Cristiani per servire                                                                                                                                    Gennaio 2016 

 

 

27/01/2016

“I Sacerdoti non siano a doppia vita, ma semplici e pieni di misericordia“ Papa Francesco ammonisce nel Giubileo Straordinario.

 

 

 


Cristiani per servire

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Il Presidente

Papa Francesco “raccomanda” ai Sacerdoti di essere semplici, di non cercare il proprio interesse, di non esercitare una doppia vita, essere pieni e misericordiosi.

E’ l’interpretazione, non nuova, che ci vuol far conoscere con semplicità, che ci “dona” senza remore, che ci “informa” senza reticenze, che assilla anche il cristiano, nel rilevare almeno per alcuni, le debolezze che a volte incombe nella persona consacrata: il Sacerdote.

Il monito, l’esortazione, l’espressione di questo Pontefice rammenta l’intelligenza, la semplicità, la bontà, la coraggiosa e vigorosa azione “politica e diplomatica” che usa per diffondere, quale moderno Missionario, Fede, Sapienza, Carità, misticismo “con i pieni per terra”, forza, intensità, vivace, attenta alla realtà, ma con contenuto paterno e misericordioso, il tutto “espresso” con modesta enfasi ai Seminaristi del Pontificio Seminario Lombardo ricevuti nel 50° di fondazione della struttura del Seminario benedetta dal Beato Paolo VI nello spirito del Concilio Vaticano II° che induceva la Chiesa ad “annunciare il Santo Vangelo in modo nuovo“.

Il Papa ha ribadito, ma con tatto risoluto tra altro rispondendo al saluto del Cardinale Arcivescovo di Milano Angelo Scola, che non bisogna formarsi a “compartimenti stagni” e ha invitato i Seminaristi , i Pastori, i Vescovi con le parole di San Carlo Borromeo ad essere “padri per la gente, soprattutto per i poveri” ed essere Sacerdoti “secondo il cuore di Dio, non secondo le preferenze di ciascuno o le mode del momento, ma come l’annuncio del Vangelo richiede”.

Ritornando alla “normalità dei Sacerdoti che sia la santità no a doppia vita, sottolineando che per “prepararsi bene occorre un lavoro approfondito, ma soprattutto una conversione interiore” quotidiana,  normale, come faceva San Carlo Borromeo.

“Allora questo Sacerdote comincia ad accontentarsi di qualche attenzione da ricevere, giudica il Ministero in base ai suoi successi e si adagia nella ricerca di ciò che gli piace, diventando tiepido e senza vero interesse per gli altri e privo della Santità Pastorale, non sarà Sacerdote spirituale e Pastore misericordioso”.

Ed ancora, ha ammonito, “può annunciare parole di vita solo chi fa della propria vita un dialogo costante con la Parola di Dio o, meglio, con Dio che parla”.

In questi anni, ha sottolineato rivolgendosi ai Seminaristi, “vi è affidata la missione di allenarvi in questo dialogo di vita” perché “la conoscenza delle varie discipline che studiate non è fine a sé stessa, ma va concretizzata nel colloquio della preghiera e nell'incontro reale con le persone”.

“Non giova formarsi a compartimenti stagni, a preghiera, cultura e pastorale sono pietre portanti di un unico edificio : devono stare sempre saldamente unite per sostenersi a vicenda, ben cementate tra loro, perché i Sacerdoti di oggi e domani siano uomini spirituali e Pastori misericordiosi, interiormente unificati dall’amore del Signore e capaci di diffondere la gioia del Vangelo nella semplicità della vita”. “Sacerdoti che siano semplici nella vita e nella predicazione“ “e l’evangelizzazione”, ha detto “ancora oggi, sembra chiamata a dover nuovamente percorrere proprio la via della semplicità”.

"Semplicità di vita, che eviti ogni forma di doppiezza e mondanità, a cui basti la comunione genuina con il Signore e con i fratelli; semplicità di linguaggio, non predicatori di complesse dottrine, ma annunciatori di Cristo, morto e risorto per noi”.

Papa Francesco ha infine sottolineato “la necessità, per essere un buon Sacerdote, del contatto e della vicinanza con il Vescovo”, vivere la “diocesianità”.

“Un Sacerdote che non ha un rapporto assiduo con il suo Vescovo - ha avvertito - lentamente si isola dal Corpo Diocesano e la sua fecondità diminuisce, proprio perché non esercita il dialogo con il Padre della Diocesi”.

In ultimo il Papa  dà l’incoraggiamento ai Seminaristi a “coltivare la bellezza dell’amicizia e l’arte di stabilire relazioni, per creare una fraternità Sacerdotale più forte delle diversità particolari”.

In analisi nel corso della n/s vita quotidiana ci sentiamo molto vicini alle parole di Papa Francesco onde sperare in una più profonda attenzione del mondo cristiano, specie dei Parroci, verso le necessità del mondo della sofferenza, della disabilità delle persone anziane, dei poveri, degli emarginati, dei diseredati, degli ultimi fra gli ultimi e di non essere distratti dalla mondanità imperante e priva di ogni significato di civiltà cristiana, oggi 2016, troppo aggredita.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: Andiamo avanti con speranza”!

Previte

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Franco Previte

 

 




Preghiera dei disabili mentali

Padre della vita, che con infinito amore guardi e custodisci coloro che hai creato, ti ringraziamo per tutti i tuoi doni. Ascoltaci quando ti invochiamo. sostienici quando vacilliamo, perdona ogni nostro peccato. Signore Gesù, Salvatore del mondo, che hai preso su di te i pesi e i dolori dell’umanità, ti affidiamo ogni nostra sofferenza. Quando non siamo compresi, consolaci, nell’inquietudine donaci la pace, se siamo considerati ultimi, tu rendici primi. Spirito Santo, consolatore degli afflitti e forza di coloro che sono nella debolezza, ti imploriamo: scendi su di noi. Con il tuo conforto, il pellegrinaggio della nostra vita sia un cammino di speranza verso l’eternità beata del tuo Regno. Amen. (Card. Dionigi Tettamanzi Genova Giugno 2000)












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