“La salute è il bene più prezioso che l’uomo possa avere e in questo giorno non può essere disatteso il pensiero anche nei riguardi di coloro che portano nel loro corpo i segni di una grande sofferenza fisica e mentale, anche nel ricordo delle loro famiglie in quelle ansie, in quelle speranze, in quelle necessità davvero prioritarie, mentre la società civile, con solidarietà esteriore, continua a chiudersi nel guscio del proprio egoismo, in un relativismo davvero disarmante, in un pressapochismo molto preoccupante”. Lo afferma Franco Previte, presidente di “Cristiani per servire”, in occasione della Giornata mondiale del malato che si celebra l’11 febbraio. “I malati in condizioni di malattie croniche, quelle stesse che richiama Papa Francesco nel suo messaggio” per la Giornata, “corrono il rischio di veder le loro condizioni e sofferenze insopportabili subire uno ‘strumento’ che stacca la ‘spina’, una ‘forma’ davvero impressionante per un concetto di ‘risparmio’ che ci lascia perplessi e sgomenti per portare alla eliminazione della vita che non avrebbe alcun valore e ‘degna di essere vissuta’!”, denuncia Previte.“Quelle che si vogliono instaurare – prosegue – sono considerazioni molto pericolose perché potrebbero coinvolgere disabili fisici, handicappati psichici, anziani non autosufficienti, malati terminali, budget del ricoverato: una eutanasia sociale! Con la ‘scusa’ davvero colossale e incredibile di lenire le sofferenze in quanto le cure e assistenze comporterebbero una spesa sociale molto elevata per una lunga degenza o una lunga cura”. In una parola “l’uomo vecchio, disabile, acciaccato, rottame umano: deve morire ! Ma non è eutanasia ? Non è assurdità per un Paese civile?”, si chiede. “Quando la malattia pone nella situazione di sofferenza fisica, ma soprattutto nella patologia psichica, il compito della comunità e delle Istituzioni” è “concorrere a un maggior impegno di tutela del ‘malato’ ormai dimenticato e appunto defraudato del proprio diritto”. Di qui “un bilancio negativo, molto negativo” all’inizio del 2016, “perché le Istituzioni ignorano queste necessità reali e sociali!”.