|
|
Molto spesso il cittadino, ormai delegato a non contare più, l’uomo della strada, la singola persona si chiedono: ma si ha diritto alla vita? Quanto vale la vita? Si può viverla?
La cronaca quotidiana, i mass media, i TG quasi ogni giorno sono “bollettini di guerra”, di una guerra fratricida che investe spesso la famiglia.
Quel gesto omicida da parte di un figlio verso la madre o viceversa, quello del marito verso la moglie od i figli, non ci sorprende, le annunciate “mattanze” di gesti tragici ormai non ci sorprendono più, quelle infauste vicende che si svolgono nella società, specie in seno alla famiglia, non ci sorprendono più, ma ci meraviglia il silenzio delle Istituzioni verso una mancata soluzione del “bubbone malattia mentale”.
Ci sorprende questo Governo che dice di essere per il popolo, verso le riforme, verso tutti! Ma dove sono stati fin’ora?
Quella “nebbia della depressione” che ha colpito ed è caduta in maniera notevole ed ha coinvolto l’anima di quel figlio, di quella madre, di quel padre, o del vicino di casa, non è dovuta a quella sottile malinconia, tristezza, solitudine, ma spesso, ad una malattia latente: quella mentale come le altre, che va curata con prontezza e senza vergogna, perché sono molto chiare la motivazione di quel gesto.
Ci si domanda: queste forme di mancato riconoscimento di malato mentale, fatto salvo casi diversa patologia, possono essere curate se sono carenti le strutture necessarie? Se è carente una legislazione che chiediamo da anni e da ogni parte!
Petizioni: budget del ricoverato Petizione 2013 che non hanno ricevuto nessuna risposta, a tutt’oggi maggio 2015!
Questo “andazzo” del pressapochismo, del relativismo, del disinteresse rischia di traghettare il n/s Paese e quello che è più grave i padri, le madri, i figli, i giovani, gli adolescenti verso una cultura dell’egoismo sfrenato, del gelo sempre più emergente e dell’indifferenza cogente da una metodologia che si va affermando autonoma e svincolata da ogni rapporto con la legge sociale che considera a volte, la persona proprio “un oggetto da buttare”.
E’ veramente inconcepibile e profondamente contraddittorio che in una società che tende costantemente e giustamente a riaffermare il valore della vita (no alla guerra, no alla pena di morte, no al terrorismo), la si neghi attraverso il tentativo di costruire un presunto diritto di “licenza di uccidere”, come pare sia prassi consolidata il lasciare persone psichicamente instabili al loro destino dalle Istituzioni che di questa “problematica”, la malattia mentale, ne hanno fatto da tempo, da ben 37 anni , un totale disinteresse!
Ma quanto vale la vita?
Con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”
Previte
http://digilander.libero.it/cristianiperservire
La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.