelli e Romolo D’Ottavi si riuscì ugualmente a superare il difficile ostacolo delle spese di una prima sistemazione del campo, poiché essi se ne fecero garanti presso la locale Ditta dei "Fratelli Valentini", che prese in appalto i lavori per L. 48.000 (una bella somma per quei tempi!) e che fu a poco a poco pagata con gli incassi delle partite casalinghe.

Stagione 1945-46 - I Divisione - Girone A

Con la fine della guerra riprese così, mercè la lodevole iniziativa di pochi appassionati, l’attività calcistica di Grottaferrata sul nuovo campo, allora non rifinito come quello d’oggi.

La squadra, risorta come d’incanto, riappare sui campi calcistici della provincia, riportando in alto il glorioso nome della "Vivace".

Ebbe la Presidenza il Sig. Federico Antonelli e come allenatore fu nominato il Sig. Lauciani di Roma. Con la prima partita di campionato fu inaugurato il nuovo campo e ne fece le spese il "Rinascimento" di Roma, che fu sconfitto per 3 a 2 e, mentre la squadra continuava imperterrita il suo cammino verso la vetta e già pensava di averla raggiunta, un fatto, mai prima di allora accaduto, portò a ben altri risultati le ambizioni giustamente covate per tanto tempo. Forse un pizzico di suspence avrebbe reso più emozionante il finale; ed infatti non mancò, con conseguenze che, per fortuna , non furono poi così gravi come i fatti avevano lasciato prevedere. Ma procediamo con ordine.

La "Vivace", dopo la penultima partita, si trovava in testa alla classifica, con un punto di vantaggio (p. 38) sulla seconda classificata, la coriacea "Artiglio" di Roma e poiché solo la I classificata entrava in finale, l’ultima partita, da giocarsi in casa del "Frascati" in data 12/5/46, doveva concludersi con la nostra vittoria per avere la matematica certezza dell’ingresso in finale. Ma......(e qui comincia il risvolto tragicomico della faccenda) due giocatori della "Vivace": Settimio Mariotti e Tolmino Canestri, nonché Filippo Centioni, uno dei dirigenti, furono indotti da due giocatori del "Frascati" (o forse l’indussero) a commettere un illecito sportivo, convenendo con i due avversari il pagamento di una piccola somma per collaborare alla vittoria della squadra bianco-rossa. Certamente la partita rivestiva un interesse eccezionale, data anche la rivalità esistente fra le due formazioni castellane: una Roma-Lazio in formato ridotto, ma con tanto tifo, da richiamare sul terreno di Frascati una folla enorme, almeno per quei tempi. I giornali dell’epoca infatti parlano di 5.000 persone accorse al "Mamilio"! La formazione della nostra squadra fu la migliore che si potesse far scendere in campo quel giorno: Ruggini; Canestri II; Vinciguerra III; Vinciguerra I; Giannini, Camilli; Vinciguerra IV, Mariotti, Canestri I, Lorenzetti e Vinciguerra V, che poi fu l’autore dell’unica rete. La partita assunse toni drammatici ed i giocatori, ad eccezione dei 4 moschettieri, che pur nulla riuscirono a far trapelare, si comportarono in maniera lodevole.

Certo ora un dubbio potrebbe sorgere: ma se non fosse stato stretto il disgraziato patto, la "Vivace" avrebbe vinto, come di fatto avvenne, la partita? La domanda si presterebbe a molte risposte. Purtroppo il diavolo fa le pentole..... ma non i coperchi.

Andata in finale, la squadra bianco-rossa pareggiò la prima partita esterna, vincendo poi in casa con l’ "Ostiense" e già assaporava la gloria, quando ..... ed ecco il lato tragicomico, i due giocatori del "Frascati" rivelarono l’imbroglio da essi stessi subito od ordito. Si fece un’inchiesta e la Lega regionale decise "per motivi altamente morali", così si legge nel comunicato sul "Corriere dello Sport" dell’epoca, di escludere la "Vivace" dal proseguimento delle finali e questo "come severo monito per tutte le altre Società". Certo la figura fu delle più avvilenti, ma la Lega, tenendo conto di molte attenuanti, non volle oltre calcare la mano. (C.d.S.).

Stagione 1946-47 - I Divisione - Girone B

La formazione ebbe a subire alcune varianti. Rimasero alla Presidenza il Sig. Antonelli e come allenatore il Sig. Lauciani, mentre Lorenzetti e Pistoia passarono al "Deposito Locomotive" di Roma ed in squadra entrarono a vele spiegate Bixio Vinciguerra e Giancarlo Centioni. La "Vivace", seppur non disputando un eccellente campionato, pure terminò con un onorevole 3° posto nel suo girone (C.d.S.).

Stagione 1947-48 - I Divisione - Girone C

Il Sig. Antonelli rimase ancora come Presidente ed il Sig. Lauciani allenatore, mentre buona parte dei Consiglieri fu rinnovata. Anche la squadra ebbe a sostituire molti giocatori, ma i Vinciguerra, fratelli o cugini, dominavano ancora la scena, soprattutto nel rendimento, tanto che qualche cronista del tempo chiamerà addirittura la "Vivace", la squadra dei Vinciguerra. Ad ogni modo in questa stagione essa riuscì solo ad assicurarsi il 7° posto; forse i riflessi cominciavano un poco ad annebbiarsi.

La formazione tipo si può così stilare: Vinciguerra IV, Vinciguerra I, Vinciguerra II; Vecchiarelli, Perinelli, Camilli; Cenestri, Kovacs, Dezzi, Chaicchierini e Vinciguerra III; riserve furono Sodalo (portiere), Mariotti ed altri (C.dS.)