Cristiani per servire                                                                                                                                   Marzo 2015

 

 

10/03/2015

La fragilità del mondo della sofferenza e “l’educazione integrale” per i giovani.

 

 

 


Cristiani per servire

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Il Presidente

Siamo ormai  quasi“ precipitati” in un mondo in movimento che modifica continuamente il sistema di vita divenuto “elettrico” “nervoso” “irriconoscibile”, dove la comunità civile, spesso egoisticamente ripiegata su se stessa, non dà ancora la piena disponibilità a porre attenzione verso chi vive in difficoltà, soprattutto verso quella fragilità in cui si trova il mondo della sofferenza e della disabilità.

In quel mondo nel quale anche i giovani si trovano o sembrano disorientati, è necessario per non dire prioritario, riscoprire l’educazione integrale”, come ha detto il Santo Giovanni Paolo II, non solo quella dell’apprendere scolastico, ma da quei “valori spirituali e morali che trovano nelle radici cristiane il loro riferimento fondamentale” (Benedetto XVI Lettera Enciclica “Caritas in Veritate“).

Nelle difficili situazioni in ambito sociale degli adolescenti e dei giovani in genere, occorre concepire l’educazione come “la ricerca dello sviluppo integrale ed armonioso della persona, della maturazione, della coscienza morale per discernere il bene ed agire di conseguenza“ (S. Giovanni Paolo II, Discorso Simposio Europeo, 3 luglio 2004), specie ora che si tenta di spostare, indebitamente, i confini dell’umano.

Questo è stato il monito lanciato dal Santo e continuato da Papa Ratzinger, perché “le difficoltà dei giovani nella loro vita personale siano superate dalla maturazione della coscienza morale e non dal possesso dell’avere”, come affermava Papa Paolo VI “La n/s non è la società dell’essere, ma dell’avere“.

Le avvertenze dei Pontefici vanno verso la dinamica spirituale dei giovani in crescita, sollecitando genitori insegnanti educatori a “mobilitarsi e lavorare insieme per i giovani”, riflessioni guidate da una crescita di sensibilità e di solidarietà verso i problemi sociali con una visione pienamente umana della cruda realtà quotidiana, quale impegno di vicinanza sociale verso tutti specie delle categorie più deboli e bisognose.

Ma ognuno aspira a star meglio, disattendendo quella conclamata solidarietà verso quelle persone deboli e bisognose che hanno gli stessi diritti e che vogliono concorrere, con le loro residue forze, al bene della società.

Al di là delle barriere architettoniche, ben più dure e difficili a cadere sono le barriere intellettive che offendono tutti, abili e disabili, ritorcendosi contro chi le continua a porle in atto, mentre la comunità civile può trovare su questo terreno argomenti di interesse comune, specie laddove le famiglie provate dalla disabilità in qualche suo componente, fatica a stare al passo, ad interloquire con un mondo che sembra sfuggire non solo al confronto, ma anche lo sguardo per timore di perdere.

Lo Stato esperto di umanità e socialità “non ascolta, non sente, non vede”, negando quindi la necessità dell’incontro e del dialogo col mondo della sofferenza e della disabilità, malgrado gli sforzi che tutti dobbiamo dare onde far affermare i loro diritti verso quel “mondo”.

I disabili fisici,specie gli handicappati mentali, lottano da anni per ottenere legali diritti sanciti dalla Costituzione, ma soprattutto per far conoscere il loro status sociale che quotidianamente incontrano e che rende la loro esistenza molto difficile, oltre quella dei loro familiari.

In questi frangenti restano dimenticati quanti drammaticamente “vivono” ora per ora, minuto per minuto con quei “sofferenti”, mentre familiari, persone e società, non rassegnati, hanno continuato e continuano a coltivare la speranza che in questo 2015 e all'unisono con i dettami della Costituzione Europea si ponga più attenzione al mondo della sofferenza e della disabilità, argomenti tanto cari a Papa Francesco.

Est modus in rebus” (c’è una misura nelle cose) questo famoso detto di Orazio esprime l’ideale classico del giusto mezzo, perché i giovani e gli adolescenti possano ottenere esempi ed insegnamenti di vita dai “grandi”, dato che per il momento quel “giusto equilibrio“ resta alquanto precario.

E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: ”Andiamo avanti con speranza!.

Previte

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La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.

                          

 

Franco Previte

 

 




Preghiera dei disabili mentali

Padre della vita, che con infinito amore guardi e custodisci coloro che hai creato, ti ringraziamo per tutti i tuoi doni. Ascoltaci quando ti invochiamo. sostienici quando vacilliamo, perdona ogni nostro peccato. Signore Gesù, Salvatore del mondo, che hai preso su di te i pesi e i dolori dell’umanità, ti affidiamo ogni nostra sofferenza. Quando non siamo compresi, consolaci, nell’inquietudine donaci la pace, se siamo considerati ultimi, tu rendici primi. Spirito Santo, consolatore degli afflitti e forza di coloro che sono nella debolezza, ti imploriamo: scendi su di noi. Con il tuo conforto, il pellegrinaggio della nostra vita sia un cammino di speranza verso l’eternità beata del tuo Regno. Amen. (Card. Dionigi Tettamanzi Genova Giugno 2000)












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