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Il Presidente |
I dati statistici nel Rapporto Annuale Istat ci dimostrano una progressiva ed impietosa erosione del concetto famiglia con un crescente sviluppo della cultura troppo spesso indirizzata contro ogni forma di vita sociale e di vincolo matrimoniale in favore di nuove modalità dell’essere famiglia e l’82% della popolazione pensa che esista una sfera trascendente o spirituale che va oltre la realtà.
Tra questi il 66% si dichiara credente (nella Fede Cattolica), il 16% lo ritiene anche se non si dichiara osservante, mentre negli ultimi anni si è invalso una maggiore attenzione nei confronti della Fede, ma non mancano contraddizioni, in quanto i 2/3 degli italiani non entrano nei luoghi di culto e solo 1/3 partecipa alle funzioni religiose.
Tra i valori che accomunano gli italiani la tradizione religiosa rappresenta il 21,5%, al terzo posto dopo il concetto famiglia che domina incontrastato il 65,4% delle scelte.
Pur tra le crescenti difficoltà, possibile frammentazione delle forme familiari, fallimenti, crisi contenitrice di stress, capacità di “tenuta” che si fa sempre più labile e debole od altre “anomalie”, la famiglia resiste ancora in questo contesto economico-culturale malgrado, ripetiamo, i segnali di intensa fragilità.
Quella “tradizionale”, e con questa espressione vogliamo riferirci alla vera famiglia di un tempo, anche a quella del concetto cristiano, continua a mantenere la promessa di fedeltà reciproca dei coniugi, a farsi carico dei propri figli, ad aiutare i propri genitori anziani, a curare i propri membri disabili.
Rapporti statistici e realtà quasi quotidiane, ci portano a conoscere che su 10 omicidi avvenuti nell'ambito familiare 6 sono stati consumati tra le mura domestiche, come stupri aberranti e violenze barbariche di ogni tipo su donne e bambini.
Il Sinodo dei Vescovi il prossimo ottobre 2015 sulla Pastorale della Famiglia svolgerà la disanima sui componenti della stessa, dove certamente auspichiamo da tempo, che porrà attenzione verso questa “aggregazione sociale”, in quanto anche le persone anziane, componenti non troppo spesso della stessa famiglia, soffrono di una grande malattia sociale: la solitudine e con essi si spera valuterà anche il mondo della sofferenza, del dolore, della disabilità.
La famiglia italiana, comunque ammalata, non necessita di semplici farmaci da banco, ma di una costante valutazione della crescita individuale dei suoi componenti nelle diverse espressioni e nel riconoscimento all'unisono della dignità.
Per concludere la famiglia ha, ancora, un certissimo valore negli italiani e malgrado tutto resiste ancora.
Previte
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