FARMER Philip Josè’

 


Nato nel 1918 a Peoria nell'Illinois.
E' entrato prepotentemente nel mondo della fantascienza col romanzo breve The Lovers pubblicato nel 1952 su Startling Stories e che nel 1953 gli farà guadagnare un Hugo. The Lovers, che parla di una storia d'amore tra un terrestre e un’extraterrestre, mette in risalto uno dei temi principali di Farmer che è quello di un approccio diretto al sesso con spirito dissacratore e irriverente, in netto contrasto col clima perbenista della fantascienza americana del periodo.

Altri suoi temi caratteristici sono la religione espresso soprattutto attraverso il ciclo di padre Carmody (quattro racconti e il romanzo Night of Light) e quello che possiamo definire tema del 'falso', una ricerca che l'ha portato a rendere reali personaggi fittizi e viceversa, ad appropriarsi di nomi e mondi di altri autori per reinterpretarli (forse il caso più riuscito è il romanzo Venus on the Half-Shell [Venere sulla conchiglia] scritto con lo pseudonimo di Kilgore Trout, che è uno scrittore di fantascienza impoverito, inventato da Vonnegut), all'uso di personaggi reali all'interno dei propri romanzi (tipico è l'esempio del suo ciclo più famoso, quello del Riverworld [ciclo del Fiume])

Bibliografia essenziale

The maker of universe, 1965, I fabbricanti di universi
A feast unknow, 1969, Festa di morte
To your scattered bodies, 1941, Il fiume della vita
The lovers, 1979, Gli amanti di Siddo

TRILOGIA DI DAYWORLD Nord

Nella nuova era di Dayworld, il crimine più grave è quello di vivere orizzontalmente il calendario, perché sulla Terra, nel lontano futuro dominato da un regime dispotico ciascuno vive un solo giorno la settimana e negli altri si rimane forzatamente in animazione sospesa. L’eroe di quest’universo farmeriano è Jefferson Cervantes Caird, ribelle e trasgressore "violagiorno" in possesso di sette brillanti identità...

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