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Il Presidente |
Un extracomunitario di 21 anni con permesso di soggiorno in Italia violenta una ragazza sul treno Livorno-Pisa, ma rimane incastrato da un video.
Reiterati episodi di stupro o di violenze di diverso genere, da alcuni giorni ritornano sulla scena del quotidiano e questi “fattacci” ci lasciano sempre più sgomenti e disgustati e sarebbero ancor più gravi se venissero compiuti su donne psichicamente instabili.
La dignità umana è un grande capitale da salvare! Questa violenza si potrebbe ritenere un disordine della mente, comunque sta offuscando il vivere quotidiano.
Da tempo, da troppo tempo sui mass media si leggono notizie sulla rapida escalation di violenze fisiche o verbali verso il mondo femminile, verso un proprio congiunto, un amico, un cittadino qualunque, ricondotte ad improvvisi “raptus” di follie, di incomprensibili atteggiamenti sociali, terrificanti, terribili, tremendi: veri bollettini di guerra che psichiatri e psicoterapeuti si fanno in quattro per definire questi comportamenti.
Ma dove stiamo andando?
Il 25 novembre 2012, è stata ricordata la XIII “Giornata Internazionale per l’eliminazione delle violenze contro le donne“, dove è inderogabile per ogni connivenza sociale riflettere su questo ormai deplorevole fenomeno che quasi giornalmente avviene in ogni Paese, anche l’Italia non è da meno. Infatti avvengono “fattacci” a danno delle persone in condizione genetica di varie sindrome, di ritardo mentale, di disabilità fisica e di altre inferiorità, ma tutti, esprimono una menomazione funzionale, una infermità, una debolezza.
Ancora una volta un ulteriore caso di violenza sulle donne è accaduto sul treno, ma non sarà ultimo se non vengono presi ulteriori seri provvedimenti legislativi, d’ordine civile e sanitario e non perdere tempo in diverbi che fanno rabbrividire l’animo umano!
La lotta contro la violenza sulle donne, oggi 2015, si è spostata con estrema escalation nelle famiglie, contro i coniugi, i bambini, i disabili, gli emarginati, le persone indifese e nel contesto della questione femminile anche per la conseguenza derivante dal protagonismo culturale, sociale e politico della donna.
Comunque quei “gesti” non sono la strada sociale che risalta i valori della giustizia, della solidarietà, della equità, delle pari opportunità, “qualità” che dovrebbero guidare il cittadino attento ed onesto, oggi purtroppo, avviato sulla strada dell’egoismo, della permissione più sfrenata e di un relativismo aberrante.
Anche se l’espressione “dignità umana” è diventata la parola corrente nell’uomo il cui fine è la promozione e la difesa, di ogni uomo, dal concepimento alla morte naturale, promuove una cultura della vita che dia un fondamento di amore all’intera società “per la sua realizzazione nella dignità”, come osserva giustamente Papa Francesco.
La problematica femminile di difesa, non può essere considerata alla stregua di un appendice di un settore, o rievocazione della sua origine reale, ma deve essere compresa come un modo di continuare a proporre soluzione ai problemi di carattere femminile che tenga sempre conto della specificità dell’essere donna.
L’eliminazione della violenza contro le donne sancisce l’importanza di taluni valori fondamentali etici e sociali da ricordare da chiunque, cristiano o meno, perché dare scandalo è contro il valore della civiltà, è contro la morale e “contrario al rispetto dell’integrità corporea della persona umana“ (477 Compendio Catechismo Chiesa Cattolica).
In una società violenta come tende divenire la n/s Italia, nella quale ormai ci sentiamo stranieri nella n/s Patria, il rispetto della dignità dell’essere umano soprattutto debole ed indifeso, rischia di sparire letteralmente dalla scena quotidiana, come quello avvenuto sul treno in pieno giorno.
Tutti siamo chiamati a tener viva la coscienza della grandezza e del valore di ogni vita umana e non solo quello della difesa, anche se giusta, dei cani e dei gatti osannati all’eccesso.
In questa ottica rinnoviamo quanto richiesto nelle nostre Petizioni per una legge che garantisca il riordino e la tutela dei diritti di tutti i membri della comunità civile.
Senza entrare nella dinamica del fatto specifico, siamo costretti a constatare e denunciare quella realtà nella quale i problemi “marciscono” nel silenzio e nel disinteresse.
Con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: "Andiamo avanti con speranza!"
Previte
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