Cristiani per servire                                                                                                                                          Luglio 2015     

 

 

24/07/2015

Rinviata l’eutanasia sul caso Vincent Lambert. La vita va difesa dal concepimento sino alla morte naturale !

 

 


Cristiani per servire

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Il Presidente

In stato vegetativo dal 2008, Vincent Lambert di anni 38, per il quale la moglie vorrebbe la sospensione di alimentazione ed idratazione, trova nella madre Viviane Lambert una decisa sostenibilità di tenere in vita il figlio, comunque è stata sospesa oggi 23 luglio 2015 la decisione di usare l’eutanasia.

Questo “caso” ha aperto, ancora una volta, l’eutanasia senza consenso sulla persona incapace di esprimersi, su una persona in cura da 5 anni in stato di incoscienza.

I Vescovi francesi con la Dichiarazione dal titolo “Fine vita per un impegno di solidarietà e di fraternità” avevano portato a far conoscere questa vicenda, in quanto i medici che hanno in cura il sofferente avevano deciso di sospendere l’alimentazione e l’idratazione simile a quello accaduto in Italia tempo or sono,  ma nel caso odierno i  Vescovi francesi hanno usato termini molto duri definendo “inaccettabili” le pratiche eutanasiache  e di “decisioni inumane”.

Il Tribunale di Chàlons-en–Champagne ha sospeso l’esecuzione richiedendo al Centro Ospedaliero di riprendere l’alimentazione e l’idratazione.

[http://recherche.conseil-etat.fr/index.php?

I Vescovi francesi, anzi la Chiesa Cattolica, sono contro qualsiasi revisione della legge sull'eutanasia o sul fine vita che non abbia a cuore “il rispetto dovuto ad ogni persona in fin di vita”.

“Migliorare la legislazione” avevano scritto i Vescovi, "non significa cambiarla radicalmente. L‘argomento è troppo serio per non procedere con prudenza” e “Nessuno può deliberatamente causare la morte, anche su richiesta di una persona gravemente malata”, aggiungendo che, senza violare un divieto fondamentale, “non uccidere”  è uno dei più importanti requisiti morali di ogni società e, per i credenti cristiani, un Comandamento di Dio.

Ancora una volta dobbiamo ritornare su di un argomento, l’eutanasia, che non si può concepire su ognuno di noi, cristiani o non cristiani, specialmente in coloro di una certa età ed in certe condizioni di salute.

Da tempo, anche in Italia, si registrano tentativi di legalizzare l’eutanasia e su questo argomento che riteniamo molto importante, fermiamo la n/s attenzione, ancora una volta rinnovato dal caso francese.

Purtroppo queste vicende umane vorrebbero spingere la società ad essere selettiva sulla vita e sulla morte dei suoi membri, quello che si chiama omicidio, una uccisione intenzionale, una omissione di soccorso attraverso una anche se impropria, ripeto, “licenza di uccidere”: budget del ricoverato.

In parole povere: la medicina ed il dovere del medico sono di proteggere la salute, guarire le malattie, alleviare le sofferenze, confortare nel rispetto della libertà la dignità della persona, impegno a favore della vita contro la morte, come insegna la Raccomandazione n. 776/1976 dell’Assemblea del Consiglio d’Europa dove si afferma “che il medico deve placare le sofferenze e che non il diritto di accelerare il processo di morte”.

Si tratta di “considerazioni” (“non sono diritti deboli, ma diritti dei deboli” come argutamente dice il Cardinale Dionigi Tettamanzi) molto pericolose perché potrebbero coinvolgere malati di Alzheimer, malati psichici, handicappati fisici, pazienti anziani o con gravi patologie, bambini anormali, come in Gran Bretagna che è stato chiesto alla Suprema Corte il suicidio assistito per i depressi (un relativismo incosciente, aberrante, antisociale!) ed ora in Francia su una persona in stato di incoscienza.

In Italia il principio fondamentale di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, assieme a quello di libertà, pari dignità, solidarietà sociale, è affermato dall’art. 3 della Costituzione Italiana e quindi sarebbero contrarie alla stessa quelle eventuali “norme giuridiche” che concedessero ad una categoria od a singoli individui particolari privilegi non riconosciuti  alla generalità delle persone, perché ciò violerebbe il principio della uguaglianza di trattamento dei cittadini.

Ma esiste anche l’art. 25 della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU dove è sancito che  si deve  “ridurre al minimo e prevenire ulteriori disabilità, anche durante l’infanzia e l’età avanzata” cioè aborto onde prevenire complicazioni future e frenare la diffusione di handicap genetici o per “eliminare” figli imperfetti, o la pratica dell’eutanasia per eliminare la vita senza senso e l’art. 25 /f  precisa “impedire il rifiuto dell’assistenza sanitaria o dei servizi sanitari nonché di alimenti o liquidi a causa della disabilità”, come si è ripetuto in Francia. speciale dossier.

Alla pari “dignità sociale”, più volte richiamata dalla Costituzione, ne discendono i così detti diritti sociali, (nonché doveri) come il diritto ad ottenere dallo Stato determinate prestazioni a favore di bisognosi, di assistenza sanitaria, cure gratuite per gli indigenti, addestramento professionale per gli invalidi (art. 38) la protezione della madre e del fanciullo (art. 31).

Il valore della vita dipende per i cristiani dalla capacità di seguire il rapporto della persona indicato dalla Fede e per i non credenti dal rispetto della dignità e della libertà umana come nel caso francese.

Con le parole del Santo Giovanni Paolo II “Andiamo avanti con speranza!” (NMI, 58).

Previte

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La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.


        

Franco Previte

 

 




Preghiera dei disabili mentali

Padre della vita, che con infinito amore guardi e custodisci coloro che hai creato, ti ringraziamo per tutti i tuoi doni. Ascoltaci quando ti invochiamo. sostienici quando vacilliamo, perdona ogni nostro peccato. Signore Gesù, Salvatore del mondo, che hai preso su di te i pesi e i dolori dell’umanità, ti affidiamo ogni nostra sofferenza. Quando non siamo compresi, consolaci, nell’inquietudine donaci la pace, se siamo considerati ultimi, tu rendici primi. Spirito Santo, consolatore degli afflitti e forza di coloro che sono nella debolezza, ti imploriamo: scendi su di noi. Con il tuo conforto, il pellegrinaggio della nostra vita sia un cammino di speranza verso l’eternità beata del tuo Regno. Amen. (Card. Dionigi Tettamanzi Genova Giugno 2000)












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