Russell Crowe - La Stampa - traduzioni

Intervista a Russell Crowe al Ray Martin Show il 01 ottobre 2001

la traduzione e i commenti sono a cura di Luisa luisacaron@easyclick.it

il testo e' stato trascritto e tradotto dalla pagina ufficiale di ninemsn, nella quale troverete anche un video dell'intervista. Aggiornamento: sembra che la pagina di ninemsn non esista piu'. Probabilmente il video e' ancora reperibile in qualche altro sito. In ogni caso, nella pagina della trascrizione del sito Cafe Crowe si trovano molte immagini tratte dal video. Dovete recarvi nella pagina Library e poi cercare nell'indice 'Ray Martin Interview'. (25/05/2003)

Ray Martin: Come va?

Russell Crowe: Abbastanza bene. La vita è strana in questi giorni, sai.

Martin: Perché?

Russ: Semplicemente un tantino impegnata. Si va da un posto all’altro. Ieri ero fuori con i cavalli, e ora sto chiacchierando con te, e domani sarò in un altro Paese. 

Martin: Ti devo avvertire che qui siamo dal vivo. Non siamo in America o in Gran Bretagna: non possiamo tagliare se dici qualcosa che non dovresti dire.

Russ: Il che sicuramente accadrà. Mi scuso adesso con tutti coloro che sono sensibili. Ora abbiamo carta bianca, amico.

Martin: Voglio chiederti qualcosa sulla tua vita amorosa. Quanto dura la faccenda? Con chi vivi al momento? Chi ti ha mollato? Tutti i bambini.

Russ: I figli, già Tutta quella roba noiosa. E’ divertente perché, a un certo punto, sembrava che ogni donna con cui parlavo rimanesse incinta. Ci ho meditato, ho pensato che dovevo avere l’alito più fertile del mondo. 

Martin: Ci passi sopra a quella roba quando la leggi sui giornali? Cosa fai?

Russ: Prima avevo questa cosa che volevo sapere quello che la gente diceva perché non volevo essere preso di sorpresa da niente, quindi volevo leggere tutto. Arriva un punto in cui il volume e la natura assolutamente ridicola di quella roba… Ho smesso. Fa meglio al cervello. E’ molto dannoso leggere quel genere di roba su di te in continuazione. 

Martin: Sei un tipo gentile, calmo, passivo?

Russ: Ho i miei momenti.

Martin: Hai voglia di prendere a cazzotti qualcuno?

Russ: Ovviamente ti scoccia e ti fa arrabbiare, ma la verità è che non devi lasciare che ti influenzi. Io non faccio quello che faccio per farmi adulare. Che la gente cerchi di farmi buona o cattiva pubblicità, io ignoro completamente entrambe le cose e continuo semplicemente a fare quello che voglio. Sai, quando si tratta del mio lavoro sono puro di cuore, quindi credo fermamente che se metto tutta la mia energia vitale nel lavoro che faccio, allora tutto andrà bene.

Martin: Le riviste patinate che hanno campato alle tue spalle nell’ultimo paio d’anni, hai mai parlato con qualcuna di queste persone? 

Russ: Non ho mai fatto un’intervista per New Idea in tutta la mia carriera, o per la maggior parte di quelle riviste. Non che io sia molto rigoroso o cose del genere, però cerco di controllare con chi parlo, almeno fino a un certo punto. Quando faccio robaccia è per i film e tutto il resto. La questione è, un giornalista che fa una storia credibile, diciamo per il Sydney Morning Herald o il Times di Londra, va a casa e scrive quella storia. Quella è una storia vera e con sotto il loro vero nome. Poi però hanno un certo numero di diversi pseudonimi con i quali lavorano. Indossano un cappello diverso e “be’ non mi piace”. Questo è quello che forniscono, di qualsiasi cosa voglia occuparsi la rivista. L’altro trucco è il giornalista che raccoglie citazioni da altre fonti e le mette insieme creando una storia. Vi dico una cosa gente, il livello di insidiose stronzate che circola. E’ inutile combatterle. Tanto sono lì. Succede che siano lì e, sfortunatamente, è in questo modo che questo mestiere è gestito e non c’è proprio niente che io ci possa fare, tranne cavalcare l’onda, farmi buttare giù ogni tanto e ritornare in superficie nel sole. 

Martin: Voglio tornare a chiederti dei dettagli intimi di quelle relazioni che hai avuto.

Russ: Buona fortuna.

Martin: Sei un contadino, però, vero? Può andare come definizione? C’è scritto “contadino” sul tuo passaporto? 

Russ: No, c’è scritto attore. Quando ho riempito il modulo ho messo attore perché così vengo trattato bene negli aeroporti. Contadino sarebbe perfetto. Quando passo negli aeroporti dico al personale dell’immigrazione che vivo in una fattoria e quelle cose lì. Quello che faccio è tenere un intero guardaroba di stivali e abiti e tutto il resto che non vanno mai alla fattoria. Quando viaggio, semplicemente salto in quei vestiti. 

Martin: Sei capace di togliere le corna a una mucca?

Russ: Sì, lo so fare. Non mi piace. Ma ho fatto tutte quelle cose. Qualche volta mi confondo un po’ perché quando vado via e sto via per sei o sette mesi e faccio un film e sono preso dal personaggio che devo interpretare e torno a casa, guardo le cose nel capannone degli attrezzi e penso “A cosa serve quel coso?” E devi imparare di nuovo certe cose. Amo gli animali, sono un pessimo contadino proprio perché li amo troppo. Mi piace stare con loro e cose del genere. 

Martin: Questa è una cosa tipica della Nuova Zelanda?

Russ: Mi hai beccato. Bastardooo!!

Martin: Ho letto che quando hai fatto Gladiator, per allenarti, non sei andato in palestra, hai lavorato alla fattoria.

Russ: Ho fatto un po’ tutto, perché quando sono via ovviamente qualcuno deve farlo, quindi in questi giorni, quando torno, tutti hanno tutto sotto controllo: mia madre, mio padre e mio fratello fanno un buon lavoro e ho un vecchio amico laggiù, che si chiama Tom – ehi Tommy, stai guardando la tv, amico? Si beccherà una lavata di testa per questo. Sono tornato e ho fatto un po’ tutto – qualsiasi cosa fosse evidente. 

Martin: Mettere a posto gli steccati e roba simile?

Russ: Andare a piedi dappertutto. Abbiamo molte macchine che ti portano da velocemente da A a B in giro per la fattoria. Fuori strada e cose del genere. C’è un altro modo di farlo, cioè andare a in giro a piedi.

Martin: Quello è stato il momento in cui eri più in forma? Eri fantastico. Non che io adori i tipi fantastici.

Russ: Questa è decisamente una cosa tipica di Sydney. Spostarsi. Il momento in cui sono stato più in forma è stato in un film intitolato The Crossing perché all’epoca ero più giovane. La vita tende a richiedere un pedaggio. Io non mi tengo in forma e non vado in palestra per vanità e neppure per ragioni di salute. Costruisco la forma del mio corpo per ciò che ritengo giusto per il personaggio. 

Martin: Quello è stato davvero fisico. Come un’intera stagione di football. 

Russ: E’ stato piuttosto duro. Sei mesi e senza soluzione di continuità. Il programma originale prevedeva sette giorni di riposo tra una scena di combattimento e l’altra, ma tutto ciò se ne è andato dalla finestra. Quindi passavamo da una scena di combattimento a quella successiva. Per esempio, la scena delle tigri è durata 18 giorni con la troupe principale nell’arena con le tigri, e altrettanti con la troupe numero due. 

Martin: Le tigri conoscevano il copione?

Russ: Quella è stata una delle cose che ha richiesto più tempo. Per qualche ragione non stavano a sentire il regista. Non si vedono mai articoli su di loro, vero? C’era in effetti una specie di – se ti ricordi il modo in cui funzionava. La tigre era qui e c’erano tre tizi che la tenevano e c’era una catena che partiva dal collare della tigre e arrivava ai tizi che la tenevano. Questo voleva dire che se la tigre veniva in avanti troppo velocemente, potevano trattenerla. Ma se la tigre voleva andare dall’altra parte? Non avevamo niente per questa opzione. Era pericoloso. 

Martin: Che tipo di lesioni?

Russ: Nel corso del film? Mi sono fatto tutti e due i tendini d’Achille e non sono più andati a posto. Mi sono saltati i nervi in questo dito. A parte tagli e sbucciature, c’è una cicatrice da Gladiatore. Se ricordi la sequenza iniziale, in cui avevo la cicatrice a forma di stella sulla guancia, c’erano delle cose nella foresta per farla sembrare costellata da incendi, e una di queste era caduta e puntava proprio sul posteriore del mio cavallo. Azione, parte l’effetto fuoco e va dritto nel culo del cavallo. Il cavallo portava i paraocchi e io l’elmo con lo scopettone del cesso sopra e iniziamo a scendere all’indietro giù per la collina e ci sono un sacco di alberi, il cavallo indietreggia, si gira, sbatte contro un albero. Giù per tutta la collina e una di queste cose – rami di questo pino – mi ha proprio bucato la guancia. Quindi abbiamo semplicemente deciso che era una bella cicatrice, così l’abbiamo tenuta per quella sequenza. 

Martin: Davvero?

Russ: Già, giorni piuttosto difficili. In effetti, quando ho finito quel film mi sono proprio sentito come se fosse la fine. Era una cosa del tipo, hai fatto un sacco di stagioni, e se pensi che la prima stagione è stata The Crossing, e ci pensi 10 anni dopo, ti viene da pensare che quella è l’ultima. E’ stata molto dura, ma mi è piaciuto. Più me ne allontano, più il ricordo si fa pressante. La gente di Malta è stata fantastica e il periodo in Marocco à stato estremamente interessante. Non sapevo niente del paese finché non ci sono andato. Una buona parte della troupe era inglese. Prima criticavo in continuazione gli Inglesi, ma quando ci lavori insieme in una situazione come quella, quando le ore sono lunghe ed è dura, sono i migliori da avere intorno, in trincea. Ti tengono allegro e si impegnano nel lavoro come nessun’altra troupe di qualsiasi altra nazione, eccetto l’Australia e la Nuova Zelanda. 

Martin: Cosa, i Poms*? I Poms. Il sole ti ha dato alla testa? E si lavavano e tutto il resto? Facciamo una pausa.

* Gli Australiani e i Neozelandesi chiamano gli Inglesi Pommies (sing. Pommy) o Poms. Si tratta di un appellativo leggermente offensivo e dispregiativo, equivalente grosso modo al nostro Crucchi per i Tedeschi. E’ un termine di origine incerta, basato forse su una fusione delle parole “immigrant” (immigrato) e “pomegranate” (melograno) con un’allusione alle guance rosse degli immigrati inglesi. Un’altra teoria ne identifica l’origine nell’abbreviazione POME (Prisoner Of Mother England = prigioniero della madre Inghilterra) con riferimento al fatto che l’Inghilterra utilizzava l’Australia come colonia penale. Purtroppo non mi è venuto in mente nulla che potesse rendere il concetto in italiano e ho quindi preferito mantenere il termine originale. [NdT]  

[viene mandato in onda uno spezzone della soap Neighbours, cui Russell ha preso parte]

Martin: Allora, perché ridevano?

Russ: Tutti devono guadagnarsi da vivere, Raymond. Stavo facendo teatro a Melbourne in quel periodo, stavo facendo The Rocky Horror Show e mi hanno chiesto se mi interessava fare quella roba. Per quei quattro episodi ho preso cinque volte quello che prendevo per un’intera settimana a teatro, quindi non potevo rifiutare. La sceneggiatura, l’ho letta, e nell’ultima scena mi sono accorto che dovevo picchiare Craig McLachlan – Craig, sto solo raccontando una storia – mentre Jason cercava di dividerci e Kylie Minogue mi stava sulla schiena cercando di strangolarmi, e ho pensato, è abbastanza vicino. Ci sono molte cose che vorrei fare, ma è abbastanza vicino. 

Martin: Un po’ di contatto fisico quindi? 

Russ: Già. Abbiamo finito col diventare grandi amici. E’ una ragazza eccezionale. 

Martin: Ora voglio nominare alcune donne con le quali risulta che tu abbia avuto una storia. Sharon Stone?

Russ: L’ho baciata, ma sono stato pagato. 

Martin: Jodie Foster?

Russ: E’ una donna speciale. Una delle donne più straordinarie che abbia mai incontrato in vita mia. E no, nessuno dei suoi figli ha niente a che fare con me. 

Martin: Kim Basinger?

Russ: E’ deliziosa, molto fragile, un intelletto meraviglioso, molto intelligente, molto divertente. 

Martin: Winona Ryder?

Russ: Uhm, Winona. In effetti le ho parlato una volta e questo mi basta.

Martin: Questo programma va in onda anche negli Stati Uniti, a proposito! Courtney Love?

Russ: Penso che sia una poetessa. Davvero lo è. Se leggi le parole delle sue canzoni e … anche solo parlarle … ha un modo di costruire le frasi incredibile. Ma non l’ho mai toccata, non l’ho mai baciata, non sono mai stato in una stanza solo con lei. E tutta quella roba è solo ancora un po’ di quelle insidiose stronzate di cui parlavamo prima. 

Martin: Quindi non le hai mai neppure respirato addosso?

Russ: No, non le sono andato nemmeno abbastanza vicino per quello.

Martin: Sarah Ferguson?

Russ: Sarah Ferguson? No, ma mi interessa. Dai, devi avere almeno una duchessa, no? L’ho incontrata a Milano. E’ carina. E’ venuta dietro le quinte. Abbiamo fatto uno spettacolo di beneficenza a Milano per Armani per raccogliere soldi per Kids in Crisis. E’ venuta dietro le quinte e non ho mai visto – i miei ragazzi sono tipi piuttosto cinici e tutto a un tratto si sono messi a fare questo e quello. “Devo chiamare la mamma.” “No, abbiamo uno spettacolo da fare.” “Ma devo chiamare la mamma per dirle di Fergie.” 

Martin: Allora deve essere stato in quella circostanza?

Russ: Deve essere stato in quella circostanza. Non è incinta vero?

Martin: No.

Russ: Perché le ho parlato.

Martin: Nicole?

Russ: Lei è la principessa, una ragazza fantastica.

Martin: E un’amica? 

Russ: Assolutamente un’amica. E anche Thomas. Li amo tutti e due moltissimo. Davvero molto. 

Martin: C’era una citazione – di nuovo, queste citazioni sono di solito sbagliate – hai detto: “Non è solamente la più bella donna di Hollywood, è la donna più bella dell’universo”. 

Russ: Davvero?

Martin: L’hai detto? 

Russ: Se sta guardando, sì. Dico questo di Nicky tutti i giorni.

Martin: Ne hai sposata qualcuna?

Russ: Non sono mai stato sposato e c’è una buona ragione. Ed è perché sto ancora aspettando la persona giusta. Io non credo che il matrimonio sia qualcosa da affrontare con il cuore coinvolto solo a metà. I miei genitori quest’anno festeggiano il loro quarantesimo anniversario di matrimonio e io prego davvero di essere così fortunato. Quando verrà il momento, sarà una cosa grossa. 

Martin: E’ vero che se ne stanno seduti in un angolo a farsi le coccole? 

Russ: Verissimo. Sono terribili. Durante i party, devo andare a prendere un secchio di acqua ghiacciata per far smettere i miei genitori di baciarsi. “Insomma, abbiamo ospiti, staccatevi”. Questo è un grandissimo esempio. Io non voglio niente di meno di quanto hanno avuto i miei genitori. 

Martin: Mamma e papà sono venuti agli Oscar?

Russ: Sì

Martin: Tutti si aspettavano che tu vincessi.

Russ: “Tutti” chi? 

Martin (rivolto al pubblico in studio): Vi aspettavate che vincesse? (boato del pubblico)

Russ: Non i giornali o le riviste più importanti del mondo, e nemmeno i bookmakers.

Martin: E tu?

Russ: Io pensavo sicuramente Tom Hanks. Non c’è niente di sbagliato nell’ambizione. Questo è quello che ho dichiarato. Rispetto l’ambizione. Se ti devi far fare un’operazione da un dottore, vuoi che sia ambizioso, giusto? Tu vuoi che sia il migliore possibile a che ami il suo lavoro. Questo è quello che faccio io. Amo il mio lavoro, amo l’esplorazione creativa della vita di altre persone, se vuoi metterla in questo modo. Amo farlo ed è un grande privilegio aspettarsi di sperimentare questi aspetti. 

Martin: Se fossi seduto di lì, come eri quella sera, e avessero elencato le candidature, staresti dicendo: “Fa’ che sia io”? 

Russ: Non esattamente. Cosa stavo pensando? E’ stato un momento piuttosto strano. C’ero già passato l’anno prima. Non mi preoccupo di indossare l’ipocrita facciata di merda. Se mi sento a disagio, mi sento a disagio. Non me ne preoccupo. Non intendo passare la mia vita a recitare. Non riesco a capire i miei colleghi che lo fanno. Io – loro hanno molta forza d’animo ma io non ci riesco. Devi farti piacere qualsiasi cosa per forza. Io lo odio, sai. E’ stato divertente perché ero seduto lì e mi ero portato Danielle Spencer perché lei è il mio portafortuna. La prima volta che ho vinto un premio 10 anni fa c’era lei. Ho detto “E’ successo solo perché tu sei qui”. E’ stato divertente. La gente mi chiedeva come mi sono sentito quando hanno letto il mio nome. Mi sono sentito così. Mi sono sentito come se il mondo intero fosse appena sprofondato, eccetto le mie braccia, e non riuscivo ad alzarmi. Se non fosse stato per il mio amico Mark che continuava a darmi pacche sulle spalle – cosa che prima gli avevo chiesto di non fare, ma lui l’ha fatto lo stesso – non mi sarei alzato. Ero completamente ammutolito dallo stupore. Per alcuni secondi ho tentato di mettere insieme un discorso e cose simili. Si fanno un sacco di queste cose in America. Le cerimonie di premiazione iniziano intorno a dicembre e continuano fino ad aprile. Quindi, negli ultimi anni, sono stato abbastanza fortunato e ho avuto molte opportunità di parlare in pubblico e sono un po’ migliorato. 

Martin: Sei stato grande quella sera. Non hai fatto un errore.

Russ: Jodie mi ha telefonato e mi ha detto: “Deve essere il momento più bello della tua vita”. 

Martin: avevi promesso di portare l’Oscar. 

Russ: Voglio raccontarti solo questa cosa. Mi sa che sto per deludervi. Ho pensato che, se doveva succedere, avrei dovuto avere qualcosa in mente che potesse farmi arrivare al cervello gli altri pensieri. Ho pensato, qualsiasi sia il livello di adrenalina che ho in circolo, non dimenticherò il nome di mio nonno. Tutto qui. Ho fatto una chiacchierata con Hilary Swank e roba simile e ho detto “Mio nonno Stanley J Willimson”, e questo ha cominciato a calmarmi. Vuoi qualcosa da bere, amico? (tira fuori l’Oscar da un sacchetto di plastica, il pubblico urla e applaude) 

Martin: Wow, meraviglioso. Non è fantastico?

Russ: Pesante il piccolo stronzo, vero? 8,5 libbre.

Martin: Rende i Logies ridicoli.

Russ: Quando arrivi lì e ti rendi conto – la gente fa finta di niente, e quando lo prendi, davvero c’è un qualcosa. Però ne avevo già tenuto uno in mano prima. Qualcuno mi ha chiesto una volta se lo avevo fatto e io ho detto di no, ma in realtà lo avevo fatto. Dean Semmler, il direttore della fotografia, è venuto a trovarmi e siamo andati tra le colline di Victoria e una sera ci siamo davvero ubriacati di vodka. Ci siamo fatti due bottiglie in due – non ci posso credere. Stavamo chiacchierando di questo film che doveva intitolarsi Il ragazzo del canguro. Nessuno dei due voleva farlo. Lui doveva dirigerlo e io dovevo essere il ragazzo del canguro. Ho detto: “Non è stato fantastico il tuo Oscar?” Lui mi dice: “Esci di qui piccolo bastardo.” Andiamo nel parcheggio di questo posto e lui apre il bagagliaio della macchina, sposta la dannata copertura e la ruota di scorta e fa: “Allora, cosa ne pensi?” 

Martin: Devo tornare serio per un istante. Adesso, quando lo guardi, pensi che ci sono stati alcuni grandissimi, fantastici attori che ne hanno vinto uno?

Russ: E’ una posizione davvero privilegiata. E’ anche solo una cosa politica. Mi sorprende perché non necessariamente io sto al gioco. Suppongo che, poiché mi impegno davvero a fondo nel mio lavoro, mi sono fatto un certo numero di amici nell’ambiente. Alcuni di loro sono piuttosto potenti e sono persone che influenzano le opinioni, suppongo. Mr. Spielberg, e altri, che possiede la Dreamworks – è uno di questi. Intendevano aiutarmi a farcela. Io non posso farci niente. 

Martin: Non riesci ad adattarti alle regole, vero?

Russ: E’ completamente fuori dal tuo controllo. In realtà ci sono leggi e regole che impediscono di fare troppa campagna. Perciò, ci sono solo alcune cose che puoi fare, e la casa cinematografica voleva farle e tutto ma l’academy e rigorosa e dà delle multe. Se fanno cose troppo a ridosso della data e sono troppo scopertamente rivolte ai votanti dell’academy, si beccano una grossa multa. 

Martin: Per quante volte tu ti possa sposare, le 16 donne che hai lì, non potranno mai portartelo via? E’ come una medaglia d’oro. 

Russ: Probabilmente possono, di questi tempi, con queste leggi sul divorzio, o almeno metà del bastardo.

Martin: Ora vogliamo parlare della tua musica e della tua band. Davvero hai scritto una canzone intitolata “I Want To Be Like Marlon Brando”? 

Russ: Sì, l’ho fatto. Lavoravo in un locale in Nuova Zelanda. Il tizio che gestiva il locale, aveva quelle scarpe e il cappotto e la macchina, quindi la canzone in realtà parlava di lui. 

Martin: E’ stato un grande successo? 

Russ: Sìì, è schizzata direttamente in fondo alle classifiche. Sai, quando dicono, numero uno come un proiettile, questa aveva cinque o sei proiettili e anche una bomba a mano.

Martin: Se tu avessi talenti equivalenti, se fossi bravo come musicista quanto lo sei come attore, sceglieresti la musica?

Russ: Mi piace davvero molto suonare con la band ed esprimermi attraverso le canzoni perché recitare significa impersonare le parole di qualcun altro, e non si tratta solo delle parole, ma del personaggio, l’intera fisicità e quindi non è essere me stesso. Per una persona della mia generazione una canzone di tre minuti è un mezzo perfettamente credibile per essere creativi. 

Martin: Ma tu collabori alla scrittura della maggior parte delle canzoni e ne scrivi alcune?

Russ: Sì.

Martin: In termini di divertimento che ne trai? – Mi ricordo che, parlando con Brett Whitely, a un certo punto ha detto che aveva girato con i Dire Straits e che era stato un tale divertimento che se avesse saputo suonare la chitarra, avrebbe mollato l’arte e avrebbe fatto il musicista. Cos’è che lo rende così divertente? 

Russ: Devi esserci dentro per capirlo. Ci sono molte cose negative nel mondo della musica, come nell’industria cinematografica. L’industria rock può essere dura. L’ho fatto per tutta la vita, quindi non riesco a vedermi a non farlo. E’ divertente perché probabilmente continui a leggere quanto faccia schifo la mia band ma, francamente, gente, ho suonato con Dean Cochrane, il chitarrista, per così tanto tempo che c’è una ragione per cui lo faccio. E’ un’unione potente, questa band. 

Martin: Hai fatto un tour tutto esaurito negli Stati Uniti.

Russ: Evidentemente, non si può farlo se non c’è dentro qualche cosa. 

Martin: Non avete passaggi alla radio, vero?

Russ: No, ma alcuni anni fa il batterista – che ha le sue giornate buone, per quanto riguarda il cervello … 

Martin: Oggi è una di quelle giornate?

Russ: Sì, tutti i giorni. E’ venuto fuori con l’idea che, lasciamo perdere l’industria, non abbiamo bisogno di lavorare all’interno dell’industria. Possiamo farci le nostre cose usando Internet. Abbiamo un sito Internet da molto tempo. Negli ultimi tre anni abbiamo avuto 6,8 milioni di accessi – 6,8 milioni. E’ così che gestiamo il nostro lavoro come band. Non abbiamo bisogno di stazioni radiofoniche o di trasmissioni musicali. Mi piacerebbe, solo per i musicisti con i quali suono e per l’impegno che ci mettono, eccetera, che loro raggiungessero un qualche livello di riconoscimento, ma siamo andati in tour in America e abbiamo fatto 16 spettacoli in nove città, da Portland, in Oregon, al Texas, Philadelphia, Los Angeles, e molte altre, e ogni spettacolo era esaurito. Siamo stati a Chicago, 45 minuti a New York e lo show era esaurito. C’è una ragione per cui questo accade e non è solo perché io faccio dei film. Ha a che vedere col fatto che la band, per quanto semplice possa essere, ha qualcosa da offrire e quello che offre alla gente è qualcosa di grande. Le canzoni hanno un loro fascino. Quando la gente va sul sito e le ascolta, non vengono cacciate in gola a viva forza, o non è per una questione di accordi di marketing multinazionale. 

Martin: Possono scegliere.

Russ: Sì. Scelgono di entrarci, quindi, quando andiamo a suonare, i nostri fans sono piuttosto scatenati e ce lo dicono. E’ un’esperienza meravigliosa per noi. 

Martin: Siamo felicissimi di avere qui te e la band. Se vuoi unirti a loro… Vi darò alcune date e notizie sull’album mentre Russell e la band si preparano. L’album è Bastard Life or Clarity. Questa è la copertina. Chi altro a parte Russell Crowe avrebbe scelto questo genere di titolo? Domani saranno in vendita i biglietti per gli unici spettacoli in Australia per quest’anno, al Metro Theatre. Penso che sia quasi pronto. Quindi, live qui dallo studio, i 30 Odd Foot Of Grunts, ci suoneranno “Sail Those Same Oceans”.

An exclusive interview with Gladiator star Russell Crowe, just back from Hollywood and talking about life after his Best Actor Oscar.

Ray Martin: How are you going?

Russell Crowe: Pretty good. Life is strange these days, but you know.

Ray Martin: Why?

Russell Crowe: Just a little bit busy man. You go from spot to spot. Yesterday, I was out with the horses and now I'm chatting to you, and tomorrow I'll be in another country.

Ray Martin: Can I warn you, this is live. This is not American live or British live. We cannot censor this if you say something which you shouldn't say.

Russell Crowe: Which is really likely to happen. I apologise now to anyone who is sensitive. Now we've got open slather, mate.

Ray Martin: I want to ask you about your love life, affairs. How long does the show go? Who you are living with? Who kicked you out? All the babies.

Russell Crowe: The children, yeah. All of that sort of boring stuff. It's funny because, at one point in time, it seemed like every woman I was talking to got impregnated. I worked it out, I thought I must have the most fertile breath in the world.

Ray Martin: Do you get past that stuff, when you read it in the newspapers. What do you do?

Russell Crowe: I used to have this thing that I wanted to know what people were saying because I didn't want to be taken by surprise by anything, so I wanted to read it. It gets to the point where the volume of stuff and the ludicrous nature of it ... I've actually stopped. It is better for your head. It is very damaging to read that sort of stuff about yourself all the time.

Ray Martin: You're a gentle, calm, passive sort of fellow?

Russell Crowe: I have my moments.

Ray Martin: Do you feel like you want to punch someone out?

Rusell Crowe: Of course you get annoyed and angry about it, but the reality is you just can't let it affect you. I don't do what I do to go and (get) praise. Whether people are trying to build me up or put me down, I actually ignore both things and I just get on with what I want to do. You know, when it comes to my work I'm pure of heart, so I believe that if I just put my life energy into the job I do, then everything is going to be Okay.

Ray Martin: The glossy magazines that have lived off you for the last year or two, have you talked to any of those people?

Russell Crowe: I've never done an interview with New Idea in my whole career, or most of those magazines. Not that I'm very strict or anything, but I do control who I talk to to a certain degree. Wen I'm doing the junk, it's for movies and everything. The thing is, a journalist who is doing a credible story, say, for the Sydney Morning Herald or the Times of London goes home and writes that story. That's a straight story and that goes under their real name. Then they will have a number of different pseudonyms they work under. They put on a different hat and 'now I don't like him'. That's what they provide, whatever the magazine wants it to be about. The other trick is, the journalist that gathers quotes from the other sources and they push them into a story. I tell you what, folks, the level of insidious bulls**t that goes on. There's no point in fighting it. It is just there. It happens to be there and that is unfortunately the way the business is run and there's really nothing I can do about it except just ride the wave, get dumped every now and then and go back out in the surf in the sunshine.

Ray Martin: I want to come back and ask about the intimate details of those affairs that you've had.

Russell Crowe: Good luck.

Ray Martin: You're a farmer, though, right? Is that fair enough? Does it say "farmer" in your passport?

Russell Crowe: No, it says actor. When I filled out the form I put actor because then I get treated nicely in airports. Farmer would be perfect. When I go through airports I say to immigration staff that I live on a farm and that. What I do is keep a whole set of boots and clothes and everything which never go to the farm. When I'm travelling, I just sort of jump into those clothes.

Ray Martin: Can you dehorn a cow?

Russell Crowe: Yeah, I can. It's without my preference. But I've done it all. Sometimes I get a little bit confused because when I go away and I'm away for six or seven months and I'm doing a movie and I'm full of the character I'm going to play and I come home I'll be looking at stuff in the shed and thinking, "What's that thing for?" And you've got to re-learn stuff. I love the animals, I'm a bad farmer because I just love them too much. I like being with them and stuff like that.

Ray Martin: Is this a New Zealand thing?

Russell Crowe: You've set me up. You baaa-stard!

Ray Martin: I read that when you did Gladiator, to get fit for that, you didn't go to the gym, you worked out on the farm.

Rusell Crowe: I did all the things, because when I'm away obviously somebody has got to do them, so pretty much these days, when I get back everyone has things under control. My mum and dad and brother do a good job and I've got an old fella up there called Tom — hey, Tommy, are you watching the television, mate? He's going to get hassled for that. I went back and did the things — whatever is apparent.

Ray Martin: Fencing and stuff?

Russell Crowe: Walking everywhere. We've got a lot of machines that get you from A to B quickly on the farm. ATVs and that sort of stuff. There's another way of doing it where you walk around.

Ray Martin: Was that as fit as you've ever been? You looked fantastic. Not that I'm into fantastic-looking blokes.

Russell Crowe: That's definitely a Sydney thing. Moving along. The fittest I've ever been is on a movie called The Crossing because I was younger then. Life tends to take its toll. I don't do the fitness thing or gym thing from a vanity point of view or even a health point of view. I construct the shape of my body to what I believe is right for the character.

Ray Martin: That was real physical. That was like a full season of football.

Russell Crowe: It was pretty tough. It was six months and unrelenting. The original schedule allowed for seven days off between major fight sequences but that went out the window. So we were going from one major fight sequence to the next. For example, that tiger fight is 18 days of main unit in the arena with the tigers and an equivalent amount of second unit days as well.

Ray Martin: Did the tigers know the script?

Russell Crowe: That was one of the main things that took so much time. For some reason, they wouldn't listen to the director. You never see magazine articles about them, do you? There was actually sort of — if you remember the way it was worked out. The tiger was here and it had three blokes hanging on to it and there was a chain from the tiger's collar that went up to the blokes holding on. That meant if the tiger went too quickly they could hold him back. What if the tiger wanted to go the other way? We didn't have anything for that. It was dangerous.

Ray Martin: What sort of injuries?

Russell Crowe: Over the course of the movie? I did both of my achilles tendons and they've never been right. I lost the nerves in this finger. Apart from cuts and bruises, there's a Gladiator scar. If you remember the opening sequence where I had the star-shaped scar on my cheek, they had things in the forest to make it look like it is on fire, and one of them had fallen over and it happened to be pointing at my horse's bum. Action, flashpoint and it went straight up the horse's arse. He's got blinkers on and I've got the helmet on with the toilet brush on top of it and we're going backwards down the hill and every two minutes is a tree, he is rearing, turning, smack into a tree. All the way down this thing and one of the things — branches on this pine tree — actually pierced my cheek. So, we just decided that was a good-looking scar, so we kept it for that sequence.

Ray Martin: Really?

Russell Crowe: Yeah, pretty hairy days. I did feel like when I finished that movie that was pretty much the end. It was kind of like, you've done a lot of seasons and if you think of the first season being the The Crossing, and you think of it 10 years later, you would think that was the last. It was very tough, but I loved it. The further you get from it the more the memory of it increases. The people of Malta were fantastic and the time in Morocco was extremely interesting. I didn't know anything about that country until I went there. A lot of the crew are English. I used to bag Englishmen all the time but when you've worked with them in a situation like that, when the hours are long and it's tough, they're the best people to have around, in the trenches. They keep you laughing and they commit to their jobs unlike crews of any other country, except for Australia and New Zealand.

Ray Martin: What, the Poms? The Poms. The sun got to you? And they washed and everything? We'll take a break.

[Neighbours clip]

Ray Martin: So, why did they laugh?

Russell Crowe: Everyone has got to make a living, Raymond. I was doing theatre at the time in Melbourne, I was doing The Rocky Horror Show and they asked me if I was interested in doing that. For those four episodes I got five times what I was getting for a full eight-show week in the theatre, so I couldn't turn it down. The script, I read it, and in the last scene I realised I got to punch Craig McLachlan — Craig, I'm just telling a story — while Jason was trying to break us up and Kylie Minogue was on my back trying to strangle me, and I thought, that's close enough. There's lots of things I'd like to do, but that's close enough.

Ray Martin: You got some physical contact, hey?

Russell Crowe: Yeah. We've ended up being great mates. She's a top girl. She is.

Ray Martin: I want to mention some women you've allegedly had affairs with. Sharon Stone?

Russell Crowe: Kissed her, but got paid for it.

Ray Martin: Jodie Foster?

Russell Crowe: She's a special woman. One of the most impressive women I've ever met, but neither of her children have anything to do with me.

Ray Martin: Kim Basinger?

Russell Crowe: Very funny, intellectual.

Ray Martin: Winona Ryder?

Russell Crowe: I did have a conversation with her once and that will do me.

Ray Martin: This show goes to the States by the way? Courtney Love?

Russell Crowe: I think she is a poet. She really is. If you read her song lyrics and ... just talking to her ... she has an incredible turn of phrase. I've never touched her, kissed her, never been alone in a room with her. All of that is more of that insidious s**t we talked about before.

Ray Martin: Sarah Ferguson?

Russell Crowe: Sarah Ferguson? No, but I'm interested. You've got to have at least one duchess, hey? I met her in Milan. She's lovely. She came backstage and we did a charity show in Milan for Armani raising money for Kids in Crisis. She came backstage and I've never seen — my boys are cynical fellas. They were all of a sudden doing this and that. "I've got to call Mum." "No, we have to do a show." "I have to call mum and tell her about Fergie."

Ray Martin: It must have been then?

Russell Crowe: Must have been then. She's not pregnant, is she?

Ray Martin: Nicole?

Russell Crowe: She's the princess, a fantastic girl.

Ray Martin: And a mate?

Russell Crowe: Absolutely a mate. So is Thomas. I love them both very dearly. Very much.

Ray Martin: There was a quote — again these are usually wrong — you said "she's not just the most beautiful woman in Hollywood, she's the most beautiful woman in the universe".

Russell Crowe: Did I?

Ray Martin: Yes.

Russell Crowe: If she is watching, yes. I say that about Nicky every day.

Ray Martin: Did you marry any of them?

Russell Crowe: I've never been married and there's a good reason, I'm still waiting to meet the right person. I don't believe marriage is something you should go into with half a heart involved. My parents are celebrating their 40th wedding anniversary this year and I pray I'm as lucky as that and when I get to it, it will be a big one.

Ray Martin: True they sit in the corner and still cuddle?

Russell Crowe: Yeah, they do. They're terrible. Have a party, go and get a bucket of iced water to stop my parents from kissing. "We are entertaining, get off each other." That's a great example. I don't want anything less.

Ray Martin: Mum and dad went to the Oscars?

Russell Crowe: Yeah, they did.

Ray Martin: Everyone expected you to win.

Russell Crowe: Who is "everyone"?

Ray Martin: Did you expect him to win? (to the audience)

[Audience cheers]

Russell Crowe: Not every major magazine or newspaper in the world, or the bookies.

Ray Martin: Did you?

Russell Crowe: I thought Tom Hanks for sure. There's nothing wrong with ambition. That's the quote that I said. I respect ambition. If you're going to get an operation done by a doctor, you want him to be ambitious, right? You want him to be the best he can be and love his job. That's all I do. I love my job, I love the creative exploration of other people's lives, if you want to put it that way. I love doing it and it's a great privilege to expect to experience those aspects.

Ray Martin: If you were sitting there as you were that night and they've got the five nominations, are you saying, "Let it be me?"

Russell Crowe: Not really. What was I thinking? It was a funny sort of moment. I'd been through it the year before. I don't bother putting on the false s**t. If I feel uncomfortable, I'm uncomfortable. I don't bother with it. I'm not going to spend my life acting. I can't understand the people in my profession who do that. I've — they've got a lot of fortitude but I can't do it. Like it or love it, whatever. Hate it, you know. It was the funniest thing because I'm sitting there and I took Danielle Spencer because she's my good luck charm. The first time I won an award 10 years ago, she was there. I said, "This only happened because you are here." That was funny. People said what was the feeling like when your name was read. I felt like that. I felt like the whole world had just sunk somehow except for my arms and I couldn't get up. I actually couldn't stand up. If it wasn't for my mate Mark slapping me on the back continuously — which I had asked him not to do before, but he did — I wouldn't have got up. I was dumbfounded. There were a few seconds where I tried to put a speech together and stuff. You do a lot of these things in America. The awards ceremonies start around December and go through to April. So, in the last few years I've been quite lucky and I've had had alot of opportunities at public speaking and I've got a bit better at it.

Ray Martin: You nailed it that night. You didn't make a mistake.

Russell Crowe: Jodie called me up and said, "That's got to be the finest moment of your life."

Ray Martin: You promised to bring the Oscar.

Russell Crowe: I'll just tell this story. I might have a disappointment coming up for you. I thought, if it was going to happen, I should just have something in my mind that will trigger my other thoughts. I thought, no matter what level of adrenaline I am at, I won't forget my grandfather's name. It was as simple as that. I had a chat with Hilary Swank and that and I said, "My grandfather Stanley J Williamson", and that started to calm me down. You want a drink, mate? (Pulls Oscar out of brown paper bag)

[Audience cheers and applaudes]

Ray Martin: How good is that? Isn't that fantastic.

Russell Crowe: Heavy little bugger, isn't he? 8.5lbs.

Ray Martin: Puts the Logies to shame.

Russell Crowe: When you get up there and realise — people go like that or they drop it and when you get it, actually there's a bit of something to that. I had held one before, though. Somebody asked me this once and I said I hadn't, but I had. Dean Semmler, the cinematographer came to visit me and we were up in the highlands in Victoria and we got really drunk one night together on vodka. We had two bottles between us -— I don't believe that. We were chatting about this movie which was going to be called The Kangaroo Kid. Neither of us wanted to do it. He was going to direct it and I was going to be the kangaroo kid. I said, "Wasn't that fantastic about your Oscar?" He says, "Get out of here you little bastard." We go out to the car park in this place and he opens up the trunk of the car, moves the bloody covering and the spare tyre and goes, "What do you think about that then?".

Ray Martin: I've got to get serious for a moment. When you look at that now, do you think, there would be some really great, fantastic actors who've won one of these?

Russell Crowe: It's a really privileged position. It's just a political thing, too. It amazes me because I don't necessarily play that game. Because I suppose I put a lot of effort into my job I've made a bunch of friends in the business. Some of them are quite powerful and people that sway opinions, I suppose. Mr Speilberg and others who run Dreamworks — is one of them. They were going to help me do that. I can't do anything about it.

Ray Martin: You can't get match fit, can you?

Russell Crowe: It is totally out of your hands. There are actually laws and rules stopping people from doing too much of a campaign. So, there's only certain things you can do, and the film company liked to do them and everything but the academy is strict and they fine them. If they do things too close to the date or things that are too obviously directed to academy voters, they get heavily fined.

Ray Martin: No matter how many times you marry, the 16 women you've got there, they can never take this away? It's like a gold medal.

Russell Crowe: They probably can with these divorce laws these days or at least half of the bastard.

Ray Martin: We want to talk about music now and your band. Did you really write a song called 'I Want to be like Marlon Brando'?

Russell Crowe: Yeah, I did. I was working in a club in New Zealan. The fella who ran the club, he had the shoes and the coat and the car, so the song was actually about him.

Ray Martin: Was it a huge hit?

Russell Crowe: Yeah, rocketed straight to the bottom of the charts. You know when they say number one with a bullet, this had five or six bullets in it and a hand grenade.

Ray Martin: If you had equal talents, if you were as good a muso as an actor, would you choose music?

Russell Crowe: I really like playing with the band and expressing myself in songs because acting is about someone else's words and it's not just the words, but the character, the whole physicality and it's not about me being me. From a person of my generation, a three-minute pop song is a totally credible medium in which to be creative.

Ray Martin: But you co-write most of the songs and write some?

Russell Crowe: Yeah.

Ray Martin: In terms of the buzz that you get out of that — I remember talking to Brett Whitely at one stage and he said he travelled with Dire Straits and it was such a buzz, if he had been able to play guitar, he would have given the artwork away and played music. What is it about it that is such a buzz?

Russell Crowe: You've got to be inside it to understand it. There's a lot of negative things about music, as there is in the acting industry. The rock'n'roll business can be harsh. I've been doing it all my life, so I can't separate myself not doing it and the fact that I do it. It is funny because you probably read all the time how terrible my band is, but frankly, folks, I've been playing with Dean Cochrane, the guitarist, for so long and there's a reason for doing it. It's a powerful union, this band.

Ray Martin: You sold out across the States.

Russell Crowe: You can't do that unless there is something in it.

Ray Martin: You don't get radio play, do you?

Russell Crowe: We don't, but a number of years ago the drummer — who has his good days, in terms of intellect...

Ray Martin: Is today one of them?

Russell Crowe: Yeah, every day that ends with a 'y'. He came up with the idea that, forget the industry as such, we don't need to operate inside the industry. We can do our own thing by using the Internet. We've had a website for a long time. In the last three weeks we've had 6.8 million hits — 6.8 million. That's how we do our business as a band. We don't require radio stations or video shows. I would love just for the sake of the musicians that I play with and the commitment they've put into it and stuff, that they achieve some sort of recognised success, but we go on the road in America and we did 16 shows in nine cities, from Portland Oregon to Texas, Philadelphia, Los Angeles, and every single one was sold out, plus more. We worked in Chicago, 45 minutes in New York City and the show was sold out. There's a reason that happens and it's not just because I make movies. It's got to do with the fact that the band, as simple as it may be, has something to offer and what it offers people is a great thing. The songs have their own charm. When people go to the website and listen to it, it's not being shoved down their throats, or a matter of multinational marketing deals.

Ray Martin: They've got a choice.

Russell Crowe: Yeah. They choose to get into it, so when we go and play somewhere, our fans are pretty full-on and they tell us about it. It's a wonderful experience for us.

Ray Martin: We're delighted and glad to have you here, and the band. If you head down to the band... I'll give some dates and talk about the album. While Russell and the band get ready. The album is Bastard Life or Clarity. That's what it looks like. Who else but Russell Crowe would have that sort of title? The tickets go on sale tomorrow for the only two shows in Australia this year at the Metro Theatre. I think he's almost ready. So, live in the studio, 30 Odd Foot of Grunts, playing 'Sail Those Same Oceans'...
vai alla pagina dei TOFOG

 

Questo sito e' creato, mantenuto e gestito da lampedusa. Se hai bisogno di contattarmi, scrivimi all'indirizzo lampedusa@tin.it. Se hai delle informazioni da segnalarmi, contattami via email. Il sito e' online dal 21 febbraio 2001. Pagina creata il 06/10/2001 - aggiornata 25/05/2003