antonio montanari.

Giovanni Cristofano Amaduzzi

 

Fede e ragione nel 1778:

l'abate Amaduzzi

 

"Fides et ratio" (Fede e ragione), l'enciclica di Giovanni Paolo II, suscita un ricordo legato all'abate savignanese Giancristofano Amaduzzi che nel 1778 pubblicò a Roma un testo intitolato "La Filosofia alleata della Religione".

Amaduzzi definisce la Filosofia "dono prezioso del cielo", per sottolineare che non esiste nessuna contraddizione tra ragione e Religione, i "due lumi" che "assistono l'uomo". La Religione domina un territorio all'interno del quale la ragione deve sottomettersi. Però, la stessa Religione ha bisogno della ragione: "Se si rinuncia ai principi della ragione, la nostra Religione diverrà ben presto assurda e ridicola". La Filosofia mostra "colle sue sagge analisi i giusti confini" tra cose divine ed umane. L'indagine filosofica riguarda soltanto i "fenomeni della natura", e non tocca i "celesti misteri", adorando "l'onnipotenza del grand'Autore della stessa natura". Per questo, la Filosofia non è "la fonte delle eresie, e la sorgente dell'irreligione".

E' la stessa Filosofia che ha introdotto "la più regolata analisi della mente umana", per conoscerne limiti e capacità. I "veri studiosi della Filosofia esser non possono nemici della Religione", come dimostrano Bacone, Newton, Pascal e Locke. Pascal è citato per ben due volte. Il suo nome era pericoloso da pronunciare, essendo legato alla condanna del giansenismo, da parte di Clemente XI nel 1713 con la bolla "Unigenitus". Nel 1734, il "Saggio sull'intelligenza umana" di Locke era stato messo all'Indice dei libri proibiti .

Il vescovo di Rimini Giovanni Antonio Davìa, nel 1722, avversò la diffusione del "Saggio" di Locke, con molto anticipo sulla condanna romana, giudicando quel filosofo "cento volte più pericoloso del Machiavelli".

Antonio Montanari

Dal Ponte n. 38/1998
Revisione 2005
http://digilander.libero.it/cristofanoamaduzzi/amadfede.html