Cristiani per servire                                                                                                                                   Marzo 2015

 

 

02/03/2015

La persona incapace di esprimersi “deve subire l’eutanasia"?

 

                                                                                                                                                                        


Cristiani per servire

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Il Presidente

La Dichiarazione dal titolo “Fine vita per un impegno di solidarietà e di fraternità”  dei Vescovi Francesi usata, tempo fa con termini molto duri definendo “inaccettabili” le pratiche eutanasiache e di “decisioni inumane”, fa riscontro quella dei Vescovi Belgi “La dignità della persona umana, anche demente” contro la proposta di allargamento dell’eutanasia alle persone incapaci di esprimersi.

In un mondo di speranza fragili, ci sembra molto importante che la Chiesa, attraverso i suoi Vescovi e la Comunità Cristiana tenti di acquisire dalla Fede “occhi” capaci di intravedere quel firmamento buio di speranza che è il cielo dei malati di mente.

I Vescovi belgi, come quelli Francesi interpretando la Chiesa Cattolica, sono contro qualsiasi revisione della legge sull'eutanasia o sul fine vita che non abbia a cuore “il rispetto dovuto ad ogni persona in fin di vita”.

Nei confronti delle persone che presentano handicap di natura psichica, uno delle possibilità più vulnerabili anche della popolazione europea e che incontrano difficoltà nell'accesso al mercato del lavoro, è stato cofinanziato nell'ambito del programma comunitario per la Sanità Pubblica 2003/2008 un progetto “Mental health European Economics Network", una rete Economica europea per la salute mentale.

Secondo i dati Istat in Italia le persone con più di 65 anni sono il 15% della popolazione anziana e nel 2025 saranno del 25%.

Le Istituzioni Italiane saranno in grado di garantire una adeguata assistenza di tutta la popolazione autosufficiente o meno, le cui condizioni quotidiane di arretramento dei servizi sociali e sanitari sono notevoli lasciando al lucro attivissimo ed alla speculazione dell’iniziativa privata?

Ci chiediamo se questa “prevenzione” non sia una forma di strisciante eutanasia o eutanasia mascherata, mentre le Istituzioni saranno in grado di garantire una adeguata assistenza di tutta la popolazione autosufficiente o meno.

“Migliorare la legislazione” - scrivono i Vescovi - , ”non significa cambiarla radicalmente. L‘argomento è troppo serio per non procedere con prudenza”.

Nessuno può deliberatamente causare la morte, anche su richiesta di una persona gravemente malata, incapace di esprimersi od essere considerata malata di mente, senza violare un divieto fondamentale, “non uccidere” che è uno dei più importanti requisiti morali di ogni società e, per i credenti cristiani, un Comandamento di Dio.

È il fondamento di tutta la vita sociale rispettosa degli altri, soprattutto dei più vulnerabili. Ma cosa è l’eutanasia?

E’ il procurare la morte delle persone la cui vita potrebbe essere compromessa da una malattia inguaribile, da una menomazione, da una condizione di natura psichica grave.

Ancora una volta dobbiamo ritornare su di un argomento, l’eutanasia, che non si può concepire su ognuno di noi, cristiani o non cristiani, specialmente in coloro di una certa età ed in certe condizioni di salute.

Da tempo, anche in Italia, si registrano tentativi di legalizzare l’eutanasia e su questo argomento che riteniamo molto importante, fermiamo la n/s attenzione, ancora una volta rinnovato dal caso francese  e belga.

Purtroppo queste vicende umane vorrebbero spingere la società ad essere selettiva sulla vita e sulla morte dei suoi membri, quello che si chiama omicidio, una uccisione intenzionale, una omissione di soccorso attraverso una anche se impropria, ripeto, “licenza di uccidere”: budget del ricoverato.

In parole povere: la medicina ed il dovere del medico sono di proteggere la salute, guarire le malattie, alleviare le sofferenze, confortare nel rispetto della libertà la dignità della persona, impegno a favore della vita contro la morte, come insegna la Raccomandazione n. 776/1976 dell’Assemblea del Consiglio d’Europa dove si afferma “che il medico deve placare le sofferenze e che non il diritto di accelerare il processo di morte”.

Così come è presentata la “discussione” nella politica, a tratti quasi a corrente alternata, si corre il rischio di considerare la cosiddetta pietà per le sofferenze insopportabili od altre motivazioni, come uno strumento che porta all'eliminazione della vita, ritenuta per alcuni “casi”, non più di valore.

In Italia il principio fondamentale di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, assieme a quello di libertà, pari dignità, solidarietà sociale, è affermato dall’art. 3 della Costituzione Italiana, sarebbero quindi contrarie alla stessa quelle eventuali “norme giuridiche” che concedessero ad una categoria od a singoli individui particolari privilegi non riconosciuti  alla generalità delle persone, perché ciò violerebbe il principio della uguaglianza di trattamento dei cittadini.

Il valore della vita dipende per i cristiani dalla capacità di seguire il rapporto della persona indicato dalla Fede e per i non credenti dal rispetto della dignità e della libertà umana come nel caso francese e belga.

Con le parole del Santo Giovanni Paolo II: “Andiamo avanti con speranza!” (NMI, 58).

Previte

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La nostra Associazione per la promozione sociale costituita nel maggio del 1994 non ha richiesto nè gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti.

                          

 

Franco Previte

 

 




Preghiera dei disabili mentali

Padre della vita, che con infinito amore guardi e custodisci coloro che hai creato, ti ringraziamo per tutti i tuoi doni. Ascoltaci quando ti invochiamo. sostienici quando vacilliamo, perdona ogni nostro peccato. Signore Gesù, Salvatore del mondo, che hai preso su di te i pesi e i dolori dell’umanità, ti affidiamo ogni nostra sofferenza. Quando non siamo compresi, consolaci, nell’inquietudine donaci la pace, se siamo considerati ultimi, tu rendici primi. Spirito Santo, consolatore degli afflitti e forza di coloro che sono nella debolezza, ti imploriamo: scendi su di noi. Con il tuo conforto, il pellegrinaggio della nostra vita sia un cammino di speranza verso l’eternità beata del tuo Regno. Amen. (Card. Dionigi Tettamanzi Genova Giugno 2000)












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