Domodossola: celti e streghe

 

Le traccie lasciate dai popoli celtici in tutta la Val d’Ossola sono tantissime, qui si era difatti stanziato il gruppo dell’area celtica dei Leponzi. Uno dei centri di partenza per fare un’escursione alla scoperta degli antichi luoghi magici e di culto della valle può essere proprio Domodossola. Si raggiunge da Milano prendendo l’autostrada in direzione dei Laghi e proseguendo per Gravellona Toce, si continua per la super strada e si esce a Domodossola. Poco prima del ponte della ferrovia, ancora fuori dal centro città si vede sulla sinistra ai piedi della montagna una piccola chiesetta, si gira a sinistra e si prende la salita che va verso di essa.

Poco prima del ponte della ferrovia, ancora fuori dal centro città si vede sulla sinistra ai piedi della montagna una piccola chiesetta, si gira a sinistra e si prende la salita che va verso di essa. Sul muro di destra sul muro della chiesa si notano tre teste scolpite su  di un masso, e più in basso una testa più grande è difficile dire se si possa trattare di Blenio o di Cernunno, comunque il masso è stato prelevato da un altro tempio pagano secondo l’uso del primo medioevo di riutilizzare le pietre dei templi che venivano abbattuti per costruire delle chiese.

A questo punto ci si può dirigere verso Montecretese uno dei luoghi di culto più importanti della regione. Seguendo le indicazioni per il paese di Montecretese arriviamo a Roldo.

 

 

Qui possiamo ammirare un bel tempietto Lepontico ancora perfettamente conservato. Il tempietto è datato attorno al I secolo dopo Cristo e testimonia ancora di come fosse decisamente intensa l’attività religiosa nella valle che tradizionalmente come tanti altri luoghi lontani dai grandi centri abitati a mantenuto molto più a lungo la sua tradizione pagana che ancora si riflette in una moltitudine di usanze e anche nei toponimi

 

Dopo aver dato un’occhiata al tempio ci si può dirigere verso Montecretese. Si lascia la macchina dopo il bivio per Alloggio davanti alla chiesa della Madonna di Vignale. Da qui si torna indietro a piedi e si percorre la prima strada sterrata che si trova sulla sinistra. Dopo circa duecento mentri passata un terrazzamento di sassi si gira a destra inoltrandosi nella boscaglia fina ad un altro terrazzamento, si tiene la destra e si aggira la motta fino a ritrovarsi sulla parte sinistra in un pianoro dove si estende un prato incolto. A sinistra avremo un muro megalitico di età antichissima, al centro del muro si apre una camera a volta anticamente usata per seppellire i defunti. Nella tradizione celta questo tipo di camere interne ai muri megalitici servivano per la sepoltura di personaggi illustri, in quanto era diffusa la credenza che dopo sette anni le rocce avessero assorbito l’energia del morto e il luogo potesse essere utilizzato con una funzione propiziatoria anche nei confronti delle gestanti.

All’inizio del prato è possibile ammirare su due file dei menhir, questo luogo era con tutta probabilità legato al culto del sole e all’adorazione del dio Belenos, il cui culto risale all’epoca del megalitismo ed è una delle divinità più antiche, dio pastore, guaritore e protettore delle acque termali (una fonta termale è presente anche in Val d’Ossola).

 

 

 

 

La festa di Belenos è Beltane festa della luce e della purificazione del bestiame. E’ interessante notare come nella Val d’Ossola una moltidine di tradizioni e di racconti popolari ci riporti all’eredità pagana. Dietro al muro del Diavolo altro muro megalitico non lontano da Domodossola si nasconde la deformazione cristiana del culto più antico, non è un caso neanche che proprio qui si registrassero un’intensa attività delle streghe, e la letteratura autoctona testimonia spesso di eventi prodigiosi e della presenza delle streghe, non lontano da qui vi è infatti un pianoro chiamato Pian de Strix, cioè Piana delle Streghe, perché in passato si diceva che qui si radunassero le streghe durante i loro festeggiamenti.