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Il Presidente |
Signor Presidente del Senato della Repubblica, Signor Presidente della Camera dei Deputati, Signor Presidente del Consiglio dei Ministri: in occasione del 37° anno della chiusura dei manicomi, sui mancati provvedimenti legislativi in favore del disagio psichico, dei sofferenti, delle loro famiglie, per la sicurezza di tutti i cittadini, in Petizione 2013 , enunciata fin dal 7 ottobre 1998:
quali provvedimenti s’intende adottare in favore di questa patologia e cosa è cambiato dal 13 maggio 1978 al 13 maggio 2015?
Signori Presidenti, la malattia mentale è, forse, una della cause di disagio sociale che più preoccupa il cittadino del n/s Paese, ricordando che il diritto, in senso giuridico, s’intende quel complesso di norme che regolano la società civile nei rapporti fra i suoi membri, come quelli nel campo della sofferenza ed in condizioni di disabilità/handicap, che devono consentire l’uomo-indifeso nell'inserimento nella vita sociale, nelle cure, in strutture adeguate, nel sacro diritto a vivere in mezzo agli altri e di interagire con il mondo.
Infatti non vi è scuola od orientamento pedagogico, progetto educativo od intervento sociale che non miri a dare una maggiore e più vasta autonomia all’individuo-persona .
L’emissione delle leggi 180 (quella che ha ”ordinato” la chiusura degli Ospedali Psichiatrici) e 833 (quella che ha “continuato” gli effetti negativi della 180), oggi 13 maggio 2015, nonostante qualche “provvedimento tampone” od “altro” emessi dai Parlamenti e dai Governi passati, restano invariate le necessità delle vecchie e nuove cronicità di livello salute mentale, che richiedono, anche, interventi ad alta protezione sanitaria e legislativa.
La paura e l’angoscia aumentano di pari passo nella n/s società con lo svilupparsi di menti psichicamente instabili che producono tragedie, sotto gli occhi di tutti, anche nelle famiglie, tanto che il cittadino ha perso la fiducia nelle Istituzioni perché non si sente tutelato ed ha paura.
Cresce, diventa forte e sempre più sentito la necessità di protezione che nasce da un senso culturale e psicologico di insoddisfazione e delusione per l’assenza di quelle norme legislative di riferimento che danno al cittadino la sensazione della sicurezza.
Cosa è cambiato da quel 13 maggio 1978 al 13 maggio 2015 sul disagio psichico? Pochi risultati, molte incertezze, grandi perplessità! Petizione 2013
Purtroppo la nostra società, la gente comune, il cittadino qualunque non si sente garantito dalle Istituzioni, perché esiste solo la demagogia sommaria e le inutili litigiosità politiche, veramente vergognose, trascurando totalmente le necessità prioritarie del genere umano.
Ognuno di noi pensa che sia sufficiente parlare, esporre, richiedere nella speranza di veder “cambiare” queste anomalie! Ma non è così!
Dobbiamo riconoscere che con finalità etico e sociali la Chiesa Cattolica tutta ed ultimamente Papa Francesco, hanno affrontato e denunciato il disagio psichico nel mondo ed in Italia, sollecitando le comunità civili ed ecclesiali al richiamo, all’incremento, al riconoscimento ed alla possibilità di intervento verso questa grave ed urgente patologia.
Ma nelle Istituzioni manca la capacità di vero ascolto ed il coraggio di dare risposte all’opinione pubblica! Petizione 2013
Il tempo ha fin’ora dimostrato, in questo ambito sanitario, che sono passati molti anni, ben 37, e le risposte a quelle ”evenienze” avanzate ogni qual volta e da qualunque parte esse provengono, sono comunque portate ad ottenere risultati inutili e spesso insignificanti.
Resta il fatto che la scienza medica e la ricerca scientifico-farmacologica (ampiamente auspicata nelle n/s Petizioni) fin’ora non hanno raggiunto traguardi vittoriosi e visibili nel miglioramento della salute di questi “malati”, anche perché scarseggiano strutture e modalità d’intervento più approfondite, facendoli restare “i desaparecidos della nostra civiltà”.
In questi frangenti restano dimenticati quanti drammaticamente “vivono” giorno per giorno, ora per ora, minuto per minuto, vicino al “malato” impotenti, sfiduciati, incompresi, ma non rassegnati!, anzi molto indignati!
Occorre ridare ai valori culturali ed etici il loro primario significato! (e meno chiacchiere!), occorre ridare speranza alla gente (e non illuderle sempre!); occorre ridare dignità ed umanità (quella che necessita!); occorre ridare risposte chiare ed urgenti alla gente.
Sono esigenze fondamentali e come diceva Dostojevskij: “Una società va giudicata a seconda del trattamento che riserva ai malati di mente”.
Signori Presidenti, perdonino l’ironia da definirsi, forse, autenticamente folle ma veritiera, è il nascondersi vergognosamente dietro un dito da parte di chi dovrebbe provvedere alle necessità, quando si rifiutano quei benefici che non ledono l’inalienabile dignità della persona umana!
Una coerente solidarietà sociale non deve essere quella della superficialità delle parole, quella della esteriorità o del non fare a sostegno delle famiglie, ma di impegno per il bene comune, per rimodellare la società come anela l’opinione pubblica e come viene costantemente ricordato.
Il mondo cattolico, della sofferenza, della disabilità: non accettano più la sconfitta fin’oggi subita!
Grazie. Con deferenti ossequi.
E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”
Previte
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