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Il Presidente |
Sono state 129 le operaie di una filanda a New York a perdere la vita in un incendio l’8 marzo 1908, donne che difendevano il loro diritto al lavoro, per un minimo di tutela e rispetto della loro dignità di persona umana e di lavoratrici.
Fu chiamata la “Giornata Internazionale” dai Movimenti di Ispirazione Popolare, in seguito denominata “Giornata della Donna”, occasioni per far conoscere all'opinione pubblica ed alle Istituzioni i problemi della donna con una importanza mondiale.
Raffrontata ai n/s giorni, dapprima i problemi delle donne furono affrontati con il Sottosegretariato alla Condizione Femminile del Governo Andreotti, poi divenne Ministero delle Pari Opportunità con altri Governi, oggi 2015 “condizione” dimenticata dal Governo Renzi, un Governo di donne che non difende le donne!
La celebrazione ufficiale della “Giornata della donna” in Italia, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema “Le donne nell’Europa per una uguaglianza reale”, tematica svolta dall’Onorevole Ines Boffardi, (democristiana, deceduta nel 2014), “Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri alla Condizione Femminile”, dove ero Direttore di Sezione nel 4° e 5° Governo Andreotti e Capo della Segreteria, con l’incarico specifico di coordinare ed indirizzare alla valorizzazione del cambiamento in continua evoluzione della n/s società che passa attraverso il superamento di ruoli tradizionali, differenziati e specifici per i due sessi.
Dovrebbe competere anche ai Cattolici, pur se privi di ogni riferimento politico, il ricordo di questa Giornata e di quel Sottosegretario!
La problematica potrebbe essere nella rievocazione sulla quale eticamente si dovrebbe far calare il “sipario” del silenzio, in quanto ha lasciato nel mio intimo ed in moltissime persone a Genova e Roma molte perplessità, dubbi e sconcerto visto che nessuna formazione politica cattolica si è “ricordata” a tutt'oggi e da nessun Governo l’opera meritoria iniziata dall’Onorevole Ines Boffardi nel Governo Andreotti, voluta dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Questa Donna per prima ufficialmente in Italia ha portato avanti con appassionata e responsabile dedizione quel “Sottosegretariato di Stato alla Condizione Femminile” in un periodo, molto polemico dettato dalle femministe, un lavoro importante, duro, silenzioso, necessario atto a rivitalizzare ed a valorizzare la donna-persona nella società e nelle Istituzioni “condizione” che oggi non è svolta, ripeto, dal Governo in carica.
Sono stati traguardi raggiunti con molta fatica, soprattutto, quelli di non vedere cadere taluni fondamentali valori etico e sociali che possono produrre un profondo divario tra situazioni legislative nel “problema donna” che resta, pur sempre, protagonista privilegiata del cambiamento in continua evoluzione della nostra società, dove si tenta di distruggere il principio fondamentale della famiglia che è cellula fondamentale.
Ritornando alla ricorrenza dell’8 marzo, questa continua ad avere una cadenza annuale, ancora oggi 2015, viene ricordata per porre all'attenzione delle Istituzioni ulteriori tematiche d’attualità, anche nel lungo processo dell’unificazione europea, come una speranza di democrazia, giustizia e pace.
Sono mutazioni che superando i ruoli tradizionali fra i due sessi, nel consesso sociale, entrambi sono indirizzati alla ricerca di una vita individuale e coniugale in cui ciascuno possa esprimere il meglio di sé e per il bene comune, “la fraternità non si deve rompere“ (Papa Francesco Udienza Generale Piazza San Pietro 18.02.2015).
Anche se si evoca di aiuti alla famiglia da parte di tutti i Governi (concetto famiglia, che tutti “cercano di difendere”), non è sola quella dei pannolini, assegni familiari od “altro”, ma non si deve ignorare quelle famiglie e sono tantissime dove insiste un malato psico-fisico in cerca di una giustizia legislativa (da ben 36 anni) e dove lo stesso con altri “vive”, anzi sopravvive, in media con euro 279,75 al mese! Non è vergognoso tutto ciò di fronte alle agiate retribuzioni?
Comunque ancora oggi è di grande rilievo umano e civile la donna che in famiglia in prima persona e nella società subisce effetti negativi per la carenza di opportuni servizi sociali e non è errato ricordare quelle donne, madri, sorelle, spose vittime indifese di violenze d’ogni genere, soprattutto di stupri ricorrenti, che lasciano nella “vittima” profondi solchi irreparabili di natura oltreché fisica anche psichica?
Ricordiamo le donne casalinghe, vere “eroine sociali ” che devono “combattere senza armi adeguate” quasi quotidianamente con la presenza in famiglia di congiunti disabili fisici, soprattutto psichici?
La problematica femminile, anche a livello europeo, non può essere considerata alla stregua di “settore” o di rievocazione di una sola “Giornata”, ma assunta come una metodologia di continuare a proporre soluzioni di problematiche di carattere femminile, che tengano soprattutto conto della specificità dell’essere donna.
Questo il significato della “Giornata della Donna” che sancisce l’importanza di taluni valori fondamentali etico, politici, sociali nel ricordo, nella consapevolezza e nell'augurio di un rinnovamento della società verso i valori del bene comune per il genere umano.
Con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”
Previte
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