Croce Rossa Italiana Gruppo  di Agazzano

L'uso delle radio della Croce Rossa Italiana

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Corpo Militare

Comitato Provinciale di Piacenza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

Premessa

 

Tra i vari “strumenti”, intesi nel senso più lato del termine, che la tecnologia mette a ns. disposizione al fine di migliorare la qualità del lavoro ve ne è uno che ha caratteristiche particolari.

A lungo potremmo discutere circa il grado d’importanza o di utilità dello “strumento” che è l’apparato radio rice-trasmittente.

Di fatto rimane che in molti casi essere o sapere di poter essere in contatto diretto ed immediato con altri può, anche solo a livello psicologico è cosa da poco, dare un grande aiuto.

Diversamente dai sistemi di comunicazione via cavo che utilizzano come supporto di collegamento un ben preciso mezzo solido – il cavo o la fibra ottica –, le comunicazioni radioelettriche si basano, usualmente, sull’emissione e sulla captazione di electro-magnetic waves che si propagano in quel mezzo trasparente ed aereo che i fisici dell’ottocento chiamavano etere, oggi da tutti semplicemente identificato con l’atmosfera che avviluppa il pianeta Terra.

La comunicazione avviene, dunque, per mezzo di electro-magnetic radiations che si diffondono, in teoria, omogeneamente in tutte le direzioni ortogonali al piano d’antenna ma che possono essere bloccate da ostacoli fisici.

Tali caratteristiche portano alle seguenti conseguenze:

Ø    stabilire comunicazioni radioelettriche fra due o più punti non sempre risulta facile o possibile;

Ø    una volta stabilita la connessione non è detto che questa si mantenga stabile nel tempo e nello spazio;

Ø    la captazione delle comunicazioni può essere effettuata da chiunque sia “illuminato” dalle electro-magnetic radiations emesse dalla stazione trasmittente; questo pone il duplice problema della non riservatezza dei dati trasmessi “in chiaro” ed il generarsi d’interferenze con altre comunicazioni contemporanee effettuate da altri utilizzatori che impieghino una identica o quasi banda di electro-magnetic radiations (frequency).

Al fine di normare l’impiego delle comunicazioni radioelettriche si sono fissate delle direttive che riguardano da un lato la sfera tecnica e dall’altro la sfera legislativa.

Scopo di questa relazione è quello di fornire le basilari informazioni almeno sul primo settore senza, peraltro, entrare nel merito specificatamente “tecnico” dell’impiantistica, della programmazione e della manutenzione dei radioapparati.

 

Le Radiocomuniczioni

 

Le radiocomunicazioni permettono il collegamento tra due o più stazioni.

Più precisamente un sistema di radiocomunicazioni è composto da

una o più stazioni trasmittenti che provvedono a generare una corrente avente una determinata frequency – detta anche portante -, a modularla – variarne cioè una o più caratteristiche - amplitude, frequency, phase – in relazione all’informazione che deve essere trasmessa e ad inviarla “on the air” per mezzo di un dispositivo chiamato antenna

una o più stazioni riceventi che provvedono a captare le radio-waves con un’antenna, a selezionarle prendendo in considerazione solo quella interessante lo specifico sistema, amplificarla e demodularla, cioè estrarre le informazioni e renderle comprensibili.

Al fine di ben comprendere questo meccanismo di propagazione d’informazioni in quello che apparentemente è il vuoto – tolti gli apparati trasmittenti e riceventi le nostre informazioni sono “fantasmi” che si muovono attraversando “l’etere” dobbiamo spendere due parole sulle radio-waves.

 

Propagazione delle radio-waves

 

I segnali radio si propagano nello spazio seguendo, in assenza di ostacoli, percorsi rettilinei.

La possibilità di captare un segnale da parte di una stazione ricevente è limitato da:

Ø    curvatura del globo terracqueo;

Ø    altezza delle stazioni rice-trasmittenti o delle loro antenne;

Ø    presenza di ostacoli.

 

Curvatura del globo terracqueo

La portata massima, teorica, del collegamento tra due stazioni situate su terreno pianeggiante e privo di ostacoli dipende, in modo essenziale, dall’altezza delle rispettive antenne in portata ottica – H1 ed H2  e si esprime con la formula relazionale

 

D = 0,595 x (H1 + H2)

Dove

                                                                D (Distanza)          è espressa in kilometri

                                                                H1 ed H2 (altezza antenne)         sono espresse in metri

                                                                0,595          è il fattore fisso di curvatura della terra

 

 

La fig. 01 ci propone un esempio di collegamento tra una stazione fissa Tx – trasmettitore con antenna H1 alta 36 m. – ed una stazione portatile Rx – ricevitore con antenna H2 alta zero m. –.

La portata teorica approssimativa risulta pari a

D = 0,595 x (36 + 0) = 21.4 km

Per distanze superiori la stazione portatile verrebbe a trovarsi in “zona d’ombra” formata dall’orizzonte e le comunicazioni sarebbero impossibili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Fig. 01

 

 

Propagazione delle radio-waves

 

La fig. 02 ci propone un esempio di collegamento tra una stazione fissa Tx – trasmettitore con antenna H1 alta 36 m. – ed una stazione fissa Rx – ricevitore con antenna H2 alta 36 m. –.

La portata teorica approssimativa risulta pari a

D = 0,595 x (36 + 36) = 42.8 km

Per distanze superiori la stazione portatile verrebbe a trovarsi in “zona d’ombra” formata dall’orizzonte e le comunicazioni sarebbero impossibili.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Fig. 02

 

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