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Il Presidente |
Papa Francesco, nella sua visita a Torino, nella Piccola Casa della Divina Provvidenza ha incontrato anziani, malati, disabili: i dimenticati!
Tutti conosciamo quello che più comunemente viene chiamato Cottolengo, la cui “vocazione” è il rifugio di anziani, emarginati, disabili fisici e handicappati psichici bisognevoli di cure, definiti da Papa Francesco “ membra preziose della Chiesa”, ma sempre cultura dello “scarto” .
Cultura che non pone l’uomo al centro del soccorso verso l’umanità, secondo Papa Francesco, ma di consumo ed interessi economici, “formule” che circa due secoli or sono guidò San Giuseppe Benedetto Cottolengo nel creare la Piccola Casa della Divina Provvidenza il cui obiettivo era ed è per accogliere poveri e malati, “scartati” dalla società e lo dico con cognizione di causa perché li ho visti . “Cose“ tremende!
Queste semplici motivazioni indotte, hanno fatto ripetere a Papa Francesco “non potevo venire a Torino senza fermarmi in questo luogo”, ritenuto “lo scarto della società che si volta dall'altra parte”, mentre “l’esclusione dei poveri e la difficoltà per gli indigenti a ricevere l’assistenza e le cure necessarie, è una situazione che purtroppo è presente ancora oggi”.
Tra le prime vittime di questa cultura dello scarto, Papa Francesco cita ancora gli anziani, “memoria e saggezza dei popoli”, la cui longevità, sostiene “non sempre viene vista come un dono” piuttosto “come un peso difficile da sostenere, soprattutto quando la loro salute è fortemente compromessa”.
“Questa mentalità non fa bene alla società ed è nostro compito sviluppare degli “anticorpi” contro questo modo di considerare gli anziani, o le persone con disabilità, quasi fossero vite non più degne di essere vissute. Questo è peccato, è un peccato sociale grave. Qui possiamo imparare un altro sguardo sulla vita e sulla persona umana!”.
Papa Francesco ripete quello che ebbe a pensare San Giuseppe Cottolengo che “non è rimasto sordo all’appello di Gesù quando chiede di essere sfamato, dissetato, vestito e visitato”.
Da questo Santo, afferma il Santo Padre possiamo imparare la concretezza dell’amore evangelico, cosicché molti poveri e malati possano trovare una “casa”, “vivere come in una famiglia, sentirsi appartenenti alla comunità e non esclusi” e continua “Voi siete membra preziose della Chiesa, siete la carne di Cristo crocifisso che abbiamo l’onore di toccare e di servire con amore. Con la grazia di Gesù voi potete essere testimoni e apostoli della divina misericordia che salva il mondo”.
“La ragion d’essere di questa Piccola Casa” ha concluso il Pontefice “non è l’assistenzialismo o la filantropia, ma il Vangelo, perciò al centro prima di ogni azione umana deve esserci la preghiera”.
Tornando alla realtà quotidiana, fra gli anziani maltrattati, specie nelle Case di Riposo a larga estensione, (ma poche!) molti casi si sono sviluppati e definiti in Italia e per questo dobbiamo molta riconoscenza ai NAS dei Carabinieri che li “scoprono”, dove quelle persone non autosufficienti sono costrette a dormire in angusti seminterrati o ad assumere medicine ed alimenti scaduti. (* vedere sito Cristiani per servire mia intervista n. 8 del 18.1.2003 alla Radio Vaticana). Un frutto amaro della “cultura dello scarto”, così definita da Papa Francesco (incontro con l’Istituto Dignitas Humanae 7 dicembre 2013).
I familiari di quelle persone ricoverate denunciano carenze di assistenza per la mancanza di personale o di fornitura di presidi igienico-sanitari e quelle denuncie sono dovute, in alcuni casi, anche alla riscontrata somministrazione eccessiva di medicinali, anche se a scopo solo contenitivo, onde prevenire o sedare un comportamento agitato in persone, anche, con demenza degenerativa, comunque in ogni Casa di Riposo, dovrebbero esserci diversi livelli formativi del personale, in modo che non li rende attuatori di abusi sugli anziani, che è poi pura violenza.
L’Italia, rispetto al resto dell’Europa, è in ritardo notevole, mentre Francia, Inghilterra, Germania ormai hanno tutte le loro “Carte dei diritti degli anziani“, dove viene fatto preciso riferimento ai casi di abuso, mentre in Italia questo concetto è ancora difficile da “concepire” ch’io sappia!.
Quelle persone, poi, che soffrono di problemi degenerativi sono dimenticati perché considerati un fardello di persone inutili il cui peso dell’assistenza viene, in parte, “scaricato” sulle spalle dei familiari e “ri-scaricati” sulla società, perché sono poche le strutture ed i provvedimenti legislativi necessari e non adottati alla risoluzione di questo prioritario disagio sociale da ben 37 anni: Petizione 2013 (Punti 6 e 8).
Sono rilevamenti statistici destinati ad aumentare, poiché la malattia è strettamente correlata all'età in cui più facilmente si può sviluppare questo tipo di demenza.
In Italia sono oltre un milione i malati con demenza e almeno la metà è affetta da malattia di Alzheimer, valutata, nel mondo nuova diagnosi di demenza ogni quattro secondi, dove questa patologia è stata chiamata epidemia silente del terzo millennio ed ora si comincia a considerare pandemia del terzo millennio per i numeri estremamente alti che sono destinati a raddoppiare e addirittura a triplicare al 2050.
La patologia mentale colpisce a vari livelli dalla depressione alla schizofrenia grave, ma geme sotto le ceneri del silenzio e dell’indifferenza più assoluta da parte delle Istituzioni: colpisce circa il 20% della popolazione, il 16% da varie forme di disagio mentale ed il 4% di disordini mentali, in maniera sempre più crescente in persone di età diversa, specie i giovani ed anche gli adolescenti.
Perché il delirio per gli animali (che rispettiamo) è intenso e per converso non c’è delirio, anche, per questa umanità sofferente che dovrebbe essere in vetta alle buone regole etiche e civili, che non sono nelle virtù di certi politici?
Spesso la cronaca ci porta a conoscere i drammi che si consumano e si verificano nelle famiglie quando le malattie pongono una sofferenza fisica, ma soprattutto quando sfociano nella patologia psichica spesso cronica, quale il morbo di Alzheimer che costituisce, a volte, un elemento di vera disgregazione della famiglia.
Dostojevski, il celebre poeta russo, diceva che una società va giudicata a secondo del trattamento che riserva ai malati di mente e le n/s Petizioni difendono le negazione di un diritto fondamentale dell’uomo: specialedossier.
Comunque viviamo in una società sorda, molto sorda, sordissima!, ma il livello di civiltà si dimostra e si evidenzia nel rispetto della persona: di ogni persona.
E con le parole del Santo Giovanni Paolo II: ”Andiamo avanti con speranza!”
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