Home Page L'associazione Pazzano Informazioni utili Galleria fotografica Download News Contattacci

Valenti Luigi

Roberto Taverniti

Adasaffo Sapere 

Antonio Verdiglione

Edoardo Pisani

Libero Fiorenza 

Don Mario Squilace

Giuseppe Coniglio

Francesco Chiodo

Cosimo Tassone

Luigi Valenti

Francesco Russo

Antonio Taverniti

 

In questa pagina vi presentiamo l'intervista fatta al Maestro Luigi Valenti, dalla quale si può capire quali e quante difficoltà a dovuto superare per poter arrivare ad essere oggi un grande maestro che ha dato tutto il suo tempo libero alla musica, creando un complesso bandistico che ha permesso a tanti giovani di mostrare il loro talento.

Ci parli dei suoi inizi come musicista e della banda alle origini…

Innanzi tutto volevo precisare che, al contrario di quanto hanno affermato il Sindaco e il Presidente della Pro Loco, in occasione del concerto di San Giuseppe, la banda di Pazzano non esiste da 50 anni ma dal 1947, quando iniziò a costituirsi una fanfara.  Da 50 anni a questa parte si è costituita sotto la mia direzione. Io iniziai a studiare musica, appunto, nel 1947 con il maestro Marzano, il mio primo strumento fu il piccolo in Mib.  Casella di testo:  
     Pazzano,19 Marzo–Chiesa S. Maria Assunta in Cielo -Concerto di San Giuseppe 
Il 19 Marzo 1948, in occasione della festa di San Giuseppe, la banda cominciò ad esibirsi e i bandisti che non parteciparono in quell’occasione lo fecero in seguito durante la settimana santa. La banda era diretta dal maestro Marzano, sovvenzionato da Don Giuseppe Leotta. Nel 1949 venne a costituirsi un comitato nel quale fra i componenti vi erano: Rocco Micelotta, Ilario Taverniti, Agostino Larcara, Carmine Preiato, Salvatore Marzano e Salvatore Fiorenza. Fra il 1950 e il 1951 però questo comitato si sciolse, e si formò tra i più appassionati un gruppo di 7,8 persone che durò fino al 1953. Nel 1954 iniziai ad insegnare ai ragazzi e la banda passò sotto la mia responsabilità. Chiesi ed ottenni la collaborazione del Maestro Marzano ma questo avvenne per un periodo alquanto breve. Nel 1955 furono acquistati gli strumenti a mio carico e in questo stesso anno entrammo in possesso di un atto costitutivo, ma soltanto nel 1987 la banda fu istituita legalmente.  Eravamo un gruppo non molto numeroso, impoverito ancor di più dalle migrazioni, tanto da essere  costretti a chiamare, quando suonavamo in giro, (Riace Camini, ecc.) musicisti dei paesi vicini. Questo ci penalizzava dal punto di vista economico, in quanto dovevamo dare a loro una quota precisa e dividere tra noi ciò che rimaneva!  

Ha incontrato ostacoli lungo il suo cammino?   

Moltissimi e di diverso genere! Durante tutti questi anni ho sempre dovuto stringere i denti. A cominciare da quando , dopo soltanto un anno che la banda era sotto la mia responsabilità, vennero distrutti  nella nostra prima sede ( la piccola chiesetta in via Chiesa Vecchia) i leggii in legno! Per non parlare poi delle difficoltà incontrate per riuscire ad ottenere un locale dove insegnare! Per trovarlo continuavano a mandarmi da Stilo a Bivongi e, in entrambi i posti, mi fecero capire che vi erano problemi poiché il comune non era disponibile a fornire locali dove si potesse insegnare musica. D’altro canto io non potevo continuare ad insegnare nella bottega del lavoro perché i ragazzi, con gli strumenti, recavano fastidio ai vicini. Quindi ritenni opportuno scrivere al provveditorato agli studi. Dopo otto giorni mi è stato comunicato di mettermi in contatto con la direzione didattica. Quindi salìi al comune: in questa particolare situazione capii quanto mi sarebbe stata utile la dichiarazione di maestro -che veniva assegnata dopo due anni a tutti quelli che insegnavano musica,- dichiarazione alla quale non ho mai dato peso, perché io ritengo di non essere niente. 

  Casella di testo:  
    Concerto di San Giuseppe
Ma, tornando a noi, anche in questo caso si presentarono dei problemi, infatti non riuscii ad ottenere quella dichiarazione, che ancora oggi non ho! Mandai, quindi, una dichiarazione di responsabilità alla direzione didattica e così potei finalmente andare ad insegnare nei locali della scuola il 9/10/1974. Anche qui tanto per cambiare, vi furono problemi. Dopo alcuni reclami per il rumore abbiamo dovuto trasferirci in un nuovo locale che, però dopo qualche tempo venne incendiato. Dopo l’incendio vi fu  un breve periodo di pausa. Per riuscire poi ad insegnare nel locale dove attualmente insegno ho dovuto molto penare. All’inizio io chiedevo di poter ritornare sulle scuole, ma anche questa volta si presentarono un sacco d’ostacoli; arrivarono addirittura a chiedermi se i miei ragazzi fossero incontinenti….! Feci però sapere al responsabile che avevo un’autorizzazione del provveditorato agli studi e gli inviai una fotocopia. Dopo 8 giorni mi diedero finalmente la chiave del locale attuale, dicendomi: “Mi raccomando, non metta cose infiammabili”. “Quello che c’era di infiammabile l’hanno bruciato” risposi “ sono rimasti i leggii in ferro…. Se bruciano pure quelli…”. In questo stesso locale avevano però depositato dei pali che un giorno, mentre facevamo lezione, caddero, e fu solo per  fortuna che non travolsero qualche ragazzo!!

Dopo qualche tempo iniziò un periodo durante il quale usufruivamo di questo locale sia noi della banda sia una compagnia teatrale. Io fui favorevole a questo, ma certamente la situazione, a lungo andare, creò delle discordie dal punto di vista della nostra organizzazione interna… problemi legati agli orari, al pagamento della luce, dell’acqua,  (spese che ancora oggi PAGO  di tasca mia). Alla fine , comunque, stipulammo un contratto di comodato. Vi sono state poi, nel corso degli anni, alcune persone che hanno supposto che la banda fosse una cosa mia personale, quando la banda ha sempre portato il nome di Pazzano! Tanto è vero che mio malgrado, qualche volta mi è venuta l’idea, di cambiare il nome al complesso bandistico….! 

Ma questi sono solo alcuni degli ostacoli che ho incontrato… per esempio, hanno messo il primo pulman -che ho comprato sempre di tasca mia- in condizioni impraticabili. E anche il secondo è stato messo fuori uso per due  volte, ancora oggi, infatti, non può essere utilizzato. Ci sono state due denunce per questo motivo. Tutto questo  per motivi che non conosco. A questo punto mi domando e dico: “ ma perchè tanta voglia di distruggere? “

Quali sono state le sue impressioni sul raduno di San Giuseppe?

All’inizio ero contrario, non perché l’idea non mi piacesse, ma perché avrei voluto farlo ancora più in grande, chiamando proprio tutti quelli che hanno suonato nella banda in questo  anni. Comunque sia mi ha fatto certamente piacere vivere questa esperienza. 

Vi sono momenti legati alla banda che ricorda con piacere?

Se devo essere sincero sono pochi e comunque quei pochi non sono legati a Pazzano.   

Si ritiene soddisfatto del lavoro fatto fin ora?

Si, mi ritengo soddisfatto.

Cosa l’ha spinta a continuare il cammino intrapreso nonostante gli ostacoli incontrati?

Sono riuscito a fare ciò che ho fatto solo con la tenacia e la buona volontà! Se sono riuscito a formare la banda con i ragazzi è perché semplicemente mi sono messo una provola sulle spalle e ho detto “venite a mangiare con me?”

Oggi il complesso bandistico è composto da circa 30 elementi (in inverno, nella stagione estiva il numero si amplia) ed è ancora diretto dal Maestro Valenti che potremmo definire il “pigmalione” nostrano poiché ha permesso a tanti giovani di mettere a frutto il loro talento, contribuendo a tenere alto il nome di Pazzano.  

Teresa Franco