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Il Presidente |
Nelle leggi di stabilità non si intravvedono “aiuti” in favore della famiglia, specie quella dove insiste un disabile psico/fisico! Attendiamo una risposta: ma da chi?
Il n/s dire non è di natura politica, ma quello di descrivere i periodi bui dettati dal constatare il completo disinteresse verso questa “problematica sociale”, per il mancato ricorso a risorse tese e rese disponibili per il loro indirizzo alle necessità emergenti.
Il necessario risanamento dei conti pubblici, meglio della spesa pubblica, non è favorevole nella constatazione della situazione in cui “vivono” i malati colpiti nella psiche, il disagio nelle loro famiglie e le evidenti ripercussioni nella società, perché altri capitoli di spesa incombono nel basculante Bilancio dello Stato.
L’amaro in bocca pervade, peraltro, date le misere provvidenze economiche per i disabili fisici o handicappati psichici, che qui riportiamo.
Tipo di provvidenza |
Importo |
Limite di reddito |
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2015 | 2014 | 2015 | 2014 | |
Pensione ciechi civili assoluti | 302,53 | 301,62 | 16.532,10 | 16.449,85 |
Pensione ciechi civili assoluti (se ricoverati) | 279,75 | 278,91 | 16.532,10 | 16.449,85 |
Pensione ciechi civili parziali | 279,75 | 278,91 | 16.532,10 | 16.449,85 |
Pensione invalidi civili totali | 279,75 | 278,91 | 16.532,10 | 16.449,85 |
Pensione sordi | 279,75 | 278,91 | 16.532,10 | 16.449,85 |
Assegno mensile invalidi civili parziali | 279,75 | 278,91 | 4.805,19 | 4.790,76 |
Indennità mensile frequenza minori | 279,75 | 278,91 | 4.805,19 | 4.790,76 |
Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti | 880,70 | 863,85 | Nessuno | Nessuno |
Indennità accompagnamento invalidi civili totali | 508,55 | 504,07 | Nessuno | Nessuno |
Indennità comunicazione sordi | 253,26 | 251,22 | Nessuno | Nessuno |
Indennità speciale ciechi ventesimisti | 203,15 | 200,04 | Nessuno | Nessuno |
Lavoratori con drepanocitosi o talassemia major | 502,39 | 500,88 | Nessuno | Nessuno |
E così invece di porre in essere quei mezzi finanziari atti a provvedere strutture alternative di accoglienza di questi malati, pensare al fatidico “dopodinoi”, considerare le necessità economiche delle famiglie dove insiste un sofferente psico-fisico che “sopravvive” con quelle “elemosine” di euro mensili sopra riportate, di pensare ad evitare spese superflue ci si preoccupa, per esempio, di esaminare se aumentare le ”provvidenze” ai manager dello Stato od “altro” e nella ricerca di evasioni fiscali si tralasciano di verificare se nei porticcioli le barche, barchette, barconi, due alberi o tre, yacht alla fonda pagano le tasse (come ho visto recentemente “affollare” nel Porticciolo di Riposto in Sicilia, ma non il solo). Ma non è vergognoso tutto questo?
Tante, troppe volte le famiglie di questi sofferenti si sono chieste quali siano le ragioni della mancata visione delle conseguenze che apporta questa patologia anche nella società.
Nessuno si è fatto carico di promuovere iniziative in favore dei “malati”. Nessuna voce si è alzata davanti a scelte sbagliate. Nessuno di fronte alla de-istituzionalizzazione del “manicomio” ha proposto un approccio con scelte appropriate al problema della tutela dei pazienti e dei loro familiari?
Solo parole, parole, parole, specie ora 2015 anno dichiarato dell’era delle RIFORME!
La prima scelta che si doveva operare è di valore antropologico che fa riferimento ai valori dell’umanesimo cristiano e dell’etica civile. La seconda riguarda la programmazione della salute mentale. La terza fa riferimento al contesto socio-legislativo per neutralizzare i disagi che gli utenti, le loro famiglie, i cittadini incontrano nel quotidiano vivere.
La famiglia, specie quella che ha sofferenti psico-fisici, in questo contesto storico e nelle leggi di stabilità è “difesa” solo con “pannicelli caldi” od “altro”, senza considerare anche il grave problema della evidente emergenza della ormai “seconda settimana”, letteralmente aggredita a livello culturale da una visione astratta, materialistica e consumistica.
Questi sono, anche, i veri novelli poveri!
L’esperienza quotidiana presenta un periodo arduo e precario, una emergenza, una grande difficoltà in una società che fa del relativismo il proprio credo, quel relativismo che è diventato una sorta di dogma che non riconosce le necessità dell’uomo e si indirizza, piuttosto, verso una cultura di delirio verso gli animali domestici, verso i quali nutriamo un rigoroso rispetto, ma che non costituisce una moralità che supera anche il centralismo dell’uomo!
Una “storia” che dura da ben 36 anni per i malati mentali e “solita” per quelli fisici, a tratti ironica a tratti drammatica, ma che manifesta l’urgenza del “problema.”
Con le parole sagge del Santo Giovanni Palo II: “Andiamo avanti con speranza!"
Previte
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