Cristiani per servire                                                                                                                                    Settembre 2015 

 

 

02/09/2015

La protezione della dignità dell’uomo non può avvenire con il suicidio assistito!

 


Cristiani per servire

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Il Presidente

Una nota del Parlamento Europeo ricorda che “I Trattati Europei hanno creato il concetto di cittadinanza europea ed ogni cittadino della UE benefica di una serie di diritti“ , fra i quali quelli dello studio, lavoro, apertura di attività, di usufruire della propria pensione in un altro Stato Membro, della dignità umana, della solidarietà, della parità tra uomo e donna, il rispetto reciproco ed il principio della consapevolezza, oggi molto carente.

Questa esplicita protezione giuridica della dignità dell’uomo implica anche quella del diritto alla vita: dal concepimento alla morte naturale, come insegna la morale cattolica, tutti i Pontefici che si sono succeduti nella Cattedra di San Pietro ed ogni civiltà.

Ormai in ogni dove si “parla” di suicidio assistito ed apprendiamo dai mass media l’ultimo, quell'accorato appello che arriva dall'Inghilterra e Galles dal Cardinale Vincent Nichols Arcivescovo di Westminster rivolto ai cattolici perché il prossimo 11 settembre il Parlamento voterà un progetto di legge relativo al suicidio assistito.

Oggi siamo in un mondo in “subbuglio”, in un mondo che barbaramente uccide per un nonnulla, specialmente  le donne, un mondo che modifica continuamente il sistema di vita,  un mondo che riduce e conduce la società civile verso il regresso, in  questa società civile piena di riforme spesso egoisticamente ripiegata su se stessa, coinvolta in un forte egoismo oramai assai diffuso, che tollera troppe cose e pone scarsa attenzione ai più deboli ed ai più sofferenti, come nel caso di suicidio assistito!

Ma vi pare che possa continuare questo sistema? Il divorzio libero, l’aborto procurato, la contraccezione abortiva, la sterilizzazione nascosta, l’ideologia omosessualistica, l’eutanasia mascherata, la legalizzazione delle sostanze stupefacenti, la manipolazione e sperimentazione genetica, la promozione dell’ideologia del permissivismo imperante, del relativismo crescente, del qualunquismo evanescente, del vivere disassociato, del suicidio assistito ebbene: sono tutte forme di una medesima concezione antropologica che è contro l’uomo.

Ma la n/s società è davvero “inquinata”?

Considerando che i giovani, speranza del domani, si trovano o sembrano disorientati, la civiltà oggi 2015 è incapace di reagire a questo modus vivendi, l’uomo ormai è succube e come ricorda molto argutamente Papa Francesco “Sant’Agostino, commentando il profeta Ezechiele, parla di due tentazioni: la ricchezza che può diventare avarizia e la vanità per lo stesso uomo” (15 maggio 2013 da Omelia nella Chiesa di Santa Marta in Vaticano).

E’ necessario, per non dire urgente, riscoprire, anche, l’educazione integrale che resta non solo quella dell’apprendere civile, ma anche quella della adozione dei valori morali che trovano nelle radici etiche il loro riferimento fondamentale.

Nelle difficili situazioni in ambito sociale dei giovani ed anche, soprattutto degli adolescenti (e questo è purtroppo “cosa quasi quotidiana”!), occorre promuovere l’educazione morale, anche quella della solidarietà, come affannosa ricerca della maturazione della coscienza, non del possesso dell’avere del pensiero del suicidio assistito.

Ancora una volta, dato l’andamento delle giornaliere notizie sugli animali (che rispettiamo ampiamente), tutti sappiamo che la “sorte” degli animali fa parte dei diritti e dei doveri riconosciuti, giustamente, dalla “Carta dei diritti per animali domestici”, ma restiamo del parere che è autentica vergogna, davvero intollerabile, constatare la “sorte” e la ignobile dimenticanza di persone umane, anziane, in fin di vita, disabili specie quelle sofferenti le patologie croniche e “valorizzare” i n/s amici a 4 zampe e porli allo stesso livello se non sotto e poi di avanzare l’annullamento della vita col il suicidio assistito? Ma non sappiamo più “parlare” di altro, specie della vita?

Quel rinnegare col silenzio ogni diritto ed aiuto morale, quel continuo diverbio sociale allontana tutto e tutti dalla coscienza, concentrando in un sordido egoismo ogni interesse in perfetta armonia contro il senso della solidarietà, ma è proprio questo che vuole la civiltà, specie se cristiana?

Quella solidarietà sociale da parte dei grandi personaggi, anche adulti, dovrebbero tendere a guidare la dinamica morale dei giovani verso una crescita di sensibilità con i problemi sociali, con l’esempio di una visione pienamente umana della cruda realtà quotidiana, quale impegno di vicinanza sociale verso tutti specie verso le persone più deboli e bisognose.

Ricordiamo i disabili fisici, gli handicappati psichici, i ciechi civili assoluti, quelli parziali, i ventesimisti, gli invalidi civili parziali e totali, i sordi, i sordomuti, i lavoratori con drepanocitosi o talassemici major, le persone in fin di vita, in una parola tutto il mondo della sofferenza, del dolore, della disabilità, del loro status sociale!

   La solidarietà sociale (oh! com’è carente!) è un concetto primordiale che induce ad essere non solo portatori di diritti, ma anche di doveri verso tutta la società, soprattutto, verso quella vasta categoria di sfortunati che da anni aspettano risposte adeguate alle loro aspettative.

Ma ognuno aspira a star meglio, quasi disattendendo quella conclamata solidarietà verso quelle persone deboli e bisognose che hanno gli stessi diritti di quanti vivono in società, quei principi che sono anche dettati dalla morale e dal Catechismo della Chiesa Cattolica.

Al di là delle barriere architettoniche che non dovrebbero più esistere, ben più dure sono le barriere intellettive che offendono tutti, abili e disabili, ritorcendosi contro chi le continua a porre in atto, mentre la società civile può trovare su questo terreno interessi comuni di solidarietà, specie là dove le famiglie provate dalla disabilità psico-fisica di qualche suo componente fatica a stare al passo, ad interloquire con un mondo che sembra sfuggire non solo al confronto, ma anche allo sguardo per timore di perdere parlando di suicidio!

I disabili psico-fisici lottano da anni per ottenere legali diritti sanciti dalla Costituzione, ma soprattutto per far conoscere il loro status sociale che ogni giorno incontrano e che rende la loro esistenza molto difficile, oltre quella dei loro familiari, il tutto anche in ambito europeo.

In questi frangenti restano dimenticati quanti drammaticamente “vivono” ora per ora, minuto per minuto, con i sofferenti queste patologie, mentre tutti continuano a coltivare la speranza, ad anelare attenzione al mondo della sofferenza.

Dignità e speranza: questo è il binomio che si chiede: dignità per un rigoroso rispetto del loro essere e dei loro diritti di disabili psico-fisici, speranza perché questi diritti siano attentamente e finalmente valutati e non parlando di suicidi assistiti!

La semplice considerazione della dignità umana e della speranza, ci porta a pensare che non è sufficiente mettersi dalla parte di chi soffre ed essere solo promotore di salute, ma sembra essere necessario ed urgente una mobilitazione delle coscienze quale strumento che dica non solo di suicidio assistito, ma anche dove può essere ricercato il modo od i possibili piani terapeutici d’intervento e quelli normativi, per aiutare le famiglie coinvolte e succubi di queste difficoltà.

E con le parole sagge del Santo Giovanni Palo II: “Andiamo avanti con speranza!"

Previte

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La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.


ranco Previte

 

 




Preghiera dei disabili mentali

Padre della vita, che con infinito amore guardi e custodisci coloro che hai creato, ti ringraziamo per tutti i tuoi doni. Ascoltaci quando ti invochiamo. sostienici quando vacilliamo, perdona ogni nostro peccato. Signore Gesù, Salvatore del mondo, che hai preso su di te i pesi e i dolori dell’umanità, ti affidiamo ogni nostra sofferenza. Quando non siamo compresi, consolaci, nell’inquietudine donaci la pace, se siamo considerati ultimi, tu rendici primi. Spirito Santo, consolatore degli afflitti e forza di coloro che sono nella debolezza, ti imploriamo: scendi su di noi. Con il tuo conforto, il pellegrinaggio della nostra vita sia un cammino di speranza verso l’eternità beata del tuo Regno. Amen. (Card. Dionigi Tettamanzi Genova Giugno 2000)












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