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Il Presidente |
La famiglia italiana, trasformata dalla conversione dell’Italia da paese agricolo a quello industriale, che quei rilevamenti statistici, forse, vogliono affermare lo sviluppo di una cultura troppo spesso indirizzata contro ogni forma di vita sociale, di vita familiare, di vincolo matrimoniale in favore di nuove modalità dell’essere famiglia, oggi 2015 è ancora “balbettante”, ma di continuazione tradizionale.
Comunque, in sede civile “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” (art. 29) , ciò significa che l’ordinamento familiare si considera come infatti è preesistente allo Stato, quindi l’espressione della Costituzione Italiana, “riconosce i diritti di famiglia”, li considera e riconosce come diritti primordiali, naturali conseguendo la concezione famiglia come “società naturale”. E’ vero che la famiglia “vive” tra crescenti difficoltà, possibile frammentazione delle forme familiari, crisi, stress, capacità di “tenuta” che si fa sempre più labile e debole unitamente ad altre “anomalie”, ma questa resiste ancora in questo contesto culturale malgrado, ripetiamo, i segnali di intensa fragilità, come ne ha rilevato il Sinodo.
In sede cattolica, nel Sinodo appena concluso, la famiglia deve essere considerata come un vincolo razionale, etico che trova le sue leggi ed i suoi diritti nella natura stessa.
I diritti della famiglia riconosciuti, senza escludere quella della morale cristiana, sono tali in quanto, ripeto, questa è “fondata sul matrimonio” “ ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi”, dove “ è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli “, cioè di continuazione dell’umanità, malgrado ogni supposizione .
La famiglia italiana, comunque è un po’ ammalata e non necessita di semplici farmaci da banco, ma di una costante valutazione della crescita individuale dei suoi componenti nelle diverse espressioni e nel riconoscimento all'unisono della dignità dei suoi componenti.
La famiglia ancora “tiene”, perché continua a mantenere la promessa di fedeltà reciproca dei coniugi, continua a farsi “carico” dei propri figli, continua ad “aiutare”i propri genitori anziani, continua a “curare” i propri membri disabili fisici o handicappati psichici.
Con le parole dell’Instrumentum Laboris diciamo che la Misericordia più grande è dire la verità e quando non la si dice la Misericordia non è più tale: non dimentichiamo!
Papa Francesco con molta enfasi ha detto “Sinodo significa tornare a camminare insieme”, sperando che esso continui a camminare anche fuori dall'Aula Sinodale.
Con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: "Andiamo avanti con speranza!”
Previte
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