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L'inizio del nuovo anno è occasione per verificare il rendiconto di una realtà, qual'è quella della disabilità mentale, che ha diritto a risposte forti ed innovative per i problemi sempre più emergenti.
L'abolizione dei vecchi ' manicomi ', di fatto non tutti chiusi, l'aver scaraventato sulle spalle delle famiglie pesanti responsabilità, sono conseguenze che hanno costretto le stesse famiglie, con disperazione ed angoscia, a vivere giorno e notte direttamente il rischio ed il dramma con la presenza in esse di un malato.
I risultati di questo disagio sociale, per le "distratte" Istituzioni, non sono certamente brillanti! Stentano a decollare quei servizi alternativi ed intermedi che dovrebbero assistere le famiglie ed i singoli nella gestione di questa malattia.
Un supporto esterno al nucleo familiare diventa fondamentale, mentre imperversa una guerra silenziosa che investe la cronaca e dovrebbe sollecitare le dinamiche socio-economiche delle Istituzioni ad attuare provvedimenti.
L'impegno del Governo per la riorganizzazione dei servizi di assistenza è stato riconfermato dal Presidente del Consiglio di Ministri alla prima Conferenza Nazionale sulle politiche dell' handicap promossa dal Dipartimento per gli Affari Sociali del 18 dicembre scorso. "Ascolteremo con attenzione l'esito di questa Conferenza", ha promesso il premier, "per un programma di iniziative legislative ed amministrative". Ci auguriamo che tale Conferenza abbia incluso nelle proprie intenzioni il problema pratico della disabilità mentale, problema che gravita sulle famiglie e sul "dopo di queste" e che non siano vane promesse delle Istituzioni che vogliono essere "più vicine ai cittadini".
Questo concetto è stato ribadito dal Trattato di Amsterdam dell'Unione Europea, al quale l'Italia ha fornito un contributo importante per il rispetto, tra l'altro, dei diritti socio-umanitari e di solidarietà "che non possono essere considerati acquisiti ma costantemente riconquistati" (Punto H delle Risoluzioni di quel Trattato) che nell'articolo 13 (TCE) prevede un Atto Finale dei portatori di handicap.
Non vorremmo pensare che le progettualità delle nostre Istituzioni, ripetiamo, non siano l'affermarsi della ben nota logica gattoperdasca a cambiar tutto perché nulla muti.
In Italia nessuno conosce quante sono le persone che soffrono il disagio psichico, né tanto meno quali e dove sono le strutture adatte ad accogliere tali malati. Un sondaggio recente di DATAMEDIA attesta un costante aumento di questo disagio, specialmente fra i giovani, dei quali il 2,5% dichiara di fare uso di sostanze stupefacenti (droghe leggere, hashish, ecstasy) che possono scatenare l'insorgere di malattie maniaco-depressive, così come la solitudine, specie nelle persone anziane, si tramuta, in una sintomatologia emotiva che conduce alla depressione: primo disordine funzionale.
Quella lunga marcia, dalla nascita della legge 180 travasata poi nelle leggi 833 ed in quelle finanziarie 724/1994, 662/1996, 449/1997, dirette al superamento dell'istituto manicomiale, al decentramento dell'assistenza psichiatrica sul territorio ed al reinserimento sociale del malato nella famiglia e nella società, non ha ancora raggiunto il traguardo previsto.
La malattia mentale ed i suoi problemi "marciscono" nel silenzio, nel disinteresse e nell'indifferenza di chi dovrebbe provvedere.
I day hospital psichiatrici, i centri per la cura e la riabilitazione sociale, l'inserimento nel lavoro, nella vita di relazione, negli affetti, i luoghi di residenze protette ed assistite, le case-famiglia, le comunità terapeutiche e via dicendo sono strutture irrealizzate in buona parte delle Regioni. Restano i servizi di diagnosi e cura negli Ospedali Generali dove il malato psichico resta ricoverato solo per un tempo inadeguato, quello della crisi (sette giorni salvo riconferma del Giudice Tutelare) e poi rinviati a casa in attesa che improvvisa si scateni la nuova crisi (legge 833, Progetto-Obiettivo "Tutela della Salute Mentale 1992").
Restano sempre in funzione gli ospedali psichiatrici giudiziari la cui normativa penale doveva essere adeguata a quella civile.
Riportiamo sommariamente alcuni episodi conosciuti attraverso i mass-media che ci fanno constatare le varie "circostanze" e riconfermare le gravi necessità fin qui esposte.
Dismissione ex ospedali psichiatrici: Nicola Palermo, di anni 61, per oltre vent'anni ricoverato nell'O.P. di Nocera Inferiore (SA) è falciato da in tir mentre tornava a casa dimesso dalla struttura residenziale di San Vito di Sant'Arsenio (SA) (Il Giornale, 30/12/1996).
Ricovero in TSO: per sfuggire al ricovero in TSO un padre di famiglia a Catania getta la figlioletta dalla finestra con miracoloso salvataggio di quest'ultima (Agenzia SIR, Roma, 31/01/1997).
Ricovero in case di riposo: attivando il Progetto-Obiettivo "Tutela della Salute Mentale 1994-1996", si devono utilizzare case di riposo per ricoverare ex degenti o. p. Come si possono raggruppare fra loro queste realtà quando sono irrealizzate le case di riposo pubbliche? ("Gazzettino di Giarre", 11/04/1997).
Ricovero Ospedaliero: Ermanno Berretta, di anni 58, sordomuto e sofferente di problemi psichici, è morto dissanguato dopo essersi tagliato una mano nell'Ospedale "Antonini" di Limbiate (MI) (Avvenire, 07/05/1997).
Appartamenti in condominio: a Venezia nell'appartamento della USL 12 muoiono per un incendio due anziane donne ricoverate e altre quattro restano ferite. Erano 'sorvegliate' da personale USL (La Sicilia, 19/02/1999).
Ricoveri in strutture per cure depressive: "Riccardo non c'è più" dice una madre di Albenga (SV) al marito al suo rientro in casa, dopo che la stessa ha strangolato il proprio figlio di due anni e mezzo. Era in cura depressiva presso una struttura (SIR, Roma, 20/02/1999).
Ex ricoverato in o.p.g.: dopo tre anni dalla dismissione dall'Ospedale psichiatrico giudiziario (o.p.g.) ex ricoverato uccide il padre e lo seppellisce vicino a casa sua (T3 Regione Liguria, 02/04/1999).
Malati in famiglia: abusa e mette incinta disabile mentale figlia della sua convivente a Marsala (TP) (La Sicilia, 20/05/1999).
Ricovero in CPS: madre in cura presso il CPS di Sondrio per forte crisi depressiva dopo il parto del figlio, disperata si getta dalla finestra con il figlio in braccio (La Sicilia, 26/05/1999).
Residenze sanitarie assistite (RSA): un lager nell'ex manicomio "Mandalari" di Messina, con degenti nudi e imbottiti di psicofarmaci (La Sicilia, 08/09/1999).
Minori disabili mentali: incinta a tredici anni a Pozzallo (RG) una disabile mentale affidata ai servizi sociali. Un problema di natura etica (T3 Regione Sicilia, 26/11/1999).
Violenza carnale su minore disabile mentale: in danno di una quattordicenne a Modica (RG). A rivelare la turpe vicenda è stato il fratellino della ragazza più volte testimone oculare (T3 Regione Sicilia, 27/11/1999).
Ricovero in TSO: legato al letto come un crocifisso nel reparto psichiatrico ospedaliero di Gela (SR) (La Sicilia, 27/11/1999).
Ricovero in Ospedale psichiatrico giudiziario: Gianfranco Stefanin imputato dell'omicidio di sei prostitute; Ferdinando Carretta reo confesso di aver ucciso padre madre e fratello. Entrambi riconosciuti "incapaci d'intendere e volere" dovranno trascorrere alcuni anni in ospedale psichiatrico giudiziario (Giornali nazionali e TV).
Ricoverato in struttura psichiatrica: a Bologna è stato trovato morto assiderato in un cassonetto della spazzatura un disabile mentale ospite in una non menzionato struttura psichiatrica (TG1, 24/12/1999).
Sono questi fatti o tragedie che lasciano attoniti e sgomenti la pubblica opinione, episodi che pur avendo una stessa matrice di follia stanno a dimostrare la pericolosità di persone, anche se a volte apparentemente sane, ma vittime di un male irreversibile.
Occorrono quelle "provvidenze legislative ed amministrative" che ha auspicato il Presidente del Consiglio che noi riteniamo necessarie ed urgenti.
- Da parte nostra ai Presidenti di Camera e Senato abbiamo richiesto l'esame e discussione della Petizione.
- Inoltre abbiamo richiesto una Commissione parlamentare d'indagine per conoscere la situazione in atto della psichiatria in nome di quella trasparenza di cui tanto si parla.
- Nel rendiconto annuale del bilancio sulla disabilità mentale, gli episodi sopra citati sono pochi ma significativi risultati negativi che le Istituzioni non devono ignorare, perché il terzo millennio sia vissuto nel nome della solidarietà e della civiltà.
- Questo il nostro augurio e la nostra speranza.
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