Cristiani per servire                                                                                                                                   Gennaio 2015

 

 

20/01/2015

“Solidali con la vita”: Messaggio della Conferenza Episcopale Italiana per la 37° Giornata per la vita.

 

  

 


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   Il Presidente

La “37° Giornata per la vita” che si celebra il 1° febbraio 2015, nel Messaggio del 7 ottobre 2014 il Consiglio Permanente della CEI ha iniziato con la dizione “I bambini e gli anziani costituiscono il futuro dei popoli: i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani perché trasmettono l’esperienza  e la saggezza dello loro vita”.

Queste molto esplicative considerazioni significano essere “solidali con la vita” nei riguardi delle nuove creature e di quanto imprime la famiglia umana e l’ Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia interpretando i dati statistici ricorda la società che è carente di politiche familiari.

Gravata da una  grande pressione fiscale sulle famiglie e da una oscura cultura diffidente verso la vita, questa va rispettata “dal concepimento al suo naturale declino” ricorda ancora Papa Francesco che “ I figli sono la pupilla dei n/s occhi” (18° Giornata Mondiale della Gioventù Rio de Janeiro 22 luglio 2013).

In analisi il bambino non è “qualcosa”, ma è “qualcuno”.

Questi concetti dovrebbero richiamare la n/s società ad adottare un modello di civiltà, come afferma Papa Francesco nella “cultura dell’incontro”, dove un ulteriore riconoscimento della persona umana  è “seminato nella debolezza”, tra uomini e donne impegnati a superare la crisi demografica, grave declino e con esso tutte quelle anomalie che toccano “chi è ammalato, anziano, non autosufficiente con forme di ricorso mascherato all’eutanasia ed all’aborto“.

Una forza di vita  nella consapevolezza che deve ricordare l’odierna società che se “ un popolo che non si prende cura degli anziani, bambini e giovani non ha futuro perché maltratta la memoria e la promessa “ (Papa Francesco Vaticano 13.9.2013 47° Settimana Sociale dei Cattolici.)

Un sollecito richiamo, un monito coraggioso alle qualità che oggi per gli Operatori Sanitari dovrebbe essere fattiva, condensata in quello che San Camillo de Lellis ripeteva ai Suoi collaboratori: “più cuore in quelle mani, fratello, più cuore”. 

La Chiesa Cattolica ricorda spesso che la sofferenza umana può essere alleviata e non va lasciato solo chi è malato nel corpo e chi soffre nella psiche, con la  precipua necessità di donare agli infermi una efficiente assistenza.

Questa dovrebbe essere donata nelle patologie dolorose, nell’anziano “dimenticato” dai parenti, il quale trascorre i tempi della vecchiaia nella perfetta solitudine subendo una maggiore sofferenza, nella donna nella “inattesa gravidanza” a volte “vede“ nell’aborto una efficace soluzione del proprio problema, nella persona debole che “vede” nella vita una sofferenza e pone fine alla stessa, come per attenuare i dolori della malattia e dell’agonia alcuni vedono nell’eutanasia il “senso” più pratico, come chi subisce l’abbandono delle cure o l’accanimento terapeutico quale malato terminale.

In questi nostri “strani tempi”, logiche di convenienza ci vorrebbero allontanare dal rispetto della vita, dalla sofferenza e dalla solidarietà per l’individuo, sia esso grave o cronico, (e questo ce lo devono chiarire le Istituzioni in risposta alla n/s Petizione n. 308 al Senato della Repubblica e n. 31 alla Camera dei Deputati dal 18 marzo 2013 ) che tende ad essere abbandonato al loro destino, dove per lo più sono ammalati anziani, disabili o persone in fin di vita, dimettendoli anzi tempo dalle strutture ospedaliere per il superiore concetto del risparmio senza una adeguata protezione alternativa: budget del ricoverato.

Se questa “forma” si allarga, lo ripetiamo da molto tempo, sarebbe un meccanismo anomalo, incivile ed anticristiano, una eutanasia mascherata, “fuori” dall’Ordinamento Giuridico Italiano, una omissione di soccorso, un reato penale che andrebbe punito.

Ma ragioni antropologiche ci portano ad incontrare e considerare anche coloro che portano nel loro corpo la sofferenza dell’anima, come alcuni definiscono di natura psichica: Petizione 2013,   

Ma la vita, almeno per noi cattolici, è un dono del Creatore e va rispettata!

E’ necessario un segno di marcata speranza per creare una unità d’intenti sui problemi delle impostazioni ideologiche e sociali, perché prevalga per tutti, soprattutto per i cattolici  “dobbiamo essere umili con umiltà reale, con nome e cognome” (Papa Francesco 14 giugno 2013 Santa Marta ) e come sottolineano i Vescovi nella 37° Giornata per la Vita  “la costruzione di questo nuovo umanesimo è la vita, sfida che ci attende e parte dal si alla vita“.

E con le parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!

Previte

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La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.

                          

 

Franco Previte

 

 




Preghiera dei disabili mentali

Padre della vita, che con infinito amore guardi e custodisci coloro che hai creato, ti ringraziamo per tutti i tuoi doni. Ascoltaci quando ti invochiamo. sostienici quando vacilliamo, perdona ogni nostro peccato. Signore Gesù, Salvatore del mondo, che hai preso su di te i pesi e i dolori dell’umanità, ti affidiamo ogni nostra sofferenza. Quando non siamo compresi, consolaci, nell’inquietudine donaci la pace, se siamo considerati ultimi, tu rendici primi. Spirito Santo, consolatore degli afflitti e forza di coloro che sono nella debolezza, ti imploriamo: scendi su di noi. Con il tuo conforto, il pellegrinaggio della nostra vita sia un cammino di speranza verso l’eternità beata del tuo Regno. Amen. (Card. Dionigi Tettamanzi Genova Giugno 2000)












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