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Il Presidente |
Forse alcuni hanno confuso l’apporto umano che dà Papa Francesco alle Sue azioni e parole, quale applicazione del pensiero marxista!
Nulla di tutto questo! Le coraggiose, chiare, esplicite parole di Papa Francesco espresse, che ha dato in risposta a quella domanda, diramano ogni attribuzione a Lui rivolta e riuniscono quanto è nella Chiesa Universale e nel Magistero della Chiesa Cattolica sulla povertà, sulla salvaguardia del creato, sulla giustizia sociale, sull’intero percorso, che non sono vane parole, adesione ad un pensiero politico, ma espressione della Fede Cristiana!
Papa Francesco affronta questo delicato problema con la stessa premura di un padre di famiglia, di un responsabile papà, non come è nella “invenzione” attribuitagli, ma nella esposizione ed attenzione che pone nelle origini del Vangelo, nella tradizione della Chiesa, nelle enunciazioni dei primi Padri della Chiesa nel II e III secolo, che non si possono definire di tipo marxista e non bisogna nei tempi “ideologizzarla” nella “scelta preferenziale per i poveri”, in una parola “adoperarla per secondi fini”.
Quando la Chiesa si pronuncia nell'invito a vincere la globalizzazione dell’indifferenza, resta molto lontana da qualsiasi interesse o motivazione politica, ideologica, possessiva come nel passato storico dove erano solo pochi a godere dei “privilegi”, ma mossa unicamente dalle parole di Gesù che ognuno “ci si prenda cura l’uno dell’altro”, cioè in una amorevole fraternità . “Fare di più per i poveri” (Papa Francesco, Palo, Filippine 17.01.2015).
Nella globalizzazione, questa, “ha aiutato molte persone a sollevarsi dalla povertà”, però inoltrata ad “una crescita della ricchezza mondiale”, condannando “tante persone a morire di fame”, creando le nuove povertà in un sistema economico e sociale che pone al centro il denaro, “sterco del diavolo” come lo ha definito Papa Francesco, trasformandolo in idolo “provocando profondi squilibri”, nello scarto di ciò che non serve come i bambini nella cultura dell’aborto, i giovani che non vedono un sereno futuro, negli anziani che vengono abbandonati in una eutanasia mascherata: budget del ricoverato (n/s Petizione n. 308 al Senato della Repubblica e n. 31 alla Camera dei Deputati del 18 marzo 2013).
Insomma Papa Francesco vuole con sagge parole esporre le povertà per guarire il mondo, per “costruire una società ed una economia dove siano al centro l’uomo ed il suo bene e non il denaro” e dove “l’etica nell'economia e nella politica” siano inseriti “programmi, meccanismi e processi orientati ad una migliore distribuzione delle risorse, alla creazione del lavoro, alla promozione integrale di chi è escluso”.
In questi insegnamenti occorrono “uomini e donne con le braccia alzate verso Dio per pregarlo”, che si impegnino nei livelli sociali, politici, istituzionali “mettendo al centro il bene comune, perché i mercati e la speculazione non possono godere di una autonomia assoluta”.
“Non possiamo più aspettare”, mette in guardia il Pontefice, “per risolvere le cause strutturali della povertà, per guarire le nostre società da una malattia che può portare solo a nuove crisi“ e ricorda che il Vangelo “non condanna i ricchi, ma l’idolatria della ricchezza che rende insensibili al grido del povero” e “questo non è pauperismo, cioè da quella forma economico/sociale che determina miseria nelle popolazioni, ma Santo Vangelo”.
“Il legame profondo tra la povertà ed il cammino evangelico” insegnatoci da San Francesco d’Assisi, è il vero “protocollo” sulla base del quale l’uomo sarà giudicato: esso significa “avere cura del prossimo, di chi è povero, di chi soffre nel corpo e nello spirito, di chi è nel bisogno”.
Da questa chiara, precisa ed inconfondibile dissertazione per quanto richiestogli, il Santo Padre chiarisce ogni “presunta attribuzione di pensiero politico a lui attribuita” e ci ricorda che il sacrifico della Croce è la fonte della Chiesa Cattolica, che abbraccia tutto l’universo verso la pace dei popoli, il vivere sereno dove nessuno si salva da solo e necessita di solidarietà, di educazione alla Fede, ricordando a tutti, specie ai cattolici, che “Aprire le porte della n/s vita, delle n/s Parrocchie, dei Movimenti delle Associazioni, significa uscire incontro agli altri per portare la luce della n/s Fede”
(27 marzo 2013 Udienza Generale Piazza San Pietro).
E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: ”Andiamo avanti con speranza!”
Previte
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