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Il Presidente |
Le notizie sulla royal baby, sugli scioperi degli studenti e professori, sugli sbarchi degli immigrati sulle coste italiane o quant'altro di strano, non fanno più “notizia”, mentre in una divulgazione spasmodica “avvenimenti” familiari s’intensificano ormai in maniera quasi quotidiana.
Ultimo il caso di Napoli dove un carabiniere spara alla moglie e figlia e si suicida: e non è l’ultimo!
La tragedia avvenuta in una strada nel centro del capoluogo campano, dimostra una società violenta nel suo ganglio vitale: la famiglia!
Nella società moderna, ormai ritenuta senza il rispetto della dignità della persona, rischia di dissolversi sempre più, specie quella nella quale vengono coinvolti i più emarginati i più “deboli e bisognosi” (ora mogli e figli) come vengono descritti nel Preambolo della Costituzione Europea.
Non basta più de-istituzionalizzare il mondo della sofferenza psico-fisica, largamente diffusa fra i giovani ed ora nelle famiglie per una pseudo integrazione nella società civile, ma necessita restituire il rispetto del diritto della persona, non come “malato” come nei casi di lucide follie , ma come persona da beneficiare di quelle norme , anche giuridiche, che da tempo attendono invano una risoluzione.
I disagi psichici, ormai non si possono che chiamare tali, quando avvengono con mostruosità aberrante come nel caso in esame e quelli che verranno, restano nel mondo della sofferenza, mentre sono passati 37 anni tra silenzi e disinteresse delle Istituzioni verso la salute mentale.
Il Parlamento Italiano il 13 maggio 1978 e nei prossimi giorni saranno passati 37 anni, approvava la legge 180 ispirata dalle teorie dello psichiatra veneziano Franco Basaglia, ponendo fine all'istituzione manicomiale, sanzionando che il malato di mente è un malato da curare e non da segregare e che il “manicomio” non era un luogo di cura, ma un’istituzione da abbattere.
Ora le Istituzioni devono tramutare in concreto quella solidarietà che spesso conclamano con le parole!
Ma l’Italia è rimasta al palo per l’adozione di una legge efficace e concreta!
La gestione della sanità pubblica, ad opera dei passati Parlamenti e Governi per questo delicato ambito socio-sanitario non è stata fra le migliori.
Da buona parte delle Regioni non è stato apportato un valido contributo teso ad alleviare il mondo della sofferenza e della disabilità, anzi ha creato difficoltà, delusione, disorientamento e sconcerto nelle famiglie, specie in quelle dove insistono questi “sventurati”.
La famiglia italiana e la società non sono certamente in sicurezza!
Non vogliamo apparire giudici formulando sentenze, non vogliamo invadere la “competenza” della comunità scientifica, non vogliamo “occupare” il campo sociale delle Istituzioni tutte protese ad una squallida litigiosità, ma con l’opinione pubblica “gridare” la realtà, quella realtà che tocchiamo tutti con mano quasi ogni giorno, come il triste episodio avvenuto a Napoli!
Esistono orientamenti che vogliono mantenere una frammentazione ed una diversificazione d’intenti per questo “problema”, ma l’homo sapiens deve cercare il senso del bene comune.
L’imputabilità penale nel campo psichiatrico e le varie diagnosi connesse tra psicopatologia e dinamica dei fatti, è argomento che lasciamo alla competenza medico-legale che si dibatte tra le pericolosità sociali del malato di mente e le condizioni mentali dello stesso.
Non è pensabile, però, che menti psichicamente instabili e riconosciute tali autori di tragedie umane, possano tranquillamente “vivere” o “rientrare” nella società!
Questi “perché” non hanno mai trovato risposte e ….… vergognarsi è troppo poco? E non aggiungiamo altro.
Questi episodi, come quello non ultimo di Napoli, ci pongono nella condizione di esprimere tutto il dissenso, il rammarico e la protesta alta e chiara per il disinteresse ed il silenzio delle Istituzioni tutte intente, ripetiamo, nelle inutili e dannose litigiosità, piuttosto che volgere lo sguardo a quelle gravità che provengono e derivano dalla carenza di adeguate strutture volte alla cura dei malati psico-fisici!
Questo “andazzo” rischia di traghettare il nostro Paese e quello che è più grave i giovani ed anche gli adolescenti, verso una cultura dell’egoismo sfrenato, del gelo sempre più emergente e della indifferenza cogente, da una metodologia che si va affermando autonoma e svincolata da ogni rapporto con la legge sociale che considera, a volte, la persona umana un “oggetto usa e getta”.
E con le sagge parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!”
Previte
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