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Infatti questo determina un punto per cento in meno di Pil rispetto agli altri Paesi Europei ed allora sorge spontanea una domanda: ma allora l’Italia è un “fardello”, una “cosa” inutile, un rimasuglio” sociale!
Per questo, nella “Giornata Internazionale della Famiglia” indetta dall’ONU il 15 maggio u.s., si auspicava una netta inversione di tendenza che non c’è stata, solo il Presidente Mattarella in un Messaggio, ha affermato con ferma decisione che questo istituto sia "posto al centro delle politiche sociali", perché "fornisce un contributo decisivo”.
La famiglia è spesso molto proclamata e conclamata, quasi osannata, ma nei fatti si constata che è poco difesa (per non dire niente!) e questo comporta una difficoltà alla stessa, ironia della sorte subisce e vive un momento difficile, dove c’é chi vorrebbe includere in questo istituto unioni tra persone dello stesso sesso, dimenticando invece esso nasce, proprio, dall’incontro tra un uomo e una donna il futuro dell’essere umano.
Ma anche la famiglia tradizionale non gode di ottima salute, dove insiste da tempo una carenza di politiche familiari e dove, ripeto, non trova “dimora” un punto di PIL sulle politiche per la famiglia e per l’infanzia.
I dati statistici ci forniscono che in Europa siamo al 2,2% e noi non lontani dall’’1,4% e questo ci dice che 15-17 miliardi potrebbero essere investiti sull'equità fiscale, sul sostegno alle famiglie giovani e sui bambini.
Il Governo però promette di ridisegnare il welfare familiare (?), mentre il famoso bonus bebè vorrebbe essere un primo stadio (per non dire altri!) di quello che è la necessità ed è augurabile che persiste in legge di stabilità anche quale particolare attenzione.
Ma la più grande vergogna è la pochissima attenzione verso i disabili fisici ed gli handicappati psichici ancora una volta dimenticati dal Governo Renzi, mentre restano gravi ed urgenti i problemi dell’assistenza, dopo ben 37 anni dall’emissione delle leggi che hanno abolito i “manicomi”! budget del ricoverato Petizione 2013.
Nell’ultimo “atto” altalenante del Teatrino della Politica, dove i programmi dovevano essere prioritari verso il “popolo” e verso la moltitudine di sofferenti, le Istituzioni sono ancora assenti su tre problematiche d’ordine sociale per il mondo della disabilità molto rilevante: le strutture architettoniche, la malattia mentale, le insufficienti provvidenze economiche!
Le strutture architettoniche di accessibilità urbana, sono “invadenze” che restano ancora irrisolte da molti anni, in particolare: pali sui marciapiedi, passaggi pedonali, parcheggi, servizi igienici pubblici, accessi ai servizi pubblici e tutte quelle “necessità” che intralciano il cammino e la vita sociale dei disabili fisici nelle n/s città e nei n/s paesi.
Sulla tematica della malattia mentale, il 13 maggio 1978 il Parlamento Italiano approvava la legge 180, mentre oggi 2015 ricorre il 37° anno dell’entrata in vigore di questa legge ispirata dalle teorie dello psichiatra veneziano Franco Basaglia, il quale poneva fine all'istituzione manicomiale attestando che il manicomio non era un luogo di cura, ma un’istituzione da abbattere.
Le aride ed insufficienti provvidenze economiche “dedicate” al mondo della disabilità consentono loro solo la sopravvivenza, malgrado i persistenti ed esosi stipendi e pensioni “d’oro” allegramente goduti dai “Signori della Politica” che tutt'ora imperversano.
L’esigenza ancora oggi della destituzione dei “manicomi” non è stata sufficiente a lenire le sofferenze di quel mondo per una pseudo integrazione di questi desaparecidos nella n/s società.
La legge 180 priva del Regolamento d’Applicazione e la legge 833 che ne ha proseguito l’iter del non concludere, non hanno previsto strutture alternative ed adeguate, organizzazione dei servizi, perché non vi è stata una serena valutazione dei limiti terapeutici attuati nell'epoca, stabilendo che la malattia mentale è un problema sociale ed il “malato” è assimilato all'emarginato, all'handicappato, all'anziano non autosufficiente.
Oggi, purtroppo, è ancora opportuna ed urgente la realizzazione di strutture territoriali di riabilitazione di lunga durata per i casi più difficili da riabilitare, onde evitare che sulle famiglie gravino un carico insostenibile di disagi, costi e pericoli, con servizi specifici in strutture adeguate, l’autorizzazione al TSO obbligatorio anche in assenza del consenso del paziente almeno in determinate condizioni, la prevenzione dei disturbi di comportamento e di psicopatie in età giovanile ed ancora moderne innovazione mai realizzate ivi incluse le famose REMS per gli ex OPG ed i detenuti malati nelle carceri, per i quali non si conoscono le cure cui sono sottoposti.
Un ricordo alle Istituzioni: la malattia mentale necessita di una vera politica e “non disinteresse”, mentre tutto questo è condensato in n/s Petizioni giacenti senza limite di tempo in Parlamento dal 7 ottobre 1998 fino al 18 marzo 2013! budget del ricoverato Petizione 2013
Occorre una maggiore valutazione di questo vero ed autentico flagello sociale: lo vuole il popolo, lo anela il mondo della sofferenza, il quale ancora una volta ha avuto una profonda delusione, unita all'opinione pubblica, per la mancata possibilità di realizzazione di quei provvedimenti legislativi concreti ed attuabili che tutelino il diritto di questo “mondo” sempre dimenticato.
A tutt'oggi non si è riscontrato alcun “movimento” d’iniziativa governativa su tutta la “materia” sopra esposta.
Aggiungo che a distanza di tempo e malgrado avvenimenti” e “tragedie familiari” quasi quotidiane, ancora una volta dobbiamo constatare che la politica non vuole integrare i sofferenti problemi psicofisici nei privilegi della società, né iniziare un processo di rinnovamento o meglio di riforme, oggi, tanto declamate e conclamate.
Solo litigi, disinteresse, sconnessa, dissociata politica e nessun vantaggio è pervenuto per questi sofferenti, per le loro famiglie ed a garanzia, soprattutto, della sicurezza dei cittadini.
Lo scandalo dei “manicomi” prima e la carenza di pianificazione e programmazione della salute mentale dopo, costituiscono la vergogna del secolo scorso e la pacifica continuazione in questo millennio.
Quanti sono responsabili della Salute Pubblica devono trovare e dare un urgente aiuto a questi “malati” , dei quali tanti si trovano per le strade delle n/s città e tantissimi nelle loro famiglie dove non possono ricevere l’aiuto legislativo, sociale, economico e di quei strumenti efficaci per difendere l’elementare diritto all'accesso alle cure e all'equità nella salute, nel pieno rispetto della loro integrità e dignità.
E’ augurabile che, come al solito, ripetiamo, non finisca il tutto con quelle belle illusorie parole della politica, trionfo dell’ipocrisia, altrimenti, sarebbe come cospargere di miele l’orlo del calice delle parole per trovare in fondo l’amaro della delusione!
La famiglia italiana è turbata, indignata, preoccupata e non può che esprimere la sua protesta, il suo dissenso e rammarico per come e con quale disinteresse non vengono risolti i problemi sopra esposti di enorme rilevanza che investono e coinvolgono la serenità della famiglia stessa.
A 37 anni dall’emissione della legge 180, insiste una sola domanda: mentre le famiglie sono rimaste sole e con esse la società su una realtà così sconvolgente, quali risultati qualitativi sono stati raggiunti e quali potranno, ripeto, venire in futuro? MAH!
Purtroppo passeranno molti anni prima di “rivedere” questa situazione che dura da 37 anni, perché con le prossime elezioni politiche, ormai alle porte, il “problema” verrà ancora ignorato.
Ancora una volta dobbiamo ricordare che è anche famiglia quella che continua a mantenere la promessa di fedeltà reciproca dei coniugi, a farsi carico dei propri figli, ad aiutare i propri genitori anziani, soprattutto, a curare i membri disabili o svantaggiati:
Dobbiamo ribadire che non basta solo denunciare sperperi o tagliare spese, è necessario che questi “accorgimenti” portino ad un concreto cambiamento, compreso le conclamate riforme sociali, che purtroppo non avvengono!
Ecco in sintesi il bilancio, anche se un po’ lungo, che resta al popolo italiano, dove prevale, purtroppo, la logica gattopardesca che tutto avvenga purché nulla muti!
Con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”
Rinnovo, per aver avuta la fortuna di incontrare per ben tre volte e per aver sempre difesa la famiglia, l’Omaggio al Beato Giovanni Paolo II.
Previte
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