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Nell’indicare in “una vera politica” una maggiore valutazione verso la malattia mentale, un vero ed autentico flagello sociale, il mondo cattolico e della sofferenza ancora una volta ha avuto una profonda delusione per la mancata possibilità di realizzazione di quei provvedimenti legislativi concreti ed attuabili che tutelino il diritto di questo “mondo”.
Abbiamo conosciuto una amara realtà, nell'apprendere che per tutto quanto avvolge la malattia mentale non vi sarà quella riforma, quella invocata legge-quadro dell’assistenza psichiatrica attesa da ben 37 anni dai sofferenti, dalle famiglie e dalla gente per la propria sicurezza.
Mah! Eravamo fiduciosi e ci dobbiamo arrendere innanzi alla realtà, malgrado che il Credo politico del Governo in carica è sempre stato verso il “popolo”.
Le nostre aspirazioni, i nostri sforzi, i n/s umili “suggerimenti”, condensati in tante Petizioni al Parlamento ed al Governo tendenti ed intesi alla soluzione di questa “problematica”, malgrado siano passati ben 37 anni dalla chiusura dei “manicomi”, questo “ciclone sociale”, questo “bubbone”, questa “patata bollente” non viene risolta malgrado i vari Governi che si sono succeduti a Palazzo Chigi, compreso l’attuale.
Mah! a tutt’oggi, giugno 2015, attendiamo fiduciosi, ma non riscontriamo alcun “movimento” d’iniziativa governativa sulla “materia”, né prevediamo, ripeto, una concreta realizzazione futura.
Ricordo, in passato, che l’azione rivolta a rendere propositivi gli “interventi” dell’epoca, per quella parte riguardante la malattia mentale, (che non ebbe alcun approfondimento), fu la stesura del “Programma di Azione del Governo per le politiche dell’handicap 2000-2003" del 28 luglio 2000, approvato dal Consiglio dei Ministri su proposta dell’allora Ministro della Solidarietà Sociale On.Livia Turco (così come si rileva dal Testo della Presidenza Consiglio dei Ministri- Dipartimento Affari Sociali).
Lo stesso risultato si è riscontrato con l’attuale Governo: totale disinteresse!
Intanto incombe e grava sempre il pericolo nella n/s società.
Infatti secondo la teoria di Areteo di Cappadocia, medico greco al tempo di Nerone, il quale dopo Ippocrate fu il migliore conoscitore di malati, quasi 2000 anni or sono evidenziò il fatto che la malattia mentale “esplodeva”:
- nei mesi primaverili ed estivi come quelli più propensi per l’instaurarsi della sintomatologia maniacale;
- nei mesi invernali quelli in cui è facile vedere insorgere la sintomatologia depressiva.
Oh! quanto sono valide le previsioni degli “antichi”, che ancora oggi, purtroppo, si avverano!
Un’autentica “lezione”, una prevedibile “attenzione”, un chiaro “monito” che la n/s società, soprattutto le n/s Istituzioni dovrebbero tenere nella massima considerazione.
A distanza di tempo e malgrado, ripeto, avvenimenti”e “tragedie familiari” quasi quotidiane, ancora una volta dobbiamo constatare che la politica non vuole integrare i sofferenti problemi psichici nei privilegi della società, né iniziare un processo di rinnovamento o di quelle conclamate “riforme”.
L’opinione pubblica osserva: solo litigi, disinteresse, sconnessa, dissociata politica!
Si dimentica, non a caso, che in questa ottica fino oggi i “malati” sono stati ignorati, non considerando le oggettive difficoltà incontrate dagli stessi e dalle famiglie, ingannate ed illuse da qualche pseudo promessa elettorale di qualche coalizione politica e di trasformazione di questa “problematica” : purtroppo nessun vantaggio è pervenuto per questi sofferenti, per le loro famiglie ed a garanzia della sicurezza dei cittadini.
E poi si dice che la politica, sopratutto i politicanti difendono la famiglia: ma quale famiglia? ma quale é il bene dell’Italia, non certo quella delle oneste persone!!!
Non ci stanchiamo di ritenere che lo scandalo dei “manicomi” prima, la carenza di pianificazione e programmazione della salute mentale dopo, costituiscono la vergogna del secolo scorso e la pacifica continuazione in questo “duemila”.
Quanti sono responsabili della salute pubblica devono trovare e dare un urgente aiuto a questi malati (circa 10 milioni di sofferenti), dei quali tanti si trovano per le strade delle n/s città e tantissimi nelle loro famiglie dove non possono ricevere l’aiuto legislativo, sociale, economico e di quei strumenti efficaci per difendere l’elementare diritto all'accesso alle cure, all'equità nella salute, nel pieno rispetto della loro integrità e dignità.
Malgrado le “buone intenzioni ed i sagaci suggerimenti”, come al solito, ripeto, finisce il tutto con quelle belle illusorie parole della politica, trionfo dell’ipocrisia, senza passare a leggi appropriate da dove possono scaturire vere e valide soluzioni.
Altrimenti, Signori della Politica, sarebbe come cospargere di miele l’orlo del calice delle parole per trovare in fondo l’amaro della delusione!
A noi poveri mortali (non facciamo politica dì alcun genere!) resta solo sperare che il modus vivendi in atto della politica, (che oggi “dice” e domani il “contrario” di quello che ha detto), comporti e susciti l’interesse di qualche Istituzione su una situazione paradossale, nel contempo ridicola ed offensiva, che costituisce una lesione allo spirito di solidarietà e di altruismo della pubblica opinione.
Signori della Politica: la famiglia italiana è turbata, indignata, preoccupata e non può che esprimere la sua protesta, il suo dissenso, il sio rammarico per come e con quale disinteresse non vengono risolti tali problemi sopra esposti, di enorme rilevanza che investono e coinvolgono la serenità della famiglia stessa e la sicurezza dei cittadini.
E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”
Previte
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