13/12/2001
I buoni propositi non tutelano la malattia mentale. Rendiconto dell'Associazione per l'anno 2001

A fine anno si fanno i bilanci, rendiconti definitivi, per accertare in ogni attività quali sono i risultati raggiunti.

Anche noi in questo 2001 abbiamo intensificato il nostro impegno, ancora una volta con particolare attenzione, verso i malati nonché alle famiglie di quanti soffrono una patologia mentale fin'ora vergognosamente abbandonata a se stessa, tale da essere considerata "cenerentola della sanità".

Le nostre iniziative, anche se a volte possono essere ritenute "insistenti", hanno il precipuo scopo di "mirare" alla promozione della condizione della vita umana e della dignità sia dei singoli "malati" come del contesto familiare in cui vivono, compreso la famiglia in generale, cellula primaria della nostra società.

I punti principali da considerare quest'anno sono: la ripresentazione della Petizione e la stimolazione alla ricerca scientifico-farmacologica.

1. La Petizione ripresentata ai due rami del Parlamento Italiano (assegnata per esame e discussione col n. 13 alla 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica; col n. 23 alla 12a Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati) ha l'intento di far iniziare l'iter per la promozione di una legge-quadro di riordino dell'assistenza psichiatrica.

Dobbiamo ricordare che la malattia mentale costituisce un problema sociale di vaste proporzioni, spesso ignorato dalle Istituzioni.

Ancora una volta ci permettiamo rivolgere l'appello:

- alla comunità ecclesiale affinché intensifichi nella dimensione pastorale il richiamo evangelico incentrato nel grande insegnamento che ci viene da Gesù che non ha mai rifiutato di prestare aiuto a coloro che si rivolgevano a Lui sia per malattie fisiche che psichiche;

- alla comunità civile ricordare che la solidarietà non va solo enunciata, ma esercitata in tutto il contesto etico-sociale nel rispetto della dignità;

- alle Istituzioni affinché promuovano adeguati provvedimenti legislativi di protezione e difesa di questi "esseri umani" e non perdersi nel silenzio e nel disinteresse, soprattutto nelle inutili litigiosità.

Questi cittadini vanno protetti e difesi nei termini etico-giuridici di uomini, specie giovani, diritti sanciti dalla Costituzione e dai Trattati Europei ed Internazionali.

Sarebbe un gravissimo errore ritenere che il Programma d'Azione per le politiche dell'handicap 2000/2003 varato dal governo Amato, così come ipotizzato, sia la conclusione di questo disagio sociale che investirebbe secondo quel Governo circa 700.000 "malati".

Un dato statistico che ci pare molto approssimativo rispetto alla analisi dei mass media, ma tale comunque da far emergere una situazione che necessita nel campo legislativo di chiare e concrete scelte operative delle Istituzioni per un più elevato livello riabilitativo e di cure di queste persone.

Resta ancora non chiara la sorte degli ospedali Psichiatrici Giudiziari retti dall'Amministrazione Penitenziaria.

I principi enunciati dal Governo Amato, anche per dare attuazione alla legge 104/1992, non tengono conto di quanto urge, minuto per minuto, e necessita a coloro che con questa "malattia" debbono combattere.

E' una chiara sollecitazione al Governo Berlusconi!

2. Ricerca scientifica e farmacologica e miglioramento dei controlli delle malattie mentali, ci permettiamo suggerire, attivando intense ricerche scientifiche, tanto attese dall'opinione pubblica, con le possibilità offerte dalla comunità Europea, come dalla risposta a nostra Petizione n. 146/99, che ha approvato una Risoluzione sulla promozione della salute mentale in Europa (Protocollo PE 290.531 CM/412554IT).

In breve, l'opinione pubblica e noi con essa, spera nei provvedimenti legislativi invocati e nella scienza medica necessaria, una risposta chiara, urgente ed efficace a questo grave disagio sociale.

Franco Previte

 
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