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Il Presidente |
“Nessuno ha il diritto di decidere chi può vivere e chi no. Solo Dio può farlo”, scrive Mons. Gomez Arcivescovo di Los Angeles in un suo Editoriale che cerchiamo di commentare, tematica fondamentale e basilare di Papa Francesco e della Chiesa Universale sempre enunciata con coraggio, chiarezza, fermezza.
La riflessione di Mons. Gomez arriva in un momento in cui, lo Stato della California ha presentato il progetto di legge n. 128 del Senato che mira alla legalizzazione del suicidio assistito, tramite farmaci per i malati terminali, iniziativa legislativa che comincia ad andare in voga nel mondo.
Una soluzione legislativa che non solo la Chiesa locale respinge con forza, ma per la Chiesa Universale è principio inderogabile.
Ancora una volta ci domandiamo, ma l’eutanasia per i Cattolici è questione di Fede, come per i laici è principio di vita!
La Chiesa Cattolica è per la “vita fino al naturale declino”, soprattutto pensando ad anziani, disabili, malati terminali ed è per questo, continua il Presule, “che tra le notevoli ingiustizie della nostra società la più grave è l’abitudine di distruggere ogni giorno vite umane innocenti” trattandosi di un problema, “che non è soltanto culturale, sociale, politico, ma anche profondamente spirituale“.
“E’ soprattutto necessario sempre ribadire”, continua Mons. Gomez, che tutti sosteniamo, “il diritto alla vita è il fondamento di tutti i diritti umani”.
L’eutanasia così come l’aborto non è solo per i Cattolici una questione di Fede o di principi di religiosità, ma anche per i laici e soprattutto per tutti è un problema basilare legato ai diritti umani ed alla giustizia sociale: budget del ricoverato.
“Sono temi che hanno a che fare con il tipo di società che siamo e con il genere di persone vogliamo essere”, continua sempre nell'editoriale Mons. Gomez, “quindi bisogna tutelare la vita con coraggio e con amore in ogni fase della vita dell’uomo”.
Per questo occorre sottolineare, scrive sempre il Presule, che “una società civile non risolve i problemi permettendo che le persone si suicidano od evitando che nascano i bambini, ma non possiamo permetterci di arrivare a essere un popolo che risponde alla sofferenza umana eliminando i sofferenti”.
E’ un problema che anche in Italia non è soltanto culturale, sociale, politico: http://it.radiovaticana.va/news/2014/08/29/cristiani_per_servire_pi%CB9_attenzione_ai_disabili/1105415
“Il diritto alla vita è il fondamento di tutti i diritti umani ed è per questo che non possiamo permettere che prevalga la logica crudele secondo cui la vita umana è scartabile ed in alcuni casi, indegna di essere vissuta o tutelata” (Papa Francesco Udienza ai ginecologi 20.09.2013).
“L’eutanasia strisciante come l’aborto incombente” continua mons. Gomez ,” non sono solo una questione di Fede o di religione, bensì un problema basilare legato ai diritti umani e alla giustizia sociale. Sono temi che hanno a che fare con il tipo di società che siamo e con il genere di persone vogliamo essere”.
Ricordando, poi, le parole di Papa Francesco sul dovere dei cristiani di “proteggere la vita con coraggio e con amore, in tutte le sue fasi”, l’Arcivescovo Gomez conclude auspicando un impegno comune “al servizio della vita, di tutta la vita, specialmente di quella che necessita di maggiori cure ed attenzione”, perché “fintanto che ci sono i cristiani, nessuno deve soffrire da solo!”
Garantire alle persone anziane, al mondo della sofferenza e della disabilità una vita serena e piena di relazione con gli altri deve essere una precisa attenzione da parte di tutti, cattolici e non cattolici, diretta alle necessità ed alla soluzione di esigenze della persona che è colpita non solo nel corpo, ma anche nella mente, nelle emozioni e nello spirito.
“L’amore di Cristo, riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo, ci permette di vivere così, di essere così: persone capaci di perdonare sempre; di dare sempre fiducia, perché piene di fede in Dio; capaci di infondere sempre speranza, perché piene di speranza in Dio; persone che sanno sopportare con pazienza ogni situazione e ogni fratello e sorella, in unione con Gesù, che ha sopportato con amore il peso di tutti i nostri peccati” (Papa Francesco 14 febbraio 2015 Concistoro Cardinali in San Pietro).
Con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”
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